Outlander3×11 Uncharted

Arrivati quasi alla fine, bisognerebbe tirare i remi in barca in vista del season finale. Outlander fa così, più o meno, ma ci regala un episodio filler di cui onestamente potevamo anche fare a meno per uno sviluppo più veloce della trama. Il rischio è di trovarsi le rivelazioni tutte insieme, negli ultimi due episodi. Sarà così?

6.7

La terza stagione di Outlander ha sempre avuto questo “vizio”, per così dire: a momenti di azione quasi frenetica – in cui in una puntata si susseguono avvenimenti uno dopo l’altro, talmente veloci da faticare quasi a starci dietro – si alternano episodi come Uncharted, in cui assistiamo a circa un’ora di transizione, pura e semplice, da un certo momento della trama principale alla conclusione della stagione. E se nei libri episodi così “tranquilli” possono anche funzionare, la resa su schermo risulta leggermente troppo sbilanciata rispetto al resto della stagione, già piuttosto lenta. Ma vediamo nel dettaglio.

Innanzitutto, Claire si ritrova su tutt’altra isola rispetto a quella per cui s’è buttata nell’oceano – ci sarebbe forse da recriminare la sua cieca fiducia nel seguire le parole stentate di un’allevatrice di capre riguardo la corrente marittima, ma saltiamo questa parte perché altrimenti la storia non sarebbe proseguita. Outlander lo fa spesso: chiede al lettore di soprassedere su alcuni dettagli che sembrano quasi stonati, troppo casuali sia per sfortuna che per fortuna. Ed esattamente come il finale dell’episodio in questione, Claire ritrova Jamie che putacaso ha attraccato momentaneamente – per sistemare la nave danneggiata da una secca – sulla stessa isola in cui la moglie s’è spiaggiata. Potremmo riassumere questi incontri fin troppo fortuiti con la saggia frase di un marinaio scozzese: com’è che la moglie di James Fraser sbuca sempre nei posti più improbabili? E torniamo a ripeterlo, forse nei libri funziona di più, nella serie queste casualità cominciano a diventare abbastanza assurde.

In questo episodio, senza troppi giri di parole, non succede nulla. Davvero, nulla. Tolti i primi quindici minuti contati senza alcun dialogo, in cui Claire vaga per una brulla Santo Domingo alla ricerca di acqua o civiltà – finendo per essere prima mezza divorata dalle formiche e poi quasi strangolata da un pitone – il resto dell’episodio ci presenta un prete fulminato che parla con una noce di cocco, una domestica dominicana non proprio amichevole e un matrimonio improvvisato ma voluto tra Fergus e Marsali. Tutto qua. E non ci sarebbe nulla di male, a dirla tutta, in un episodio più leggero rispetto al precedente – incentrato tutto sulla febbre tifoide e dalle atmosfere abbastanza claustrofobiche, nonché drammatiche – ma il vero “problema” è che in questa stagione sembra esserci troppa disomogeneità tra un registro e l’altro.

La performance attoriale di Catriona è sempre magistrale, anche sotto il sole cocente delle isole, e la chimica con Sam è elettrica; basta che si guardino per capire come dovrebbe essere amare qualcuno, amarlo davvero con tutto il cuore. Ciononostante, questo filler è una boccata di ossigeno in una trama già troppo annacquata: sembra passata davvero una vita da quando Claire viveva nella Boston degli anni ’60 con la figlia, e dopo essere tornata indietro nel tempo a Edimburgo la troviamo sulle spiagge di Santo Domingo.

Ammetto di non aver letto i libri, non so distinguere quanto gli sceneggiatori abbiano scelto di tagliare o riadattare rispetto alla carta, ma la sensazione generale è di una stagione che sta durando persino troppo. Troppi cambi di ambientazione, troppe cose alternate a puntante abbastanza piatte. Speriamo che la mappa la ritrovino, almeno nel finale, e non si continui a vagare come Claire; anche se permane la sensazione che i lidi inesplorati – proprio come ci suggerisce il titolo – siano solo all’inizio.

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
6.7/10

In breve

Lento, riempitivio, di transizione. Outlander continua a essere un prodotto molto valido, ma il trascinare importanti sviluppi di trama troppo a lungo e scodellare un’ora di filler sulla spiaggia di Santo Domingo è una scelta abbastanza bizzarra. Buone le performance attoriali, ma non vogliamo che si campi di rendita: la serie che abbiamo imparato ad amare può dare ben altro.

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8/10 (1 vote)

Porcamiseria

6.7

Lento, riempitivio, di transizione. Outlander continua a essere un prodotto molto valido, ma il trascinare importanti sviluppi di trama troppo a lungo e scodellare un'ora di filler sulla spiaggia di Santo Domingo è una scelta abbastanza bizzarra. Buone le performance attoriali, ma non vogliamo che si campi di rendita: la serie che abbiamo imparato ad amare può dare ben altro.

Storia 6 Tecnica 7 Emozione 7
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