Outlander3×09 The Doldrums

Jamie e Claire salpano su un piccolo brigantino alla ricerca di Ian Jr, ma anche per lasciarsi il recente passato alle spalle. Fergus e Marsali faranno una sorpresa non troppo gradita al nostro highlander. Claire sarà costretta a scontrarsi contro le sciocche superstizioni marinaresche che metteranno a dura prova la sua razionalità scientifica.

7.5

Sarà forse meglio dirlo a bassa voce come gesto puramente scaramantico ma, finalmente, dopo aver erroneamente tacciato molti degli episodi precedenti come quelli della svolta, quelli che avrebbero fornito una specifica linea direttiva a questa terza stagione, sembra che siamo giunti, con inaspettata fatica, al definitivo giro di boa.

Tutto profuma di nuovo in questo nono episodio; già la sigla di apertura ci dà la misura dell’imminente cambiamento, replicando la stessa tecnica utilizzata nella seconda stagione, al preludio del momentaneo trasferimento dei nostri protagonisti nel Regno di Francia. La classica ballata a noi così familiare, si intreccia con note più primitive e tribali, amalgamandosi con immagini differenti rispetto al solito, presentandoci sfuggevoli stralci della trama che verrà, una trama che, ancora una volta, vedremo districarsi lontana dall’amata cornice scozzese.

Niente come il concetto di viaggio rappresenta al meglio l’idea del nuovo, del cambiamento e, in questo caso, è proprio il viaggio in mare verso la Giamaica che ancor più caratterizza questo episodio, visto e considerato che lo svolgimento della storia si sviluppa per la prima volta in una sola e unica ambientazione, a bordo di un piccolo brigantino . È lapalissiano che il focus principale del viaggio di Jamie e Claire sia quello di portare in salvo il giovane Ian ma, così come l’ultimo viaggio intrapreso insieme vent’anni prima, anche in questo caso pare che la volontà di gettarsi i recenti, dolorosi avvenimenti alle spalle sia forte come non mai.

Un ennesimo, nuovo inizio per la coppia, il cui affiatamento è stato messo a dura prova sin dal momento in cui Claire ha rimesso piede nella Scozia del diciottesimo secolo; nei brevi momenti che riescono a ritagliarsi per loro soltanto, cercano a piccoli passi di riavvicinarsi il più possibile dandosi man forte l’uno con l’altra, facendosi complimenti (Claire e i suoi “capelli come raggi lunari”) e offrendosi un reciproco aiuto (il mal di mare di Jamie).

Ma, per l’appunto, il fazzoletto di spazio disponibile per i coniugi Fraser è assai limitato in questo contesto, che si rivela essere provante come non mai, una sfida continua per entrambi, impegnati a districarsi tra mille difficoltà.

Com’è possibile lasciarsi la spinosa questioneLeoghaire” alle spalle essendo obbligati contro la propria volontà ad avere a che fare con la figlia Marsali? Il giovane Fergus, con il suo controverso matrimonio, ha inconsapevolmente contribuito ad alimentare la fastidiosa questione delle seconde nozze di Jamie; a dispetto della sua natura di uomo culturalmente aperto e dalla mente brillante, il nostro protagonista rimane incastrato nell’ottusa e stantia convinzione di una certa stigma sociale vecchio stampo che porterebbe a bollare in malo modo la sua figlioccia, della quale spera a tutti i costi di proteggere la virtù.

Degno di attenzione in questo contesto è il confronto a quattr’occhi tra Jamie e Fergus: il giovane è più che mai intenzionato a dimostrare al suo stimato mentore quanto in realtà non sia più un ragazzino sprovveduto, ma un uomo fatto e finito in grado di prendersi le proprie responsabilità nei confronti di Marsali.

Non ha paura del suo passato e degli errori che può aver commesso e, a prova di questo, dimostra a Jamie di non volersi nascondere dietro le sue stesse bugie.

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Anche Claire ha il suo bel da fare a bordo del piccolo brigantino. In quanto essere umano appartenente al ventesimo secolo e soprattutto in quanto donna di scienza, il suo razionale pragmatismo, nonché la sua pazienza, vengono fastidiosamente stuzzicati e messi a dura prova dalle superstizioni fortemente radicate nell’ambiente marinaresco che le rendono la vita estremamente più complicata.

La dedizione per il suo lavoro e in modo particolare la sua integrità in quanto dottore, le impongono di mettersi a disposizione del prossimo, ed in effetti è proprio quello che fa a prescindere dalle ridicole argomentazioni sciorinate dai gretti marinai convinti che malanni e ferite siano da imputare alla malasorte.

Le sopracciglia aggrottate dallo scetticismo e le sue asserzioni piccate nei confronti della ciurma credulona non sfuggono agli occhi del capitano che difende a spada tratta le loro convinzioni, in modo particolare la favoletta del ferro di cavallo. Nel colloquio a quattr’occhi che hanno durante una cena privata, Claire realizza pian piano quanta ragione abbia in realtà.

In una situazione di panico e tensione, gli uomini devono aggrapparsi alle loro convinzioni, devono essere certi che il fato dipenda da qualcosa di ben specifico e che non sia solo frutto del caso, potendo così credere di essere padroni del proprio destino, poco importa che questo non sia vero o che egli ci creda o meno, quello che conta è che loro ne siano convinti; è per questo necessario assecondarli, far calmare le acque piuttosto che alimentare le ansie e rischiare così un sicuro ammutinamento.

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Il climax dell’assurdo tuttavia, viene raggiunto quando la nave cade sventuratamente in balia dall’assenza di vento, bloccando la piccola imbarcazione e tutto il suo equipaggio in mezzo all’oceano. I giorni passano uno dopo l’altro trasformandosi in settimane, probabilmente mesi, e questo lo intuiamo sia grazie alla voce narrante di Claire, sia dall’ingrigirsi dei suoi capelli corvini.

La mancanza di acqua e l’attesa snervante fanno piombare gli uomini nell’anarchia più assoluta che sfocia poi in una bestiale caccia all’uomo per giustificare la superstizione del ferro di cavallo.

La situazione verrà raddrizzata in extremis da Yi Tien Cho che continua a promettere grandi cose in quanto nuovo personaggio. Era abbastanza evidente già dalla sua primissima apparizione che il buffo ometto ubriacone fosse soltanto una mascherata, o comunque un parte infinitesimale di quello che in realtà si cela dietro la facciata. Un uomo dal passato turbolento che ha nascosto molto bene tristezza ed alienazione, rinvenute in questo episodio anche se in piccole dosi. Il suo monologo e il finale di episodio sono forse i momenti più topici di questi sessanta minuti, che non vantano certo situazioni particolarmente movimentate. Un episodio leggero, scorrevole e anche piuttosto piacevole da guardare, che racchiude comunque il passaggio fondamentale della stagione che tutti quanti stavamo aspettando, quello che darà finalmente una direzione ben precisa e mirata alla nostra storia.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7.5/10

In breve

Un episodio leggero e scorrevole senza situazioni particolarmente movimentate, ma uno snodo comunque fondamentale della stagione perchè racchiude il passaggio verso una direzione narrativa ben precisa.

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Porcamiseria

7.5

Un episodio leggero e scorrevole senza situazioni particolarmente movimentate, ma uno snodo comunque fondamentale della stagione perchè racchiude il passaggio verso una direzione narrativa ben precisa.

Storia 7.5 Tecnica 8 Emozione 7
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