Outlander3×06 A. Malcom

Jamie e Claire finalmente si ritrovano dopo ben vent’anni di distanza. Superato lo shock iniziale, i due innamorati tentano di ricostruire mano a mano il loro rapporto, cercando con tutte le loro forze di superare gli effetti deleteri del tempo.

8.5

La decisione di postporre per due settimane proprio il sesto episodio tra tutti i tredici disponibili nella terza stagione non si può proprio definire una scelta peculiare. Lasciar fermentare per tutto questo tempo l’incontenibile emozione per l’incontro più atteso, per quel momento topico in cui gli sguardi di Jamie e Claire si sarebbero finalmente rincontrati dopo vent’anni, ha incrementato ancor di più le nostre più rosee aspettative, egregiamente ripagate con 75 minuti di puro godimento.

La struttura portante di questo episodio è forse la più semplice e lineare vista finora; è come se una spessa lente d’ingrandimento fosse puntata esclusivamente sui nostri due protagonisti, lasciando tutto il resto in disparte, un marginale contorno sfocato di nessuna importanza, utile solo a creare una cornice appena vagamente accennata.

Dopo essere rinvenuto dallo svenimento, Jamie è sconvolto, disorientato a tal punto da domandarsi, con la voce rotta dall’emozione e il viso rigato dalle lacrime, se l’immagine di Claire stanziata di fronte a lui non sia nient’altro che una visione, come una delle tante avute nei suoi sogni febbricitanti a Culloden.

Tante, infinite volte aveva sognato quel viso di porcellana incorniciato dai folti riccioli neri che tanto amava, ma sempre quel sogno si era trasformato poi in un incubo al suo risveglio, realizzando che quello splendore non era nient’altro che una crudele e fallace visione alimentata dal suo dolore. Ma Claire è lì, davanti a lui in carne ed ossa, pronta a cominciare una nuova vita insieme o, per meglio dire, pronta a ricominciare a vivere. Lo sbalordimento iniziale, tuttavia, lascia lentamente posto all’incertezza. Un’incertezza dettata da una sgradevole sensazione di instabilità, che fa vacillare Jamie in modo particolare. Quella confidenziale complicità sviluppatasi durante il loro periodo come marito e moglie sembra d’un tratto svanire in una nuvola di fumo.

Vent’anni è un periodo di tempo infinitamente lungo, e Jamie se ne rende conto immediatamente.

Jamie: “I’m no longer the man you once knew. You and I… We know each other less then we did when we first wed!”

Per questo, la chiave di lettura dell’intero episodio è la calma. Una calma che si traduce con un approccio pacato e rispettoso di Jamie nei confronti di Claire, quasi ai limiti di un distacco reverenziale degno di un gentiluomo della sua epoca; come dovesse riavvolgere il nastro daccapo, ripartendo da un tiepido e cordiale corteggiamento. Chiedere a Claire il permesso di poterla baciare gli sembra quasi un gesto dovuto dopo tutto questo tempo; la pudicizia che dimostra nell’imbarazzo di doversi togliere i pantaloni macchiati davanti alla donna con cui ha condiviso il letto per tante e tante volte, ci fa quasi sorridere nella sua goffa tenerezza.

Di questi simpatici momenti, tra l’altro, ne è caratterizzato l’intero episodio, chiaramente utilizzati come un buffo inframezzo per stemperare i toni talvolta solenni che predominano nei 75 minuti. Ecco però che l’atmosfera attorno a Claire e Jamie torna subito calma e densa nel momento in cui il focus si sposta sull’inedita cornice del bordello di Madame Jeanne. Cornice curiosa per una cena dall’intento romantico, ma quando le porte della modesta stanza si chiudono dietro di loro, tutta la volgarità del contesto sembra svanire nel nulla. La tavola imbandita attorno alla quale consumano la loro cena pare come racchiusa all’interno di una bolla insonorizzata.

Il rumore delle stoviglie e qualsiasi altro suono, compreso quello delle loro voci, viene completamente annullato, lasciando solamente l’Io narrante di Claire che racconta in prima persona ogni sensazione di quel momento così magico. La telecamera zoomma sui loro volti, sulle loro espressioni distese e rilassate, soffermandosi poi sui piccoli dettagli di quella tavola calda e imbandita che ispira un così grande senso di familiarità: un acino d’uva portato delicatamente alla bocca, quei calici di vino d’un rosso carico e brillante sorseggiato lentamente, molto lentamente, come a desiderare che questo momento duri più a lungo possibile, gustando ogni singolo boccone, quasi assaporandosi a vicenda l’uno con l’altra.

Claire: “We ate slowly, savoring each other as much as the meal before us.”

Anche la loro prima notte spesa insieme dopo tutto questo tempo viene interpretata allo stesso modo. Quando le loro mani si incontrano “per caso” al centro della tavola, la voglia reciproca l’uno dell’altra sembra superare il mutuo timore di non riconoscersi più, di non essere più in grado di ricreare quell’alchimia pazzesca che li ha sempre contraddistinti e soprattutto la paura del tempo, del corpo che cambia e invecchia e dell’imbarazzo che ne deriva nel mostrarsi letteralmente a nudo vent’anni dopo l’ultima volta. La scena della svestizione sembra durare un’eternità: quasi 5 minuti dedicati interamente a Jamie e Claire che si spogliano a vicenda, pezzo per pezzo, abito per abito, senza saltare nemmeno un dettaglio.

Questa scena ricrea perfettamente la loro prima notte di nozze; lo stesso imbarazzo, la stessa tensione ma allo stesso tempo anche quel vibrante senso di eccitazione latente vissuta durante il preludio della loro storia.

Superati i primi ostacoli iniziali, quasi grotteschi a vedersi per la verità, i due innamorati realizzano che in fin dei conti è come tornare in bicicletta, consumandosi poi letteralmente a vicenda per tutta la notte. Di quando in quando (per riprendere un po’ fiato, s’intende) la loro passione travolgente viene intervallata da inframezzi chiaccherecci sulla vita di Jamie, della quale abbiamo soltanto un’idea abbastanza sommaria. Non c’era bisogno della sua rivelazione per farci intuire che il tricorno e i calzoncini in stile britannico non erano che una banale copertura forzata ai suoi sotterfugi di stampo sedizioso. Ma probabilmente di questo se ne discuterà nel prossimo capitolo.

L’eccellenza di questo episodio sembra parlare da sé. I minuti scivolano via con una facilità disarmante, nonostante la natura prettamente descrittiva di molte delle scene proposte. Questa insistenza nel soffermarsi sui particolari, sulla peculiarità del singolo dettaglio, si traduce in qualcosa di splendido, in grado di esaltare e impreziosire il momento, dando corpo e carattere al concetto che gli autori vogliono far passare in quel preciso istante. Nulla sembra superfluo o ridondante ma ogni tassello pare incasellato al posto giusto, come se ogni cosa avesse uno scopo ben preciso al fine di creare un disegno perfetto, quale in effetti ci è stato presentato.

Porcamiseria
  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.5/10

In breve

Un episodio eccelso senza ombra di dubbio. I minuti scorrono velocemente nonostante le numerose scene di stampo prettamente descrittivo, che non annoiano e non risultano per niente ridondanti, ma anzi impreziosiscono i singoli momenti dedicati a Jamie e Claire con squisiti dettagli.

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Porcamiseria

8.5

Un episodio eccelso senza ombra di dubbio. I minuti scorrono velocemente nonostante le numerose scene di stampo prettamente descrittivo, che non annoiano e non risultano per niente ridondanti, ma anzi impreziosiscono i singoli momenti dedicati a Jamie e Claire con squisiti dettagli.

Storia 8.5 Tecnica 8 Emozione 9
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