Outcast1×01 A Darkness Surrounds Him

Outcast, ennesima creatura di Robert Kirkman, narra le vicende e i demoni che intrecciano la vita di Kyle Barnes. Una serie horror dal sapore psicologico, capace di intrattennere ed incantare, andando oltre i canoni più classici del genere "possessioni".

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Il filone delle possessioni è un sottogenere ormai saturo, vuoi il limite oggettivo dell’argomento, vuoi il suo prestarsi allo “spavento facile”, creando tutto quel sottogenere di prodotti per teenager che abbiamo visto e rivisto sia al cinema che in tv.
Outcast, però, ha ancora qualcosa da dire sull’argomento e lo fa in pieno stile Kirkman: prendendo il sovrannaturale come mezzo per esplorare la natura umana, spesso ben più spaventosa di qualsiasi zombie o demone.

Outcast 1x01 A Darkness Surround Him Recensione

Kyle Barnes vive da mesi recluso nella sua fatiscente casa d’infanzia a Rome, West Virginia.
I ricordi, il senso di colpa e i rimorsi l’hanno completamente consumato, rendendolo un involucro vuoto.
A tormentarlo gli abusi della madre, i cui segni sono ben visibili nei disegni ad altezza di bambino lasciati da Kyle nella dispensa dove la madre era solito chiuderlo, e il forzato allontanamento dalla figlia e dalla moglie.
I demoni che lo stanno divorando non sono astratti ma concreti, c’è qualcosa di diverso in Kyle: qualcosa di oscuro lo circonda.
A Darkness Surrounds Him è proprio il titolo del pilot di Outcast, la nuova creatura di Robert Kirkman adattata per il piccolo schermo.
All’appello non manca nessun cliché: il bambino posseduto, il reverendo esorcista, levitazioni sovrumane, una buona dose di fluidi neri nauseabondi e perfino il demone spaccone.
La regia è curata, essenziale e poco invadente, segue i personaggi senza troppi virtuosismi, concedendosi solo qualche inquadratura interessante giocando con la profondità di campo.
Il paragone con l’altra opera di Kirkman, The Walking Dead, sembra scontata ma non si limita alla sola paternità comune.

Outcast 1x01 A Darkness Surround Him Recensione
In entrambi l’elemento sovrannaturale è protagonista della storia ma nel contempo il contorno: I morti viventi diventano l’alienazione del genere umano così come i demoni dell’inferno si tramutano in turbe psicologiche terrene.
Strappata la componente scenica, Kyle Barnes ricalca perfettamente la storia di un uomo che ha perso il controllo per colpa di qualcosa di oscuro e di cui è complesso tracciarne la provenienza e la natura.
In modo asciutto affronta le problematiche dell’abuso e dell’omertà di chi potrebbe intervenire ma non lo fa e del senso di colpa che questo porta con sé: che la causa scatenante della trasformazione della madre Sarah sia un demone o l’alcol o la droga fa poi così tanta differenza?
Outcast esamina come il passato ciclicamente influenzi ogni componente vitale del protagonista che non può trovare pace, distruggendo inconsciamente anche la poca felicità che riesce a creare.
Sullo sfondo il tipico paesaggio pastorale americano, ferale e a tratti quasi post apocalittico, perfettamente descritto da una fotografia quasi “disegnata”.

Outcast 1x01 A Darkness Surround Him Recensione
Siamo a Rome, una cittadina fittizia del West Virginia, nel bel mezzo della Bible Belt statunitense. La popolazione è quasi totalmente bianca, legata fortemente alla religione protestante ed evangelista, un dettaglio fondamentale che permette a Kirkman di approcciarsi alla possessione demoniaca e l’esorcismo in modo più libero, scevro della componente ritualistica del processo cristiano cattolico.

Reverend Anderson: Demons are tricksters. They want you to be more scared of them than you need to be.

Niente latino o bagni nell’acqua santa, Kyle Barnes preferisce prendere a cazzottoni sul muso i bambini posseduti e inondarli con il proprio sangue; una scena da perfetto copione parodistico, se l’episodio non fosse riuscito a creare quell’ambientazione di dannazione e dolore.
Ecco, in Outcast, il dolore è reale, profondo, comprensibile a chiunque. Viscerale.
Patrick Fugit calza perfettamente il ruolo dell’antieroe, senza mai scivolare nel macchietta del “ribelle tormentato”.

Outcast 1x01 A Darkness Surround Him Recensione
Ad accompagnare Fugit altri nomi noti del panorama televisivo, da Wrenn Schmidt (Person of Interest, The Americans) a Reg E. Cathey (House Of Cards, The Wire). Un cast eterogeneo, capace di trasformare degli “stereotipi” viventi in personaggi complessi e di spessore.

Outcast è stato capace di usare la sensazione di già visto a proprio vantaggio, smussando gli stereotipi e modificando leggermente i cliché, sputando fuori un prodotto “innovativo” nel panorama delle serie tv – processo già di successo nel cinema horror di nicchia degli ultimi anni.

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A Darkness Surrounds Himnon è un episodio da amore a prima vista ma sono 45 minuti da manuale, capaci di accontentare per un motivo o per l’altro qualunque spettatore, da chi adora lo spavento facile a chi è un po’ più spocchioso e dopo anni di infiniti Ultimi Esorcismi reagisce come il piccolo Joshua di fronte ad uno scarafaggio appena qualcuno nomina “possessioni”.

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