Orphan Black5×04 Let the Children and Childbearers Toil – 5×05 Ease for Idle Millionaires

Per Orphan Black è tempo di andare in profondità nella gerarchia di Neolution, mettendo al loro posto gli ultimi tasselli di un passato fumoso e raccontandoci i metodi spietati di P. T. Westmoreland. Il temperamento del patriarca di Leda e Castor suggerisce che dietro l'arroganza e la spavalderia ci sia poco altro, e che a volte il bene per la scienza celi oscuri benefici privati.

0.0

Let the Children and Childbearers Toil

Mrs. S. ha qualche asso nella manica, non ne ha mai fatto mistero, e onestamente mai avremmo pensato ad un ritorno di Adele nelle schiere degli alleati. Putroppo, per quanto questa connessione sia l’unica plausibile considerando che siamo alle battute finali della serie, la risoluzione offscreen dei rapporti tra la sorella di Felix e il Clone Club – incluso il loro segreto inconfessabile – appare raffazzonata quasi quanto le curiose abilità legali di Adele.

Non è tuttavia l’unico problema di “Let the Children…”, anzi, è questo un episodio di Orphan Black in cui si tira avanti in più di un’occasione grazie a traballanti plot device e scelte inutilmente pericolose, nonostante i colpi di scena e gli spiegoni sulla storia di Neolution appaiano comunque soddisfacenti. Molto bello vedere in azione Sarah e Mrs. S. insieme, soprattutto quando l’alchimia tra i personaggi è innegabile, riuscendo persino a comunicarci il sottile legame di protezione tra madre adottiva e figlia; meno bello è il metodo omertoso secondo il quale sarebbe meglio per Sarah non sapere fino all’ultimo di avere davanti nientemeno che Virginia Coady, missing in action da parecchio tempo.

La situazione è del tutto controintuitiva, poiché se l’obiettivo è una missione in incognito per parlare con la dottoressa, sarebbe stato molto più naturale se Sarah fosse stata messa al corrente prima dell’identità del soggetto misterioso, onde evitare reazioni inconsulte; invece, gli sceneggiatori puntano allo shock value spicciolo, peccando di incoerenza narrativa e rendendo indigesto il dipanarsi della narrazione.

A salvare quel che resta del quarto episodio ci pensano Cosima e Ira, giunti alla medesima conclusione di Sarah tramite altre vie. L’idea dell’esperimento mal riuscito, sebbene sia un classico del genere quando c’è di mezzo la genetica, non ha l’aria di un abusato cliché, anzi è strumentale a dare un quadro più completo all’enigmatica figura di Westmoreland: è il chiaro villain di serie, finora celato nell’ombra, ed emergono finalmente i suoi metodi crudi e spietati.

Infine, l’incontro con Helena è il vero nucleo emozionale dell’episodio, fa da collante a tutte le brevi esperienze extrasensoriali delle sestras e riesce a dare profondità a un racconto fino a quel momento schematico e didascalico, dando corpo a una connessione tra i cloni Leda finalmente tangibile e densa di significato.

2.5

 

Ease for Idle Millionaires

Tralasciando le spiegazioni genetiche, sempre puntuali in sci-fi minuziosi come Orphan Black – almeno sotto questo punto di vista – “Ease for Idle Millionaires” non è altro che una gigantesca lente di ingrandimento sulla malvagità e banalità di Westmoreland.

Tutto è inscenato per compiacere il big boss di Neolution, con tanto di travestimenti e cena improbabile, e tanto di Cosima che alza il dito medio ad abiti gender conforming. Qui il vero Westmoreland risale dalla superficie elegante e sontuosa: prepotente, arrogante e immaturo, nonostante i sedicenti decenni trascorsi a cercare l’immortalità; tutto si riduce ad asservire la scienza all’allungamento della vita e alla rigenerazione dei tessuti, ad un gene cruciale per i suoi propositi e al primo esperimento dai risultati almeno parzialmente positivi. Sarah, Helena e Kira rappresentano il successo del metodo Neolution, ora ridotto a un nucleo indegno e immorale che persegue i propri scopi egoistici, laddove Susan Duncan pareva almeno seguire l’ombra di un’etica professionale.

L’egoismo e la spinta patriarcale di Neolution hanno come loro nemesi Cosima e la sua vita a cavallo tra la scienza e l’amore per le sue sorelle, e Delphine, ora collocata inequivocabilmente nel lato giusto della storia pronta a mantenere le promesse fatte alla sua compagna; se Orphan Black ci ha insegnato qualcosa, è che la volontà di tenere in gabbia – sia essa reale o metaforica – i cloni non ha portato altro che un’altrettanto ferrea determinazione da parte loro di ritrovare la libertà, e Westmoreland non sarà un’eccezione.

È un episodio di Orphan Black che recupera terreno rispetto al precedente, con un’ottima scrittura e una ricchezza di significati e messaggi che vanno al di là delle situazioni di pericolo affrontate dai cloni. Quando le emozioni delle sorelle e dei loro rivali o alleati vengono a galla si capisce quanto la serie ha da offrire fino al suo ultimo minuto – persino nelle perfide ritorsioni fisiche di Rachel -, e in “Ease for Idle Millionaires” abbiamo non solo questo, ma anche un villain messo a nudo nonostante il suo apparente potere, in tutta la sua disarmante banalità.

4.5

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