Orange Is The New BlackSeason 6 Recap: Tradire per Sopravvivere

Le prime e buone impressioni su questa sesta stagione, successive alla visione del primo episodio, sono state puntualmente confermate dall'intera stagione. Una stagione giocata sui temi delle conseguenze e del tradimento, coronata da un ultimo episodio magnifico per intensità e costruzione.

8.0

Parlando del primo episodio di questa sesta stagione di Orange Is The New Black avevamo ipotizzato che i restanti dodici episodi si focalizzassero sulle conseguenze della rivolta della quinta stagione, tra aumenti di pena e la morte di Piscatella ancora da chiarire.
Inoltre, c’era il mistero della scomparsa di Alex. E una nuova struttura da scoprire e conoscere, la Massima Sicurezza di Litchfield.

Fortunatamente, avendo ben altre tematiche alle quali pensare, gli sceneggiatori non impiegano troppo tempo a risolvere la questione Alex Vause.
Ci lasciano per un po’ con il dubbio se la ragazza sia rinchiusa altrove, ferita o addirittura morta, giocando con noi e con la povera Piper, per poi rassicurarci: Alex è viva e vegeta.
Magari un po’ malconcia per le ferite subite nel finale della scorsa stagione, ma dopo un soggiorno in ospedale è tornata ed è pure finita nello stesso braccio della sua compagna.
E come al solito, della coppia lei è quella saggia, esperta, che spinge per tenere un basso profilo, senza attirare l’attenzione di chi comanda e senza farsi invischiare nei giochi di potere della Massima Sicurezza.
Piper, d’altro canto, si comporta come si è sempre comportata. Non si cura di odii e di guerre, non si cura di essere ormai prossima alla scarcerazione. Vuole fare qualcosa di buono per le altre detenute, vuole lasciare il segno e migliorare la vita in prigione.
Ovviamente, come sempre questa sua attitudine la metterà nei guai, unita al suo aspetto e al suo background che la rendono uno dei bersagli prediletti per i bulli in prigione.
E il suo lavoro per raggiungere lo scopo prefissato e difendersi dagli attacchi della compagna di cella otterrà due risultati incredibili, che si intrecceranno sorprendentemente con la trama più corposa della guerra tra gang in un finale di stagione scoppiettante.

Per il resto, le varie trame – partendo dalle colonne portanti della stagione, ovvero la guerra tra i bracci C e D e il processo a Taystee – hanno un unico elemento in comune, un’ombra che sembra avvolgere tutto e tutti: il tradimento.
Taystee si ritrova a dover combattere in un processo perché incastrata, accusata di un omicidio che non ha commesso. Lei che ha lottato apertamente sempre e solo per cercare di ottenere giustizia per l’omicidio di Poussey Washington, ora è processata non solo per il ruolo chiave nella rivolta di Litchfield, ma anche e soprattutto per la morte di Piscatella. Del resto, aveva sicuramente il movente e l’opportunità. Chiaro quindi che possa, anzi debba essere colpevole.

La sesta stagione si fonda sul tradimento: quando la scelta è tra migliorare le proprie condizioni di vita in prigione evitando anche un aumento della pena e il proteggere un’amica evitando di testimoniare contro di lei, l’istinto di sopravvivenza tende a prendere il sopravvento. E i federali lo sanno bene.

Tanto più che, imboccate come ai tempi della Santa Inquisizione, le testimonianze a suo sfavore fioccano. Perché alla fine, di fronte alla scelta tra il dire la verità (cioè che nessuno sa niente della morte di Piscatella) rischiando pene più pesanti e isolamento, e il dire ciò che vogliono sentire gli investigatori e patteggiare condizioni migliori, le amicizie perdono valore. Ognuno per sé, e se per sopravvivere si deve incriminare chi un tempo era un’amica, pace.
Il tradimento peggiore, per Taystee, è chiaramente quello di Cindy, che oltre a essere una delle sue amiche più strette è anche l’unica a conoscenza di quanto sia successo realmente, dell’innocenza della ragazza e della colpevolezza delle forze speciali. Ma Cindy ha deciso di non parlare e di cambiare il racconto andando incontro ai desideri della polizia. Per paura delle ritorsioni, per la possibilità di non essere creduta, per istinto di sopravvivenza nella speranza di poter prima o poi uscire di prigione, per tenere al sicuro Suzanne. Tante e validissime ragioni, che però non bastano a nascondere la cruda verità che vi si cela dietro: Cindy ha deciso di tradire l’amica accusandola di omicidio per evitare problemi. E Cindy stessa ne è consapevole, e il suo malessere psicologico si tramuterà poi in malessere fisico, dolori psicosomatici che la tormenteranno senza però riuscire a portarla a confessare il tradimento all’amica.

Troviamo anche una Red mai così disillusa e rancorosa: abbandonata dalla sua vera famiglia, tradita dalle persone che negli anni aveva imparato a trattare e proteggere come la sua nuova famiglia, delusa da tutti e soprattutto dalla persona di cui più si fidava. Una Red in cerca di vendetta.

Poi abbiamo i tradimenti legati a Red, un tempo leader carismatica delle detenute a Litchfield e ora ridotta a una macchietta di sé stessa, sempre più lontana dalla sua vera famiglia ma anche da quella che aveva iniziato a vedere come la sua famiglia adottiva.
I federali infatti vogliono dei capri espiatori, e la russa è perfetta per questo ruolo, tra il potere di cui aveva sempre fatto sfoggio in prigione e il bunker sotterraneo dove aveva portato le sue protette durante la rivolta, e dove poi era stato rinvenuto il cadavere di Piscatella. Red anche qui cerca come prima cosa di avvertire le sue figlie, di metterle in guardia dai tranelli degli investigatori, ma tra incomprensioni e freddi calcoli si ritrova abbandonata e venduta, un tradimento doloroso che le causerà un aumento di pena e quindi l’impossibilità di vedere i nipoti ancora bambini.
La tradiscono tutte, bene o male. Piper perché riesce a interpretare malissimo il suo avvertimento, finendo col venire interrogata in uno stato di shock; Nichols è l’unica a essere combattuta al riguardo, al punto di avvisare Red ottenendone in qualche modo la benedizione; Freida invece, dopo aver tentato il suicidio, accetta con freddezza di collaborare con la polizia, vendendo senza esitazioni l’amica di tanti anni passati a Litchfield, in cambio del trasferimento al braccio Florida, una sorta di territorio neutro per le guerre tra bande, abitato quasi esclusivamente da detenute innocue e anziane o con problemi mentali. Infatti ci troverà Suzanne, per dirne una, che recluterà come propria guardia del corpo.

In questa stagione impariamo altre cose sul passato di Freida, ovvero il periodo passato qui in Massima Sicurezza prima di finire trasferita al reparto normale di Litchfield. Scopriamo che all’epoca due sorelle (che si riveleranno poi sempre più pazze, probabilmente i personaggi più cattivi della serie, il flashback su come sono finite in prigione è terrificante), Carol e Barb, si dividevano i traffici illeciti nell’istituto. Freida era la guardia del corpo di Carol, la minore delle due sorelle. Finché -si torna sempre lì, questa stagione-  non tradì Carol smascherando i traffici delle sorelle e vendendole al direttore dell’istituto in cambio del trasferimento fuori dalla Massima Sicurezza, e mettendole una contro l’altra facendo credere a Carol che la sorella le avesse distrutto il commercio. Aveva addirittura progettato un regolamento di conti tra le bande delle sorelle, da attuarsi proprio mentre veniva trasferita. Le sorelle avevano scoperto il tradimento troppo tardi, ma ormai Freida era lontana da lì e i rapporti tra loro avevano continuato a usurarsi. Adesso sono a capo delle gang di due bracci, C e D, in guerra tra di loro come da ordini delle capobanda. E chiaramente scoprire che Freida è tornata rintuzzerà l’attività criminale delle due bande, così come altre circostanze contribuiranno a fomentare l’odio e la rivalità tra i due bracci: il tradimento di Freida spingerà Red tra le braccia di Carol, facendole al tempo stesso tagliare i ponti con tutte le vecchie amiche; Daddy, luogotentente di Barb, verrà tradita causando un aggravio della sua posizione; Badison si scontrerà – chiaramente – con Piper e Alex…

Qualche parola poi la meritano anche le guardie di questa sesta stagione. Tendenzialmente, le guardie che troviamo in Massima Sicurezza sono ciniche, amorali, prive di sentimenti umani al punto da farci rimpiangere Pornobaffo, ma anche lo stesso Piscatella che era un animale, certo, ma nella sua follia era chiaramente un’eccezione, un elemento anomalo.
Qui invece evitano ogni contatto con le detenute, le malmenano allegramente senza neanche cercare pretesti, e arrivano addirittura a fare il fantadetenute dividendosi le prigioniere e assegnando punti alle varie attività traumatiche che potevano capitargli, dai richiami all’isolamento, dagli scontri con altre detenute ad atti d’amore, dall’omicidio alla morte.
In questo contesto si trovano a muoversi le guardie reduci dalla rivolta. Una rivolta, ricordiamolo, estremamente traumatizzante per loro, e infatti ognuno l’ha affrontata a modo suo. C’è chi non riesce a dormire, chi diventa nervoso se le detenute si agitano o si avvicinano troppo, chi ha messo tutto in discussione. Insomma, in queste prigioni abbiamo vite rovinate dietro le sbarre ma anche dall’altra parte.

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Non si può non concludere lodando l’ultimo episodio, Be Free.
Un episodio costruito perfettamente, che raccoglie quanto seminato nei dodici episodi precedenti portando le trame alla loro naturale conclusione (che sia un processo, uno scontro tra bande o altro) lasciando però lo spettatore in bilico fino all’ultimo: come finiranno le cose? Come si concluderà il processo di Taystee? Cosa succederà al regolamento di conti, chi vivrà e chi morirà? Cosa succederà a Piper e Alex?
Un susseguirsi di eventi che fa aumentare la tensione fino a quando non si scoprono le carte e assistiamo alla fine di quanto messo in moto precedentemente. Un episodio che regala momenti teneri e di gioia, momenti di sollievo, momenti di rabbia. Con la perla dell’ultimo colpo di scena, il tradimento finale, la serie che irrompe ancora di più nell’attualità, proprio quando ormai si pensava l’episodio terminato.

La prossima stagione probabilmente sarà l’ultima, i personaggi ormai tendenzialmente non hanno più molto da dire, ma la possibilità che si intrecci ancora di più con l’attualità americana apre scenari interessantissimi per quella che potrebbe essere una settima stagione sorprendente.

  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
8/10

In breve

Questa sesta stagione ci dà quello che ci si aspettava dopo la quinta stagione e dopo aver visionato la premiere stagionale: le conseguenze della rivolta, una nuova struttura, una scrematura dei personaggi, e tradimenti. Tutti possono tradire chiunque, le alleanze e la lealtà non esistono quando in gioco la propria sopravvivenza, e le detenute di Litchfield impareranno duramente questa lezione.

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Porcamiseria

8

Questa sesta stagione ci dà quello che ci si aspettava dopo la quinta stagione e dopo aver visionato la premiere stagionale: le conseguenze della rivolta, una nuova struttura, una scrematura dei personaggi, e tradimenti. Tutti possono tradire chiunque, le alleanze e la lealtà non esistono quando in gioco la propria sopravvivenza, e le detenute di Litchfield impareranno duramente questa lezione.

Storia 7.5 Tecnica 8 Emozione 8.5
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