Orange Is The New Black4×12 The Animals – 4×13 Toast Can’t Never Be Bread Again

Season Finale Mentre si concretizza un tentativo di ribellione dopo una serie di drammi e violenze, la situazione precipita. Niente sarà più come prima a Litchfield, non dopo l'omicidio di una di loro. Se le detenute cercheranno di porre fine a questa serie incessante di ingiustizie, Caputo riuscirà a fare ciò che è giusto, solo quando sarà troppo tardi.

0.0

The Animals

A tutti noi è capitato, almeno una volta, durante quel turbine di emozioni contrastanti che è l’adolescenza, di restare intrappolati nelle dinamiche di un gruppo che non ci apparteneva. Contro ogni buon senso, a tutti noi è capitato di voler piacere, di dimostrare qualcosa, di apparire coraggiosi e spavaldi a chi, in realtà, non ci piaceva affatto ma per qualche evento strano era eletto leader. La legge del branco, così la chiamano. Chi più, chi meno, tutti ci siamo ritrovati in situazioni scomode che non avremmo mai accettato nella vita, tranne che in quel periodo adolescenziale, in cui tutto è confuso e il confine tra morale e popolarità diviene fin troppo labile. E se siete stati tanto fortunati e perspicaci da non aver mai subito l’influenza di qualcuno, lo stesso non è capitato a Bayley. Ingenuo, sensibile e perennemente alla ricerca di una conferma sociale, è in balia dei suoi compagni, a causa dei quali si ritrova a fumare erba su una cisterna, dietro le sbarre e senza lavoro. Nel suo background esperienziale si intravede la fragilità, ma allo stesso tempo la profonda bontà di un ragazzo che si è ritrovato in situazioni scomode e difficili da gestire. Ciò che ci colpisce è il punto di contatto, nel passato, tra la sua vita e Litchfield. La prigione dove andrà a lavorare è soltanto, all’inizio, una realtà lontana che desta malinconia e allo stesso tempo curiosità per un neodiplomato che guarda al futuro. Nel gioco infantile di tirare le uova, colpirà proprio la nostra carismatica Frida, ma, mentre negli altri si coglie un perverso piacere nel colpire le detenute, in Bayley si intravede soltanto disagio e rimorso per non aver rispettato la dignità del prossimo.

oitnb 4x12

Non ci sorprende, quindi, che tra tutte le guardie di Litchfield, l’unico che mostrerà pietà e senso della giustizia è proprio Bayley, riferendo a Caputo della crudeltà di Humphrey. Dopo quella nottata di violenze inaudite, tutte le detenute vogliono inaugurare una collaborazione per licenziare Piscatella e ribellarsi a quel circolo vizioso di soprusi, divenuto uno dei focal point dell’intera quarta stagione. Ma l’astio, l’ignoranza, l’individualismo egotistico rendono impossibile qualsiasi tentativo di collaborazione tra i vari gruppi e Red, vittima di Piscatella, è troppo stanca per ergersi a guida… Tutto l’episodio si configura come una drammatica panoramica del dolore, che connota tutte le storyline: Sophia che trova in Mendoza un’amica; il dialogo illuminante tra Doggett e Big Boo, tutto basato sulla dialettica del perdono; il discorso profetico e sincero di Caputo a Bayley; la stasi di Suzanne e lo sconforto di Healy.

In una drammatica escalation di tensione e risentimento, l’idea della protesta, la volontà di reagire e affermare il proprio esserci, si insinuano in alcune detenute, come Blanca, Piper, Brooke, che rifiutano ogni principio di pragmatismo, in nome di un idealismo, ora più necessario che mai. La situazione precipita quando Piscatella causa la caduta di Red, in sala mensa. Al di là del gruppo di appartenenza, al di là delle simpatie individualistiche e dei vari trascorsi, Red ha avuto sempre autorevolezza e rispetto a Litchfield. È stata sempre rispettata, non perché incuteva timore, ma per essere stata una madre severa quando serviva, e una guida giusta e profonda per tutti. Non ci sorprende, quindi, che è proprio la violenza subita da Red, proprio il fatto di esser stato colpito il pilastro della loro comunità ad essere l’incentivo per la rivolta. Prima Blanca, poi Piper, poi Taystee, Frida, Brooke, Alex, Big Boo, Poussey, Suzanne e, infine, tutte salgono su quel tavolo, che già avevamo visto, essere simbolo di dignità e giustizia. In silenzio, in piedi, con sguardo altero.

oitnb 4x12

Non arrendersi mai. Non durante gli interrogatori, le torture psicologiche, l’isolamento. Non arrendersi mai davanti alla cattiva politica, alla perversione, alla crudeltà. Mai un passo indietro, tutte lì, insieme, a disturbare il potere che opprime. Non arrendersi mai. Entrano le guardie. Non arrendersi mai. Le guardie urlano. Non arrendersi mai. Le guardie le trascinano giù. Non arrendersi mai. Il caos. Mai un passo indietro. Fino a quando ad urlare non sono più le guardie, ma Suzanne, in lotta con i propri demoni e terrorizzata da se stessa. Cade, si agita e Poussey la soccorre, in un vortice di eventi non definito, in una primitiva lotta di tutti contro tutti. La dolce, intelligente, intuitiva, profonda Poussey, nel tentativo di aiutare, viene sopraffatta non da Piscatella, non da Humphrey – sarebbe stato facile odiarli- ma dall’insicurezza e fragilità di Bayley. Poussey soffoca sotto il peso dell’inadeguatezza, come molte volte abbiamo visto succedere in questa realtà meschina. Morta per caso, uccisa per sbaglio. E mentre di Poussey resta soltanto il ricordo di ciò che è stata, un furore impotente trafigge le detenute. Una su tutte: Taystee.

oitnb 4x12

Nel suo abbraccio lapidario, in una scena ormai cult di Orange is The New Black, si scorge tutto il suo dolore. Vediamo, nelle sue lacrime, una certezza che ha il sapore dell’odio: la certezza dell’ingiustizia indicibile di cui l’amica è caduta vittima. Nell’ultima scena, così emblematica ed espressiva, c’è il dolore che finalmente esplode in un urlo di bestia ferita. E mentre tutti piangiamo davanti lo schermo, mentre questa sofferenza ci travolge come un fiume in piena, abbracciamo Poussey. Come Taystee. Forse più di Taystee.

Toast Can’t Never Be Bread Again

Una giovane donna vive una notte magica, nel senso letterale del termine, in quel crocevia di culture, stravaganze, mode sui generis che è New York. Quella nottata che tutti noi da giovani abbiamo sognato. Imprevedibile. Affascinante. Pericolosa quanto basta. Quelle tipiche serate che entrano di diritto nel novero dei racconti agli amici, nelle sere d’estate quando si brinda a ciò che è stato e a ciò che verrà. Poussey, prima di essere assorbita dal grigiore di Litchfield, era una splendida giovane donna, plurilingue, cosmopolita, acculturata. Vive, nella sua ultima notte da cittadina libera, un’esperienza a metà tra il misticismo e il surrealismo, con un corredo di suoni, luci, sorrisi meravigliosamente inaspettato. E ci regala un ultimo sorriso, pieno di garbo e intelligenza, empatia ed allegria. Ci piace ricordarla così Poussey: felice, affascinata da tutto ciò che una città come New York aveva da offrirle e grata per tutte le avventure vissute. Ci piace ricordarla così, piuttosto che stesa sul pavimento della mensa di una prigione, non reclamata da nessuno.

oitnb 4x12

Il grande season finale di Orange is The New Black, infatti, si presenta in modo bipartito: da una parte una cornice positiva che vede Poussey protagonista della sua gioventù, dall’altra lo scenario di Litchfield che va a rinnegare qualsiasi diritto umano. In questo modo, il carico emotivo della puntata si amplifica, in modo fortemente tragico. Non solo Poussey è morta, non solo per più di sessanta minuti dobbiamo piangere alla visione del suo corpo inerme steso a terra, ma dobbiamo assistere anche a quello spettacolo che era la sua vita e della quale era stata privata. Perché, lo sappiamo, Poussey non era un’assassina, non era una tossicodipendente, era dentro per un equivoco. La sofferenza è maggiore, in quanto siamo di fronte ad una grande ingiustizia e lo scarto che vi è tra la conditio iniziale di Poussey e il suo fatale destino diviene il leitmotiv ancestrale di questo finale. Lacrime e rabbia: questo è ciò che proviamo, questo è ciò che vediamo negli occhi di Taystee, nell’ebbrezza di Brooke, nell’autolesionismo di Suzanne.

oitnb 4x12

Un paradigma della sofferenza completo e drammatico che colpisce tutti, in quanto è una situazione fortemente ingiusta, in cui il carnefice diviene anche lui vittima dello stesso sistema che lascia Poussey sul pavimento gelido e sporco di una squallida mensa. Una giovane donna viene uccisa, un giovane uomo diviene il capro espiatorio di chi invece è restio ad assumersi le proprie responsabilità. La macchina del fango, infatti, tenta di colpire prima Poussey e poi Bayley e mentre noi aspettiamo ardentemente che Caputo finisca di fare il don Abbondio della situazione, il risentimento cresce. Il rancore per tutti i soprusi, le violenze psicologiche e fisiche aumenta fino ad arrivare ad un punto di non ritorno o quasi. Le detenute sono lì di fronte ad Humprey, Dayanara prende una pistola e in un secondo tutta la violenza subita potrebbe essere cancellata. Ora, dopo tutto quello che abbiamo visto in questa quarta stagione, non possiamo pretendere da queste donne né raziocinio, né riflessione. Nei loro sguardi pulsano le vene, dalla rabbia. Sono esauste e senza più speranza e dove si annulla la giustizia, emerge la vendetta. Caputo, solo alla fine, acquisisce dignità e consapevolezza, rinunciando ad ogni giustificazione, a ogni discorso preesistente per dare fede alla verità e per togliere da quel dannato pavimento il corpo di Poussey. Non avevano neanche chiamato suo padre. Che squallore.

oitnb 4x12

Questo finale ci ha distrutto e ci lascia in un mare di lacrime. Una stagione assolutamente perfetta, dalla prima puntata fino a questo finale che sintetizza, in modo mirabile, una gamma di sentimenti eterogenea e profonda che parte dal dolore, passa per la rabbia e approda all’empatia e alla pietà. Non occorrono molte parole. Quando una storia ti colpisce così nel profondo, il lavoro autoriale è stato perfetto e ha innescato un meccanismo di riflessione importante ed illuminante che ci porta qui a commuoverci e a indignarci. Finché c’è indignazione, c’è speranza: la speranza che i Caputo di domani denuncino questi abusi indicibili, prima che una promettente donna muoia per sbaglio.

Ciao Poussey, quanto ci mancherà il tuo sorriso.

5

Vota l'episodio!

Sei d'accordo con noi o avresti dato un voto diverso? Dai i tuoi porcamiseria all'episodio e dicci che ne pensi nei commenti!

1 Porcamiseria2 Porcamiseria3 Porcamiseria4 Porcamiseria5 Porcamiseria
Hanno votato questo episodio 10 lettori, con una media di 5,00 porcamiseria su 5.
Loading...

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Orange Is The New Black