Once Upon a Time7×20 Is This Henry Mills?

Su Hyperion Heights incombe una terribile minaccia che rende sempre più urgente spezzare il Sortilegio e Regina dovrà mettercela tutta per far tornare in se stesso Henry, il quale si ritrova al centro di un approfondimento tra presente e passato che strapperà più di una lacrima ai fan più affezionati.

8.3

Il momento della resa dei conti è arrivato per la settima stagione di Once Upon A Time, che nel nuovo e incalzante episodio non solo mette un punto fermo alla trama orizzontale costruita nel corso di questi mesi, ma getta anche le basi per la chiusura definitiva del percorso dei personaggi e della serie intera, attraverso ulteriori approfondimenti, citazioni e parallelismi che arrivano dritti e senza mezze misure al cuore dello spettatore.

Con Gothel sempre più vicina alla realizzazione del proprio piano in seguito agli avvenimenti dello scorso episodio, gli abitanti di Hyperion Heights non hanno più tempo da perdere e hanno bisogno di trovare un modo per rientrare in possesso della propria magia e dei propri ricordi, così da potersi opporre una volta per tutte alla villain.

Per orientarsi al meglio in un episodio così ricco di avvenimenti, conviene procedere per gradi e andare ad analizzare innanzitutto ciò su cui la trama verticale punta i riflettori: la crescita di Henry e il parallelismo rovesciato che lo vuole, dopo l’accenno di cedimento in seguito al rapimento ad opera di Nick, fermo nella convinzione che la magia non esista e che nulla di ciò che gli ripete Lucy – e non solo – sia vero. Il Credente è ormai un adulto, tende a razionalizzare ciò di cui fa esperienza, e la povera Regina ce la sta mettendo tutta per risvegliarlo, senza tuttavia riuscire a piegare la sua ostinazione. Questo ci permette di assistere a degli emozionanti dialoghi tra madre e figlio, come quello nel bar di Roni, in cui emerge chiaramente non solo la disperazione della donna, ma anche e soprattutto il dolore dello scrittore, che egli imputa ai ricordi fittizi creati dal Sortilegio ma che scopriamo essere dovuto al senso di colpa reale per non aver protetto la propria famiglia da esso.

il coinvolgimento emotivo non manca e ci prepara sin da subito a quello che ci aspetta negli ultimi quindici minuti dell’episodio

Ancora più d’impatto è l’approfondimento riservato al giovane Henry nei “flashback”, in cui il ragazzo continua ad essere sospeso tra la propria normalità e la consapevolezza di essere parte di una storia incredibile: tale dilemma cela tuttavia qualcosa di più, avvicinando il nostro beniamino ai problemi di un ragazzo qualunque, nel momento in cui deve prendere decisioni riguardo il proprio futuro, un futuro che richiede di lasciarsi alle spalle la propria casa d’infanzia. Tra questo timore, coerente con il personaggio e allo stesso tempo abbastanza realistico da permettere allo spettatore di empatizzare maggiormente con lui, e le delicate e sempre commoventi scene con Regina – rese ancora più potenti dalla chimica tra Jared Gilmore e Lana Parrilla – il coinvolgimento emotivo non manca e ci prepara sin da subito a quello che ci aspetta negli ultimi quindici minuti dell’episodio, ossia dal momento mind-blowing in cui le due linee temporali si uniscono e i due volti di Henry Mills si parlano per telefono creando un loop che salverà la situazione di entrambi.

Al di là del ruolo cruciale ricoperto da questa telefonata all’interno dell’episodio – che non a caso prende il titolo proprio da qui – e della trama orizzontale stessa, la rivelazione ad essa collegata si impone come un escamotage narrativo molto interessante da parte degli sceneggiatori. Nonostante alcuni fan avessero intuito dalle interviste rilasciate da Kitsis e Horowitz e da alcuni indizi on-screen una soluzione del genere, nel corso della stagione non ci siamo sorpresi, conoscendo la sbadataggine degli autori, nel vedere alcune aporie nell’ambientazione, ma adesso siamo più sereni e soddisfatti nello scoprire che c’era una spiegazione al fatto che le scene ambientate ad Hyperion Heights mostrassero una Seattle dall’aspetto tutt’altro che futuristico o che Regina non abbia cercato aiuto a Storybrooke. Certamente ora resta da vedere se gli autori riusciranno a fare un ulteriore salto di qualità e impedire che questo si traduca nella presenza degli ennesimi doppioni dei personaggi maledetti, ma dopo questa dimostrazione di lungimiranza siamo fiduciosi che riusciranno ad aggirare il problema.

Da questo momento, come già accennato, la narrazione prosegue con un ritmo ancora più serrato verso la conclusione della trama orizzontale in delle scene dall’impatto fortissimo, che fanno da summa al crescendo emotivo su cui è costruito l’episodio. Ed è proprio in tale direzione che punta la scrittura di queste soluzioni: la scelta di far spezzare il Sortilegio ad Henry tramite il bacio a Regina, ad esempio, è quella che ci sorprende di più, nonostante ci rendiamo immediatamente conto che, in virtù di tutti i parallelismi e i ricordi che porta con sé, non poteva essere altrimenti. Allo stesso tempo, anche chi si aspettava di vedere Alice assumere un ruolo primario nel faccia a faccia contro Gothel non rimane a bocca asciutta e anzi, le scene in cui la ragazza riacquista i ricordi e si ricongiunge con Robin e Rogers e cerca nel loro amore il coraggio per affrontare la madre non hanno nulla da invidiare a quelle immediatamente precedenti, in quanto entrambe le vittorie costituiscono un momento culminante nel percorso e nella caratterizzazione di Henry e Alice.

I’m lucky. I have an incredible home. You won’t find it on a map. But in it, you will find magic. You’ll find love, hope and something to believe in. You’ll find a family that fights for one another, who never gives up on each other.

L’unico difetto evidente che riscontriamo in Is This Henry Mills?, ma che in realtà è dovuto soprattutto alla scrittura dell’intera stagione e alla corsa contro il tempo imposta dalla cancellazione della serie, è il trattamento riservato a quei personaggi verso cui abbiamo sempre nutrito delle perplessità. Se le minime azioni di Jacinda, Sabine e Drew passano in secondo piano e non influiscono particolarmente sulla narrazione e la nostra percezione dell’episodio, diverso è il caso di Facilier, la cui fine conferma quanto già ipotizzato in precedenza. Un personaggio che sulla carta prometteva piuttosto bene viene liquidato – o almeno questo ci viene fatto credere – nei minuti finali, lasciando in sospeso molte questioni circa il suo background e riducendosi a una presenza inutile e macchiettistica e, a conti fatti, ad un’occasione sprecata.

A compensare la delusione per la morte di Facilier, tuttavia, è l’introduzione del Tremotino del Wish Realm come villain per il series finale: ancora una volta, la serie sceglie di tornare alle proprie origini e chiudere a cerchio la storia iniziata sette anni fa, portando sullo schermo nei panni di antagonista finale colui che ha dato inizio a tutto e che per anni ha continuato a dare del filo da torcere ai nostri eroi; se a questo aggiungiamo Jared Gilmore che riassume in voice over il messaggio dello show mentre tutti si godono il momento di felicità con la famiglia ritrovata, diventa evidente che Once Upon A Time ha saputo sfruttare al meglio il potenziale a disposizione per regalarci un episodio che mette d’accordo tutti, compresi i detrattori di questa stagione, riuscendo benissimo nel suo duplice obiettivo di chiudere questo capitolo e preparare la strada a un’ultima e simbolica avventura.

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 9.5/10
    Emozione - 9.5/10
8.3/10

In breve

Un episodio al cardiopalma che porta a compimento il percorso dei personaggi in questa settima stagione, senza tuttavia dimenticare il loro passato e da dove siamo partiti. Puntando l’attenzione su Henry e gestendo sapientemente la chiusura della trama orizzontale, Once Upon A Time costruisce un climax emotivo che ci tiene con il fiato sospeso fino alla fine, quando ci lascia commossi e allo stesso tempo impazienti di vivere un’ultima avventura insieme agli eroi.

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8.3

Un episodio al cardiopalma che porta a compimento il percorso dei personaggi in questa settima stagione, senza tuttavia dimenticare il loro passato e da dove siamo partiti. Puntando l'attenzione su Henry e gestendo sapientemente la chiusura della trama orizzontale, Once Upon A Time costruisce un climax emotivo che ci tiene con il fiato sospeso fino alla fine, quando ci lascia commossi e allo stesso tempo impazienti di vivere un'ultima avventura insieme agli eroi.

Storia 8 Tecnica 7.5 Emozione 9.5
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