Once Upon a Time7×18 The Guardian – 7×19 Flower Child

Non c'è spazio per i convenevoli nei nuovi episodi di Once Upon A Time, in cui finalmente assistiamo a degli sviluppi cruciali nella trama orizzontale della stagione: mentre Tremotino continua la ricerca del Guardiano, Henry e Rogers cominciano a porsi delle domande e Gothel va alla ricerca dell'ultimo ingrediente per il proprio piano.

7.0

Come previsto, l’eccessivo spazio riservato alla storyline del serial killer e il series finale ormai sempre più vicino costringono la settima stagione di Once Upon A Time ad una frenetica corsa verso la chiusura della trama orizzontale, che porta con sé un’inevitabile dose di nonsense che confonde sempre di più lo spettatore e gli impedisce di godersi a pieno due episodi altrimenti molto emozionanti.

The Guardian

Finalmente è arrivato il momento di conoscere meglio la figura del fantomatico Guardiano, introdotta così improvvisamente in Beauty e mai realmente approfondita. Purtroppo, anche nell’omonimo episodio le spiegazioni sono ridotte all’osso e sono da ricercare tra le righe nei vari dialoghi; se da un lato capiamo che mettersi a illustrare nel dettaglio oneri e onori legati a questo ruolo non sarebbe stato altro che l’ennesima perdita di tempo, dall’altro una maggiore gradualità nell’introduzione di questa figura avrebbe certamente permesso di costruirne un identikit più preciso, senza incappare in contraddizioni o forzature come l’apparizione un po’ troppo fortuita del pugnale nello zaino di Tilly.

Al centro dell’attenzione, ovviamente, c’è Tremotino, che negli ultimi tempi si è fatto sempre più spazio nella trama della stagione. La ricerca della persona che gli permetterà di ricongiungersi con l’amata Belle si fa più urgente, mentre la possibilità di cedere ancora una volta all’Oscurità è sempre vicina, e tale focus non poteva che portare nuovamente in scena il conflitto interiore che ha sempre caratterizzato il personaggio e che, tuttavia, subisce un necessario spostamento d’asse: venuto meno l’insano e secolare attaccamento al potere del pugnale, ad allontanare Tremotino dalla scelta giusta non è più la semplice e ignobile codardia, bensì la paura di fallire e gettare alle ortiche tutti gli sforzi e i progressi fatti negli ultimi anni.

La recente evoluzione del Signore Oscuro è tangibile e questo scongiura il pericolo di annoiare lo spettatore con i soliti meccanismi visti e rivisti

Tuttavia, le vecchie abitudini non sono facili da perdere e le azioni commesse da Weaver in preda alla paura per la scomparsa del pugnale nel presente ne sono la dimostrazione, come sarà poi sottolineato dall’autocommiserazione in seguito alla realizzazione di non essere mai stato in pericolo e dalle parole di Regina. Tale contraddizione tra l’aspirazione al bene e la naturale inclinazione alle scelte sbagliate è resa a livello visivo con una trovata tanto efficace quanto paradossale, quando sullo schermo ricompare l’iconica figura dell’Oscuro (o meglio, della Bestia), reminder di tutto ciò che di negativo il personaggio ha rappresentato nella serie, proprio nel momento in cui questi compie la scelta meno egoistica, lasciandosi sfuggire la possibilità di rivedere Belle per salvare un’altra persona dal fardello dell’immortalità.

Tremotino, tuttavia, non è l’unico protagonista di The Guardian ma anzi, a rendere ancora più godibile l’approfondimento su di lui è Alice, l’altra faccia della medaglia. La scoperta che la ragazza è probabilmente la persona che l’Oscuro sta cercando, difatti, ci aiuta ad inquadrare meglio e a giustificare il loro legame. Per quanto ciò non aggiunga molto alla caratterizzazione dei due personaggi, le loro interazioni arricchiscono l’episodio e commuovono lo spettatore insistendo sulla complementarietà di queste due figure e sul rapporto unico che le lega. Inoltre, il ruolo da coprotagonista di Rose Reynolds – che regge benissimo il confronto sullo schermo con un eccezionale Robert Carlyle – è la scusa per addentrarci ulteriormente nella mente di Tilly e assistere alla graduale e delicatissima evoluzione del suo amore con Margot e ciò non può che essere un valore aggiuntivo, in una stagione in cui la coppia principale funziona poco e niente.

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Flower Child

Mentre The Guardian aveva mantenuto una certa linearità e si era presentato come un episodio ben strutturato, in cui anche le trame secondarie avevano trovato un giusto contesto e non risultavano riempitive, costruendo – soprattutto con le indagini di Henry e Rogers, che cominciavano finalmente a porsi delle domande – sviluppi cruciali per la stagione, il seguente Flower Child, che parte proprio da questi punti di svolta, non riesce a fare altrettanto.

Gran parte del minutaggio è dedicata, finalmente, allo sviluppo della trama orizzontale, in seguito agli scossoni dati nelle ultime settimane: Henry, tormentato dalla scoperta dei risultati dell’involontario test di paternità, comincia a unire i vari puntini e lasciarsi sedurre dalle teorie della figlia, mentre quest’ultima porta avanti l’Operazione Giacinto – nonostante la pesante assenza di Regina nell’episodio – con l’inaspettato aiuto del dottor Facilier. Tuttavia, se le azioni dello scrittore riprendono con coerenza il suo recente e graduale avvicinamento alla verità, tenendo lo spettatore con il fiato sospeso fino al momento del bacio che non spezza il Sortilegio, il team-up tra Lucy e lo stregone risulta decisamente meno credibile.

La mancanza di tempo per poter concludere dignitosamente tutte le storyline è palpabile in più occasioni

Oltre all’improvvisazione di questa alleanza e a una scrittura non particolarmente brillante dei dialoghi, nei quali la ragazzina sembra parlare in modo fin troppo “adulto”, il fatto che il villain continui a sfuggire ad una caratterizzazione ben precisa e a non essere né carne né pesce non fa altro che confermare il sospetto che gli autori non sappiano bene cosa fare di questo personaggio, o meglio, come gestirne la caratterizzazione quando ci sono questioni molto più urgenti da risolvere. La mancanza di tempo per poter concludere dignitosamente tutte le storyline, infatti, è palpabile in più occasioni. Non solo continuiamo a non avere idea delle vere intenzioni di Facilier e dei suoi trascorsi con Regina, ma anche il momento in cui guarisce Henry dal veleno della Congrega appare estremamente forzato e fuori luogo: insomma, se bastava così poco per salvarlo – e quindi conquistarsi sicuramente il tanto agognato amore della Mills – perché non lo ha fatto appena arrivato ad Hyperion Heights?

Altro sintomo dell’eccessiva velocità nel ritmo di Flower Child è la trama verticale che ha come protagonista Gothel, che, dopo troppi episodi in cui era rimasta sullo sfondo, torna alla carica mettendo a punto i vari preparativi prima di attuare una volta per tutte il proprio piano contro l’intera umanità. Mentre i retroscena del rituale cui assistiamo negli ultimi istanti restano piuttosto confusi, ben più approfondite sono le dinamiche tra Eloise e i personaggi a lei più vicini, anche se non ci vengono comunque risparmiate alcune perplessità: per quanto l’importanza di Tilly e Rogers nel piano della donna sia comprensibile e abbia il pregio di portare sullo schermo il confronto tra madre e figlia, le reazioni dei due una volta venuti a conoscenza della verità non sono molto credibili e ci saremmo di certo aspettati una dose maggiore di pathos.

Un approfondimento, quello su Gothel, che si presentava nel corso dell’episodio come molto promettente e che invece, come al solito, a conti fatti si perde in un bicchier d’acqua, come dimostrato dalla background story, in cui l’emotività e la coerenza del movente attribuito al personaggio è controbilanciata da una contestualizzazione assurda, tra cronologie incomprensibili e presunte estinzioni del genere umano per mano della villain. Non resta che fare affidamento sul grande potenziale dimostrato dalla villain finora per sperare che, almeno nelle battute finali, la sua storyline venga affrontata con un minimo di buon senso per dare una degna conclusione alla trama orizzontale.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
7/10

In breve

Il momento di tirare le somme della trama orizzontale della settima stagione si fa sempre più vicino e Once Upon A Time sembra rendersene conto un po’ in ritardo: se le idee di base continuano a non essere niente male, come dimostra chiaramente The Guardian, il tempo è tiranno e costringe ad una trattazione troppo superficiale e poco credibile di alcuni segmenti narrativi e personaggi.

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Porcamiseria

7

Il momento di tirare le somme della trama orizzontale della settima stagione si fa sempre più vicino e Once Upon A Time sembra rendersene conto un po' in ritardo: se le idee di base continuano a non essere niente male, come dimostra chiaramente The Guardian, il tempo è tiranno e costringe ad una trattazione troppo superficiale e poco credibile di alcuni segmenti narrativi e personaggi.

Storia 7 Tecnica 7 Emozione 7
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