Once Upon a Time7×14 The Girl in the Tower – 7×15 Sisterhood

Mentre nei flashback comincia a fiorire un giovane amore, ad Hyperion Heights Tilly dovrà fare i conti con il proprio inconscio e con un serial killer che vuole incastrarla. Nel frattempo, Ivy dovrà decidere una volta per tutte chi vuole essere e in che modo vivere il futuro offerto dal sacrificio materno.

7.0

La settima stagione di Once Upon A Time continua a rispolverare il passato per riproporlo in salsa nuova, in piena coerenza con l’intento di questo reboot, mostrando i punti di forza e i limiti di questo approccio attraverso due episodi qualitativamente molto distanti.

The Girl in the Tower

Oltre a Beauty e Wake Up Call, che avevano il vantaggio di concentrarsi su personaggi carissimi al pubblico da anni, mai questa stagione era riuscita a trasmettere una carrellata di emozioni come quella che sperimentiamo durante la visione di The Girl in the Tower, nel quale il coinvolgimento è viscerale pur trattandosi di un episodio incentrato su una new entry.

A spiegare una tale presa emotiva è anzitutto il continuo susseguirsi di riferimenti, che ci permette di riassaporare in toto il buon vecchio Once Upon A Time di cui, nel bene o nel male, ci siamo innamorati. A inaspettate citazioni tratte dalle fiabe classiche o dall’immaginario collettivo (come la canzone del “Buon Non Compleanno“) si alternano inquadrature e elementi autoreferenziali: non mancano, quasi a completare l’esperienza di déjà vu, quegli errori di distrazione da parte degli autori davanti ai quali ormai alziamo gli occhi e ci facciamo una risata, che si manifestano attraverso piccole illogicità nella trama – chissà come ricaricano gli smartphone nella Foresta Incantata – o incongruenze cronologiche.

È proprio l’intelligente unione di questo approccio citazionista a una sapiente scrittura a rendere la trama verticale così intensa e coinvolgente. Seppur apparsa in diverse occasioni come comprimario, per la prima volta Alice assume il ruolo di protagonista e ci porta in un viaggio meraviglioso all’interno del proprio inconscio. Che la nuova versione della creatura di Lewis Carroll fosse una delle più interessanti novità della stagione lo avevamo ribadito più volte, ma restiamo comunque sorpresi di fronte a una caratterizzazione così magistrale, aiutata dall’eccellente interpretazione di Rose Reynolds, che coglie perfettamente le sfaccettature che ci aspetteremmo dal personaggio. Alice è una sognatrice, persa nel proprio mondo e tra le proprie fantasie, con un carattere esuberante e spensierato che può condurla a comportamenti e riflessioni apparentemente ingenui: tutto questo la versione di Once Upon A Time ce lo restituisce aggiungendo un’ottima contestualizzazione attraverso il dramma della prigionia e della separazione forzata dall’amato padre.

At least when I was trapped, I could have hope that when I got free everything would be okay. But then I did. And it wasn’t. […] I’ve escaped these walls, but I’m still bloody trapped.

Il protagonismo della Ragazza nella Torre, più che alla rappresentazione del suo background da avventuriera e di tutti i suoi altri viaggi, è funzionale all’introduzione della sua storia d’amore con Robin Jr. Il rapporto tra le due è costruito con naturalezza – senza quell’alone di forzatura e contentino LGBT che avevamo percepito con la coppia Ruby-Dorothy, per intenderci – e sulla falsa riga degli altri grandi esempi di Vero Amore che abbiamo avuto nella serie, inserendosi perfettamente nella succitata carrellata di riferimenti interni, e ci permette di conoscerle meglio nel momento in cui cominciano ad aprirsi e confidarsi l’una con l’altra. Nonostante Robin rimanga per ora relegata ad un ruolo secondario, la chimica innegabile tra i due personaggi e la gradualità del loro avvicinamento permettono a questa storyline di centrare il suo bersaglio.

Anche gli avvenimenti di Hyperion Heights permettono di esplorare meglio il personaggio di Rose Reynolds e di affrontare un’altra tematica centrale nel racconto di Carroll: la pazzia. La psiche tormentata di Tilly, sempre sull’orlo di un breakdown e annebbiata da riflessioni che le impediscono di distinguere tra realtà e invenzione e la portano a dubitare continuamente di se stessa, risulta la migliore trasposizione per il mondo reale della caratterizzazione di Alice. L’unico antidoto alla condizione claustrofobica e alienante in cui si trova il personaggio – e che si estende sotto forma di un forte senso d’inquietudine anche al pubblico stesso – è la fiducia di Rogers, che farà di tutto per ritardare l’arresto e sfrutterà ogni secondo per trovare un alibi alla ragazza, così fragile e smarrita. Se in Knightfall eravamo rimasti delusi dallo scarso approfondimento del rapporto tra i due personaggi nel presente, The Girl in the Tower riempie alla perfezione quel vuoto, dimostrando la profondità del legame tra padre e figlia attraverso un’emozionante e incalzante lotta contro il tempo e contro le false piste che vorrebbero minare la credibilità di Tilly.

Meno interessante è invece la storyline che vede coinvolte Regina e Lucy. Pur facendo leva sul parallelismo con l’Operazione Cobra, l’indagine sui piani del dottor Facilier non riesce a tenerci con il fiato sospeso e a reggere il confronto con la trama riguardante Alice/Tilly, e la scoperta del vero obiettivo del nuovo villain non suscita grande scalpore. L’unico margine di curiosità a riguardo resta la sua relazione con Regina, attratta quasi magneticamente dallo stregone per via di trascorsi ancora ignoti. Che sia davvero lui l’anima gemella che le carte vedono nel futuro della nostra Mills o si tratta anche qui di una delle sue manipolazioni?

L'articolo continua dopo la pubblicità.

 

Sisterhood

Alla scrittura illuminata di The Girl in the Tower si sostituisce nel successivo Sisterhood una sceneggiatura che non esita a mostrare segni di pigrizia, affrontando con superficialità degli spunti narrativi dal grande potenziale e andando quindi in direzione totalmente opposta rispetto all’episodio precedente.

La trama verticale non presenta grandi sbavature e, per quanto poco audace, scorre senza troppi problemi nel corso dell’episodio. Dando uno sguardo al titolo, non ci stupiamo nel vedere al centro degli eventi proprio Drizella, che già nelle ultime settimane ha iniziato a costruirsi un plot molto interessante incentrato sulla sua possibilità di redenzione. Nei flashback il leitmotiv è quindi la sorellanza metaforica, rintracciabile nella prova che la giovane ha dovuto affrontare per entrare nella Congrega e nel legame che stringe con la nuova Gretel; nel presente, invece, il rapporto tra le sorelle Belfrey e, in particolare, il riscatto di Ivy agli occhi di Anastasia è ciò che si vorrebbe esplorare, ma che si finisce per trattare in un modo talmente blando da non ottenere altro risultato se non quello di mandare sprecato l’ottimo potenziale che finora aveva dimostrato il personaggio interpretato da Adelaide Kane.

I loved you more than anyone. Gothel convinced me that you could be replaced but she was wrong. She tricked me.

Non c’è traccia in Sisterhood di quella scrittura che aveva fatto di lei l’altra grande rivelazione della stagione: prima di uscire di scena, Ivy porta a termine il proprio percorso di redenzione con un’incoerenza e degli atteggiamenti talmente out of character che quasi fatichiamo a crederci. Nel confronto finale tra lei e la sorella ascoltiamo da parte sua un concentrato di retorica e giustificazioni campate per aria che, a maggior ragione dopo il cedimento all’accordo di Facilier, risulta un penoso arrampicarsi sugli specchi per scaricare la colpa su qualcun altro. Osservando questa scena nell’ottica degli autori, è palese l’intento di avvicinare ancora di più la giovane Belfrey a Regina e al suo passato; la differenza, tuttavia, risiede nelle tempistiche e nelle dinamiche con cui le due arrivano a fare mea culpa e a guadagnarsi la redenzione: quello che la ex-Evil Queen ha raggiunto dopo quasi due stagioni di esitazioni e passi falsi, dimostrando con i gesti l’onestà del proprio pentimento e l’impegno a cambiare, Ivy lo ottiene in mezzo episodio, subito dopo aver attentato per l’ennesima volta alla vita della sorella e senza neanche essersi assunta seriamente le proprie responsabilità.

Per quanto riguarda le storyline secondarie, i risultati non sono migliori. Escludendo le poche scene in cui compaiono Regina e, soprattutto, Tremotino, il cui ruolo sembra sempre più importante e centrale nella trama orizzontale, assistiamo ancora una volta a scene filler riguardanti la storia tra Henry e Jacinda, che continuano a corteggiarsi goffamente senza lasciarsi trasportare dal sentimento. In particolare, la “serata solo uomini” che lo scrittore passa in compagnia di Rogers e Nick per distrarsi tra una partita ai videogiochi e un bicchiere di superalcolici risulta piuttosto superflua ai fini della narrazione e sembra tirata fuori a forza da una commedia sentimentale. Scarseggiano anche i progressi in ambito villain: se riusciamo a inquadrare con più chiarezza le azioni di Facilier, il piano di Gothel continua a sfuggirci, anche se sembra plausibile un’affinità di interessi tra i due; sospendiamo invece il giudizio sull’assassino dei dolcetti – sic! – nell’attesa di conoscerlo meglio e ottenere una maggiore contestualizzazione per i suoi gesti nei prossimi episodi.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 7.5/10
    Emozione - 7.5/10
7/10

In breve

Mentre il protagonismo della più interessante new entry della stagione e la conseguente carica emotiva fanno guadagnare a The Girl in the Tower un meritatissimo otto abbondante, in Sisterhood la qualità della scrittura scende di nuovo in picchiata, sprecando storyline dal buon potenziale e abbassando dunque la media tra i due episodi.

Sending
User Review
4.67/10 (3 votes)

https://twitter.com/Avgercutie/status/977569149164621824

 

Porcamiseria

7

Mentre il protagonismo della più interessante new entry della stagione e la conseguente carica emotiva fanno guadagnare a The Girl in the Tower un meritatissimo otto abbondante, in Sisterhood la qualità della scrittura scende di nuovo in picchiata, sprecando storyline dal buon potenziale e abbassando dunque la media tra i due episodi.

Storia 7 Tecnica 6.5 Emozione 7.5
Scopri di più sui Porcamiseria

Ti è piaciuto l'episodio?

like
0
Mi è piaciuto
love
0
Tutto!
haha
0
Divertente
wow
0
Porcamiseria!
sad
0
Meh...
angry
0
Che schifo

Commenta l'articolo

Simili a Once Upon a Time