Once Upon a Time7×09 One Little Tear – 7×10 The Eighth Witch

È tempo di portare i nodi al pettine in Once Upon A Time: mentre nei flashback assistiamo a sorprendenti rivelazioni, talvolta a spese della linearità e della coerenza della narrazione, nel presente i vari personaggi premono sull'acceleratore per portare a termine i propri piani, cambiando le carte in tavola in modo apparentemente irreversibile.

6.3

Prima della pausa invernale, Once Upon A Time torna con due episodi molto simili: entrambi densi di eventi cruciali e rivelazioni più o meno inaspettate, che rendono la presa sul pubblico pressoché garantita, ma il prezzo da pagare è una scrittura costretta a una superficialità eccessiva anche per gli standard della serie, che porta lo spettatore a perdere la sospensione dell’incredulità davanti a quelli che, per il momento, sono a tutti gli effetti dei buchi di trama grossi quanto la Foresta Incantata.

One Little Tear

Come gli scorsi episodi avevano lasciato intuire, continua l’approfondimento della favola di Rapunzel, così da contestualizzare maggiormente la presenza del villain e poter ridimensionare i ruoli di alcuni personaggi. One Little Tear segue, infatti, il più classico format di Once Upon A Time, mostrandoci nei flashback l’esito dell’unione e della reinterpretazione di alcuni elementi fiabeschi originariamente piuttosto eterogenei e spiegando così il background di uno dei personaggi finora più inesplorati: Lady Tremaine.

La rivelazione della sua vera identità e della sua connessione con Gothel permettono una caratterizzazione più tridimensionale, non una novità in una serie in cui “evil isn’t born, it’s made” e le motivazioni dei cattivi sono sempre molto studiate, ma certamente un miglioramento rispetto alla banalità con cui era stata introdotta. Il personaggio si mantiene infatti in una posizione di forte ambiguità, passando dall’incarnazione della buona madre di famiglia a una donna gelosa, pronta a tutto pur di ristabilire l’equilibrio famigliare, prima di lasciarsi definitivamente sedurre dall’Oscurità di fronte alla perdita più dolorosa.

In realtà, siamo ben lontani da una background story impeccabile e senza forzature e, come spesso accade nel giustificare i comportamenti di un villain, si ricorre a inutili complicazioni del racconto, con il solo obiettivo di far apparire il personaggio più travagliato di quanto effettivamente sia. Per quanto la si voglia spacciare come vittima degli eventi, alcuni elementi non convincono: il raptus improvviso che la porta ad avvelenare la tazza della nuova sposa del marito – nonché madre di Ella – risulta affrettato e poco credibile, più simile a un escamotage narrativo per far quadrare tutto, piuttosto che alla costruzione di un’antagonista.

A penalizzare la coerenza di questo segmento è proprio l’altissima concentrazione di rivelazioni, colpi di scena ed eventi cruciali in un minutaggio ristretto, al punto da sfociare in non troppo apprezzabili salti temporali e in una superficialità d’insieme che dà, come impressione generale, quella di trovarsi davanti alla condensazione di una stagione de Il Segreto: al di là delle questioni familiari illogiche, scene che sulla carta dovrebbero essere cruciali vengono ridotte a non più che barzellette, come dimostrano l’incidente sul lago ghiacciato e le giustificazioni inascoltabili di Marcus, e i rapporti tra i personaggi vengono eccessivamente banalizzati. A tal proposito, l’approfondimento implicito sul rapporto tra Rapunzel e la figlia Drizella, nonostante l’intenzione fosse palesemente quella di aggiungere delle sfumature al loro conflitto e dare alla ragazza la sua dose di responsabilità, spreca del tutto le potenzialità di questa dinamica, rendendo poco giustificabile l’astio da parte di entrambe.

Un approfondimento più deciso e lineare, ma non per questo piatto e scontato, è quello cui assistiamo nelle scene ambientate ad Hyperion Heights. Complici un’evidente maturazione da parte del personaggio e la chiarezza delle sue vere intenzioni, l’agenda di Victoria non fa una piega e i semi per un’antagonista non convenzionale, piantati con difficoltà nei flashback, danno dei frutti inaspettatamente positivi nel presente. Pronta a sacrificare la vita di un’innocente per salvare la figlia prediletta, Lady Tremaine si va ad inserire sicuramente nella schiera dei “cattivi”, ma allo stesso tempo trascende i dicotomici schieramenti in campo e ne costituisce uno proprio, sapendo cercare degli alleati – ad esempio Tremotino – nel momento del bisogno. Forse, proprio l’attenzione del Signore Oscuro aiuta a suscitare interesse intorno alle vicende della Belfrey e della giovane Anastasia, una figura che potrebbe rivelarsi cruciale e che siamo curiosi di conoscere meglio, anche in virtù del legame involontario con Lucy, che costituisce il colpo di scena più contestualizzato e logico dell’episodio: non ce ne voglia la piccola Mills, ma la sua caratterizzazione finora è stata tutt’altro che brillante e dunque, per quanto drastica, la scelta di metterla da parte per qualche tempo e far ruotare gli eventi attorno alla sua condizione sembra la più intelligente.

The Eighth Witch

Per quanto riguarda il mid-season finale, il discorso che si potrebbe fare è piuttosto analogo. Anche qui ci troviamo, infatti, di fronte ad una trama verticale che, per spiegare gli antefatti del Sortilegio e stupire con ulteriori colpi di scena, cerca di amalgamare quanti più ingredienti possibili  e, allo stesso tempo, introduce nuove storyline che vanno a complicare il puzzle da risolvere nella seconda parte della stagione.

Se da un lato i flashback riescono a portare a termine l’oneroso compito di rivelare le circostanze in cui è stato lanciato il Sortilegio, essi si dimostrano al tempo stesso un calderone di eventi, salti temporali e ritorni poco contestualizzati sul punto di esplodere, proprio come la testa di un pubblico sempre più confuso. Il salto temporale di otto anni, che ha come unico merito l’averci risparmiato i primi passi della coppia meno interessante della serie, ci catapulta in uno scenario totalmente diverso e che mal si incastra con quello cui siamo stati introdotti con il contagocce nei mesi precedenti: i personaggi e i rapporti tra di essi sono inspiegabilmente cambiati e questo, più che suscitare interesse nel vedere spiegati tali retroscena, disorienta lo spettatore, che ha l’impressione di essersi perso un numero cospicuo di episodi e aver ripreso la visione in medias res. Ovviamente già sappiamo che gli otto anni di scarto saranno il materiale – anche piuttosto promettente, se dobbiamo essere sinceri – esplorato nei flashback della seconda metà della stagione, ma per il momento mostrare all’improvviso Tremotino nella pelle squamata del Signore Oscuro o Tiana nei panni di vera e propria regina non sembra la scelta migliore.

Questo difetto intacca, purtroppo, anche il segmento più atteso di questo mid-season finale. Il ritorno di Zelena era praticamente certo ed è un piacere ritrovarla in una palestra di San Francisco, per la prima volta sotto l’effetto di un Sortilegio e alle prese con un’identità non propria e con tutto ciò che ne consegue. Tuttavia, se nel presente Once Upon A Time si limita a rimettere il personaggio in carreggiata mediante la reunion con Regina, in modo da poter sfruttare le due sorelle Mills come pseudo-Salvatrici nei prossimi episodi, nei flashback si pone qualche problema in più, dal momento che ritroviamo la Strega Perfida nella Nuova Foresta Incantata e scopriamo che ha conosciuto gli altri personaggi senza ricevere, però, un minimo di contestualizzazione circa la sua presenza e la sua permanenza nel nuovo reame. Tutto ciò che sappiamo è che insieme a lei c’è sua figlia, Robin, la cui età contribuisce a far scricchiolare tutte le linee temporali: al netto delle perplessità dovute alla scrittura di questo episodio, la sua storia d’amore con Alice è forse uno dei punti più promettenti dell’episodio, in quanto lascia sperare in un protagonismo sempre maggiore del personaggio di Rose Reynolds e nell’approfondimento del suo rapporto con Uncino e Tremotino.

La parte più convincente dell’episodio è senza dubbio quella che porta avanti significativamente la trama orizzontale, lasciandoci inquadrare meglio la figura di Gothel e la vera natura del suo piano e, allo stesso tempo, rendendo sempre più fitto e intrecciato il mistero. Alla prevedibilità del tradimento nei confronti di Drizella, che nonostante la faccia tosta da persona che sa il fatto suo si rivela una semplice pedina, fa da contraltare la curiosità di conoscere meglio la Congrega delle Otto e scoprire quale ruolo la giovane Anastasia giochi in tutto questo complicatissimo disegno. Insomma, tra quei pezzi mancanti a causa del salto temporale e la prosecuzione della trama orizzontale, la carne al fuoco è tanta, soprattutto se si vuole riservare uno spazio dignitoso all’approfondimento di personaggi giunti a un punto di svolta, come Alice e Drizella: ma ormai lo sappiamo, a Once Upon A Time le cose semplici e lineari non piacciono e, se siamo arrivati a guardare la settima stagione, forse questa ricerca masochistica del buco di trama o del ragionamento contorto non ci dispiace poi tanto.

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 7/10
    Emozione - 7/10
6.3/10

In breve

Prima della pausa invernale, Once Upon A Time ci propone due episodi densi di avvenimenti e rivelazioni, senza sortire sempre l’effetto sperato. Alla curiosità suscitata dalla trama orizzontale e da una maggiore consapevolezza degli schieramenti in campo e delle vere mire dei nuovi personaggi si oppone una sospensione dell’incredulità dovuta a un ritmo eccessivamente veloce che omette volutamente dei dettagli, confidando di recuperarli in seguito ma penalizzando per il momento la comprensione del quadro complessivo.

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Porcamiseria

6.3

Prima della pausa invernale, Once Upon A Time ci propone due episodi densi di avvenimenti e rivelazioni, senza sortire sempre l'effetto sperato. Alla curiosità suscitata dalla trama orizzontale e da una maggiore consapevolezza degli schieramenti in campo e delle vere mire dei nuovi personaggi si oppone una sospensione dell'incredulità dovuta a un ritmo eccessivamente veloce che omette volutamente dei dettagli, confidando di recuperarli in seguito ma penalizzando per il momento la comprensione del quadro complessivo.

Storia 6 Tecnica 6 Emozione 7
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