Once Upon a Time7×07 Eloise Gardener – 7×08 Pretty in Blue

Doppio episodio e doppio filone narrativo per Once Upon A Time, che coglie l'occasione per rispondere ad alcuni quesiti finora rimasti in sospeso sullo sfondo e introdurre promettenti personaggi, senza dimenticare - purtroppo - di lasciare un po' di spazio al Vero Amore tra Henry e Jacinda.

7.3

Ingranata la marcia dopo alcuni episodi introduttivi, Once Upon A Time può finalmente permettersi di concentrarsi sulla trama orizzontale e i vari punti di domanda ad essa legati, come accade nei nuovi episodi, mandati in onda l’uno di seguito all’altro per compensare l’imminente pausa di tre settimane lasciando gli spettatori con poche risposte e mille nuovi interrogativi.

Eloise Gardener

Se c’è una critica che non si può muovere a questa stagione, è senza dubbio la prevedibilità. Nel nuovo Once Upon A Time, rispetto alle conclusioni telefonate o improvvisate degli ultimi anni, tutto appare più equilibrato e studiato, ma non per questo meno intrigante. In particolare, il mistero che si sta costruendo attorno agli interrogativi più caldi, che riguardano sia il nuovo Sortilegio che le vere identità e agende dei personaggi coinvolti, è estremamente coinvolgente e induce lo spettatore a gettarsi a capofitto nel tentativo di risolvere l’elaboratissimo plot che si trova davanti.

Questa particolare direzione presa dalla trama orizzontale trova più ampio spazio proprio nel primo dei due episodi, che si concentra sulla storyline che più di tutte ruota attorno a un mistero da risolvere. Le maniacali indagini di Rogers sul giallo di Eloise Gardener diventano finalmente centrali e rendono la narrazione più incalzante, complici il sapore poliziesco e le interessanti interferenze di Weaver: nonostante la frettolosa risoluzione del caso possa sembrare un modo poco elegante per liberarsene, chiudere questo segmento al settimo episodio è forse la scelta migliore, così da evitare che la proceduralità delle ricerche continui a riempire il minutaggio interrompendo la narrazione e permettere al detective di lanciarsi verso nuovi orizzonti. Quello che convince di meno, infatti, è proprio la caratterizzazione riservata finora al nuovo personaggio interpretato da Colin O’Donoghue, che oscilla tra il paladino alla ricerca del proprio momento di eroismo e una sorta di Capitano Achab moderno, la cui fissazione per il caso è talmente eccessiva da risultare folle e ingiustificata.

Uncino assurge al ruolo di protagonista dell’episodio, e lo ritroviamo nei flashback nel momento esatto in cui la sua vita ha preso una strada diversa rispetto a quella del Killian che tutti conosciamo. Ci addentriamo così nel background del personaggio, avvicinandoci sempre di più alla risoluzione di uno dei primi grandi quesiti proposti dalla stagione: chi è la figlia? La risposta, nonostante fosse intuibile già dalla partita a scacchi vista in Beauty, risulta gradita e lascia ben sperare in un sapiente e maggiore utilizzo del personaggio di Alice/Tilly. Per quanto riguarda la scrittura, invece, ci troviamo davanti a un bivio: da un lato, abbiamo un ottimo approfondimento di Uncino e un’inaspettata attenzione per i dettagli – come la spiegazione delle sorti dell’ennesima Evil Queen in circolazione – che rappresentano l’ulteriore sintomo di un miglioramento nella sceneggiatura, mentre dall’altro ci lascia alquanto perplessi la superficialità riservata all’inganno che porterà al concepimento di Alice, una scelta a dir poco infelice che ha portato molti fan ad accusare lo show di aver rappresentato una vera e propria violenza nei confronti del pirata.

A mettere in atto questo comportamento, dimostrandosi subito un villain senza scrupoli, è la Strega prigioniera nella Belfrey Tower, della quale scopriamo in questo episodio le identità: è proprio lei, infatti, la famigerata Eloise Gardener, alter ego sotto cui si cela Madre Gothel. La favola di Rapunzel sembra dunque andarsi ad affiancare a quella di Cenerentola come fil rouge della stagione, toccando da vicino le vicende di alcuni personaggi e introducendo – per la prima volta, almeno lei – la propria antagonista: ma, mentre ci saremmo aspettati un Killian in versione Flynn, assistiamo nuovamente a una versione rivisitata del cartone e della fiaba, che sarà sicuramente esplorata meglio nei prossimi episodi.

Il mistero intorno a questo nuovo personaggio e alla sua collaborazione con Drizella, infatti, è ancora lontano dall’essere risolto e continua a farsi sempre più articolato e complesso, arricchendo l’ambiguità del piano della ragazza con il timore che la figura di Gothel infonde in tutti gli abitanti di Hyperion Heights, Lady Tremaine compresa. Su questo versante l’episodio si dimostra particolarmente audace e, con una sovrabbondanza di twist e intrighi, confonde in più momenti lo spettatore: resta solo da vedere se, almeno stavolta, questo tenerci con il fiato sospeso otterrà i frutti sperati e ci condurrà a fine stagione a soluzioni narrative inaspettate, ma al tempo stesso plausibili e chiare.

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Pretty in Blue

Sarà per la doppia programmazione, sarà perché una volta assaggiata questa storyline non ne vogliamo più fare a meno, ma dopo Eloise Gardener veniva naturale aspettarsi una ripresa del filone narrativo riguardante il capitano e sua figlia anche nel successivo Pretty in Blue: scopriamo senza amarezza – cioè, insomma, si fa per dire – che Once Upon A Time non cade nel cliché del doppio episodio monotematico, ma piuttosto manda in onda due puntate tra loro complementari, che si concentrano su personaggi diversi in modo che, a conti fatti, quasi tutti abbiano avuto un equo trattamento e un’equa distribuzione dello screen time.

L’idea, sulla carta, è ineccepibile: nonostante Once Upon A Time sia sempre stata una serie molto corale, è evidente che la coppia formata da Henry e Jacinda abbia un ruolo preponderante, rappresentando il Vero Amore per antonomasia e raccogliendo dunque il testimone lasciato dai Charmings prima e dai Captain Swan poi. Sul piano concreto, però, la formula non parte con le migliori premesse ed è appesantita da quell’aura di banalità e ridondanza che caratterizza gli episodi più spiccatamente romantici; a questo difetto di fabbrica, altrimenti accettabile nell’economia della serie, si aggiunge purtroppo la totale indifferenza che la nuova Cenerentola continua a suscitare: il personaggio di Dania Ramirez non riesce a imporsi in maniera naturale nella trama orizzontale, non riesce ad arrivare al cuore del pubblico e fare in modo che esso si interessi alla sua storia, portandolo piuttosto a tirare un sospiro di sollievo davanti ad episodi come Eloise Gardener, in cui è quasi assente.

Le cause di questo fallimento non sono difficili da individuare e, tra l’inappropriata recitazione dell’attrice, una delle peggiori in Once Upon A Time (e ce ne vuole!), e la bidimensionalità del personaggio, ci troviamo di fronte alla grande e ingiustificabile cantonata di questa settima stagione, qualcosa che, stando alla centralità che si vuole forzatamente far assumere alla sua storyline, non ci si può davvero permettere. Non basta nemmeno il ruolo da coprotagonista di Henry, che bene o male si mantiene su un buon livello, ad alzare l’asticella e lo scarso interesse suscitato dai flashback e la noia del triangolo amoroso che vediamo nel presente monopolizzano l’episodio. Per quanto riguarda i comprimari di questo segmento, Lucy non riscuote maggior successo della madre, forse a causa di quell’infantilità fastidiosa con cui già un giovanissimo Henry ha esaurito la nostra pazienza anni fa.

Infine, a rimarcare la continuità e complementarietà con l’episodio precedente è lo spazio – minimo, purtroppo – che Uncino e Alice si ritagliano nei flashback. Quello che funziona non è soltanto la parte emotiva, con la dolorosa reunion tra padre e figlia, ma soprattutto l’introduzione della Maledizione del Cuore Avvelenato, che, nel momento in cui ne vediamo gli effetti, si rivela essere una minaccia non indifferente, molto più pericolosa di quanto la spiegazione per sommi capi di Uncino nel secondo episodio lasciava intendere. Ovviamente, non dimentichiamo di trovarci davanti un semplice espediente narrativo, ma stavolta dobbiamo ammettere che l’impatto psicologico di questa nuova Maledizione sui personaggi, forzati a guardarsi da lontano, riesce a rendere ancor più appetitosa la storyline, catalizzando tutto l’interesse che il rocambolesco flirt nel Paese delle Meraviglie non riesce a suscitare.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 6.5/10
    Tecnica - 6.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.3/10

In breve

Con un’anomala programmazione, Once Upon A Time manda in onda due episodi nello stesso giorno, cercando di distribuire equamente l’approfondimento dei personaggi principali e dei due filoni narrativi preponderanti. Tuttavia, i risultati ottenuti sono piuttosto divergenti e, se il primo episodio lascia il pubblico confuso ma allo stesso tempo molto curioso, il secondo fatica a reggersi sulle proprie gambe, penalizzato dalla focalizzazione su personaggi e dinamiche troppo deboli.

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Porcamiseria

7.3

Con un'anomala programmazione, Once Upon A Time manda in onda due episodi nello stesso giorno, cercando di distribuire equamente l'approfondimento dei personaggi principali e dei due filoni narrativi preponderanti. Tuttavia, i risultati ottenuti sono piuttosto divergenti e, se il primo episodio lascia il pubblico confuso ma allo stesso tempo molto curioso, il secondo fatica a reggersi sulle proprie gambe, penalizzato dalla focalizzazione su personaggi e dinamiche troppo deboli.

Storia 7.5 Tecnica 6.5 Emozione 8
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