Once Upon a Time6×16 Mother’s Little Helper – 6×17 Awake

Mentre conosciamo un nuovo ed intrigante villain e ci avviciniamo allo scontro finale tra Salvatrice e Oscurità, Storybrooke diventa ancora una volta il luogo perfetto per ribadire l'importanza del Vero Amore. Riuscirà anche stavolta a vincere su tutto?

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Mentre ci lascia sospesi nell’incertezza del rinnovo per una settima stagione, Once Upon A Time ci costringe con questi episodi a calarci a pieno nel presente e a godercelo nei limiti del possibile, proponendoci alcuni – importanti – passi in avanti verso un season finale che, seppur ancora lontano di qualche settimana, si preannuncia esplosivo e potenzialmente sconvolgente.

Mother’s Little Helper

Con l’avvicinarsi della resa dei conti, si fa sempre più necessaria una spiegazione efficace e coerente della mitologia dei Salvatori, qualche risposta ai numerosi interrogativi circa le visioni della protagonista e la Battaglia Finale che dovrà combattere. Ma cos’è esattamente questo scontro imponente e fatale, cui tutti quanti fanno riferimento?

Fino alla puntata scorsa avremmo risposto che si trattasse del fatidico faccia a faccia tra Emma e Gideon, quel combattimento che dall’inizio della stagione tormenta sotto forma di visioni la Salvatrice. Quello che ci dice Mother’s Little Helper, invece, è “fuochino“: il giovane Gold è coinvolto fino a un certo punto in questa sorta di profetico tête-à-tête tra il Bene e il Male, dal momento che a rappresentare la seconda fazione in prima persona non sarà lui, ma la Fata Nera, e proprio qui sorge la questione più spinosa. Sin dal suo arrivo a Storybrooke, abbiamo temuto che Gideon non fosse un cattivo abbastanza credibile da assumere il ruolo di arci-nemico della protagonista, anche a causa delle sue motivazioni, che suonavano sin da subito pretestuose e deboli. Per questo, l’introduzione della nonna, la creatura più oscura dei reami, la madre di tutta l’Oscurità, non può che essere messianica: oltre a rispondere all’annosa domanda circa l’origine del Sortilegio Oscuro, questo twist rende immediatamente più chiare e coerenti, nonché più adatte ad un pubblico che si è stancato di vedere la propria intelligenza messa in discussione, le ragioni dietro la Battaglia Finale, che vedrà coinvolte – almeno si spera – la creatrice della maledizione e colei che nacque per romperla. Una risposta semplice e lineare, molto più efficace delle forzature logiche sorprendenti quanto assurde cui eravamo abituati.

Ciò non significa, però, che Once Upon A Time abbia abbandonato del tutto quelle trame verticali assurde e talvolta imbarazzanti che sempre portavano gli spettatori a chiedersi cosa ci facessero ancora davanti lo schermo del pc, come accade per la maggior parte delle scene ambientate a Storybrooke. Dall’alleanza stupidamente complicata tra Emma e Gideon allo scontro – davvero difficile da prendere sul serio – con la versione più trash di Aragog, passando per l’ennesimo cuore strappato e controllato per generare sorpresa, i cali di credibilità non mancano in questo episodio, che tuttavia riesce a mettere in primo piano la caratterizzazione, ben più centrale, del nuovo villain e del suo aiutante.

Eppure, l’introduzione della Fata Nera rappresenta davvero una scommessa cieca per Once Upon A Time, che fa gravare la trama orizzontale non solo della sesta stagione, ma della serie intera, sulle spalle di un personaggio che a malapena conosciamo e di cui non avevamo mai sentito parlare per ben cinque anni. Di certo il carisma non manca alla nuova arrivata, che, con la sua voce suadente e piena di malizia, le sue manipolazioni e gli sguardi ammiccanti, riesce a catturare l’attenzione del pubblico, senza però convincere del tutto: un minimo di contestualizzazione in più avrebbe evitato l’effetto “coniglio dal cilindro” per questa Battaglia Finale, e avrebbe permesso di chiarire meglio diversi fatti che, per ora, sono accaduti offscreen e il cui potenziale, di conseguenza, non è stato messo in campo. Il legame con la figura dell’Oscuro e la sua ribellione nel mondo delle fate, che ci ricorda fin troppo i racconti della tradizione cristiano-medievale riguardanti Lucifero, sono di certo degli aspetti che andrebbero approfonditi, anche se la scarsità di episodi rimasti potrebbe penalizzare questa esplorazione.

Dal tema centrale, ossia la battaglia che si profila all’orizzonte, si dipana in questo episodio anche la vicenda di Henry, altra storyline interessante, ma che allo stesso tempo risulta azzardata e buttata a caso. La seconda parte della quarta stagione di Once Upon A Time continua ad essere una delle parti più intricate e insensate della serie, e gran parte di questo risultato deludente è dovuta alla spiegazione troppo frettolosa della figura degli Autori. Insomma, sembra proprio che i produttori abbiano creato una mitologia a riguardo senza saper bene come delineare le regole, i limiti e le implicazioni di questo lavoro, e ciò emerge chiaramente dalla confusa spiegazione dell’ex-Autore, Isaac, che davanti a dei preoccupatissimi Regina ed Henry lascia intendere che il fatidico libro di favole, quello che lui stesso aveva scritto/trascritto, sia giunto ai capitoli conclusivi. L’unica cosa chiara, in questo dialogo, sembra essere proprio il carattere di cesurase non chiusura – che questa stagione, con tutti i suoi riferimenti ad una resa dei conti finale, sta assumendo.

3.5

 

Awake

Come spesso accade alla presenza di flashforward, in Awake arriva finalmente l’ora di iniziare a sbrogliare la matassa e posizionare tutti i personaggi al proprio posto, così da rispettare quanto visto nelle visioni che ci vengono propinate dall’inizio della stagione. Sintomo di questa missione nell’episodio è la focalizzazione quasi assoluta sul dramma degli Charmings, sempre più distrutti dalla Maledizione del Sonno, ma allo stesso tempo sempre più determinati a stare – insieme – al fianco della figlia, dandole speranza in vista della prova più importante della sua vita.

Non si può negare che Biancaneve e il Principe, seppur il più delle volte ci abbiano effettivamente esasperato con le loro frasi sdolcinate, siano a tutti gli effetti i punti cardine della serie, coloro dai quali tutto è cominciato, grazie alla moderna ed emblematica visione di famiglia, amore e speranza che hanno sempre portato sui nostri schermi. In uno show corale come Once Upon A Time, la coppia archetipica del Vero Amore è da anni retrocessa a ruoli secondari e deboli, cedendo il passo a personaggi più dinamici e popolari, per ottenere un riscatto narrativo molto gradito in questa sesta stagione. Quel processo per rispolverare e rendere nuovamente intriganti i due personaggi, iniziato nella prima metà dell’anno con Heartless, continua e viene portato alla sublimazione in Awake.

Il tema del sonno e della veglia è utilizzato per creare un gioco di contrasti molto efficace, che vede alternarsi scene del passato, in cui i due, che dovrebbero essere “addormentati” e lontani, riescono a trovare un modo per ricongiungersi almeno temporaneamente, al pesante clima di separazione forzata che imperversa nel presente, nel momento in cui dovrebbero essere più uniti che mai. Sintesi di questo processo altalenante non può che essere la figlia Emma, la quale, oltre ad arricchire la caratterizzazione dei suoi genitori, vede aggiungersi dei tasselli anche alla storia della sua travagliata infanzia. La scoperta che i coniugi hanno tentato di ricongiungersi con la loro bambina già vent’anni fa ci permette di riassaporare l’ormai consueto dilemma degli eroi, sempre indecisi tra il conseguimento del proprio lieto fine e l’aiutare gli altri, sacrificando la propria felicità e quella delle persone più care: non è certo qualcosa di nuovo in Once Upon A Time, ma vedere Biancaneve e David riappropriarsi dell’altruismo esasperato che li ha sempre caratterizzati, così come il ripercorrere con la memoria le tappe salienti della loro storia, non può che essere gradito dal pubblico più fedele, che assiste al risveglio della coppia grazie all’aiuto dei cittadini tra una lacrima e l’altra.

Grazie ad un fiore magico dal tempismo un po’ troppo provvidenziale – insomma, un altro oggetto incantato à là Once – l’episodio può utilizzare il Vero Amore per sistemare anche la questione di Uncino, bloccato a non si sa quanti reami di distanza dalla sua amata Swan. Dopo un siparietto piuttosto godibile sull’Isola Che Non C’è, in cui facciamo la conoscenza di Giglio Tigrato, il pirata può finalmente ricongiungersi con Emma e portarle non solo una seconda proposta di matrimonio ornata dalle sue scuse, ma anche una nuova arma per combattere la Fata Nera, che nel frattempo se ne va in giro per Storybrooke ricongiungendosi – si fa per dire – con il figlio e minacciando tutta la sua famiglia.

Tra storyline secondarie, ma comunque importanti per la trama orizzontale, e un’intelligente spinta sulla nostalgia dei fan per gli episodi incentrati sulla coppia delle favole più famosa di tutte, Awake riesce a limitare il nonsense, comunque presente in Mother’s Little Helper, e sostituirlo con le emozioni, guadagnandosi quattro porcamiseria e ricordandoci di quanto affetto ci leghi ormai ai personaggi di questa serie.

4

 

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