Once Upon a Time6×11 Tougher Than The Rest

Un ritorno, per Once Upon A Time, che è anche un'occasione di riscatto colta parzialmente: con una trama ridotta ai minimi termini e incentrata sulle figure di Emma e Regina, passando per le questioni famigliari dei Gold, i deludenti colpi di scena dello scorso episodio sono sviluppati con intelligenza e, almeno per il momento, senza troppa megalomania.

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Tre mesi dopo il discutibile mid-season finale, ecco che Once Upon A Time riprende con la seconda metà di stagione direttamente da dove ci aveva lasciati, usando i tanto criticati colpi di scena come trampolino di lancio per imbastire la trama di una première sicuramente degna di essere analizzata senza troppi pregiudizi nei suoi tronconi principali, per evitare il rischio di sottovalutare – o esaltare vanamente – alcune scelte narrative, che probabilmente ci porteremo dietro fino a Maggio.

How to become a Swan

Gli occhi dello spettatore continuano ad essere puntati, almeno formalmente, sul personaggio di Emma, ancora alla ricerca della propria strada e delle risposte ai suoi grandi interrogativi. La Salvatrice, al di là del nome così altisonante e leggendario, è sempre rimasta sospesa tra l’anti-eroe e la sgargiante incarnazione del Bene o, per usare termini più consoni, tra l’anatroccolo ancora goffo e insicuro e il cigno maestoso, candido e valoroso. Proprio la mitologia del racconto di Hans Christian Andersen fa un po’ da fil rouge nell’introspezione della donna in questa puntata, rivelando innanzitutto al pubblico le origini del suo cognome; questo presunto focus tematico e psicologico, tuttavia, non riesce ad imporsi e a risultare pienamente vincente, a causa soprattutto di una vena di banalità, dovuta all’eterna ripetizione dei classici messaggi di pace, fiducia in se stessi e ribellione al destino cui Once Upon A Time ci ha abituati sin dagli albori.

La storyline, che aveva l’occasione di arricchire ulteriormente la caratterizzazione della principessa, risulta così statica e sottotono, nonostante sembri essere caricata di un character development per nulla banale. In realtà, dobbiamo guardarci bene dalle presunzioni dei produttori della serie, che continuano a tirare fuori le solite frasi ad effetto e osano chiamarlo approfondimento: la presa di consapevolezza di Emma, il cui interrogativo dell’episodio è soprattutto riguardante la maturazione personale e la trasformazione, non è per nulla una novità e, teoricamente, ricorre in questo episodio per almeno la quarta volta dall’inizio della serie. D’altra parte, come dicevano i Romani, repetita iuvant.

Tuttavia, a rendere più interessanti le scene che vedono come protagonista la Salvatrice, c’è il buon vecchio Pinocchio, o meglio la sua versione della realtà alternativa – dalla quale fortunatamente ce la svigniamo in poco tempo. Seppur con un ruolo limitato rispetto ad altri personaggi, il ritorno del nostro connazionale fiabesco lascia piuttosto soddisfatti, con quel suo carisma e quella saggezza quasi da angelo custode che ce lo hanno fatto amare sin dalle sue prime, e sempre troppo brevi, apparizioni, e ribadisce ancora una volta l’importanza della sua figura per le diverse tappe del percorso della protagonista.

Who are you?

Mentre Emma cerca una via per scappare dalla realtà alternativa, a stupire e sorprendere è invece la vicenda di Regina, una storyline dalla quale ci si aspettava davvero poco. A dispetto delle nostre più severe critiche, tuttavia, Once Upon A Time riesce a fare leva sui sentimenti dei fan e a dare dignità ad una sotto-trama che, di dignitoso, avrebbe potuto avere molto poco. Complice l’impatto di Regina e della recitazione di Lana Parrilla sul pubblico, si riesce per la durata dell’episodio ad ignorare il pessimo talento recitativo di Sean Maguire e la sua disturbante tinta di capelli, per godersi piuttosto una rivisitazione del personaggio di Robin, che tanto ricorda i suoi primi passi all’interno della serie, quando il personaggio ancora non era stato devastato da una narrazione che o lo ignorava o lo umiliava.

Se si tratta di un riscatto per il ladro più famoso di sempre, è tutto da vedere, e di certo non manca lo scetticismo nei confronti della scelta di riportare questo personaggio sulla scena, dati tutti i fallimenti e le delusioni che ha accumulato nel corso delle ultime stagioni, così come i comportamenti di Regina, se da un lato suscitano molta tenerezza ed empatia per una donna ancora così innamorata dell’unico uomo che ha avuto il coraggio di amare ogni lato di lei, dall’altro rischiano di cadere nell’incoerenza o nel solito vittimismo che l’ha sempre contraddistinta. È innegabile però che, almeno per il momento, la piega che questa trama sta prendendo risulta efficace, se non necessaria per svelare quei retroscena della loro storia d’amore che non sono mai stati chiariti, nel più imperfetto stile Once. A non convincere appieno rimane, tuttavia, la dinamica di questo ritorno, che rischia di diventare una sorta di remake trash del film Ghost, con quelle inquietanti parole di Regina circa la reincarnazione del suo amato, ma almeno per adesso tranquillizziamoci: come la serie insegna, l’importante è sperare.

 His father’s son

Spostandoci in quel di Storybrooke, lo screentime è monopolizzato dalle vicissitudini dei coniugi Gold, alle prese con la dura verità riguardante il loro figlio dallo sviluppo decisamente precoce. Abbiamo dunque un piccolo assaggio del nuovo arrivato, Gideon, che si presenta come un altro personaggio ambivalente e dalla personalità disturbata: il ragazzo, che sembra aver ereditato poteri, intelligenza e malizia dal padre, vuole semplicemente diventare un eroe, con l’unico inconveniente di ritrovarsi una Salvatrice di troppo sul suo cammino. Insomma, nonostante i più ottimisti possano sperare nelle abilità diplomatiche di Belle, i presupposti per scatenare una guerra civile nella “tranquilla” cittadina del Maine ci sono tutti, così come la curiosità di assistere ad una sotto-trama tanto assurda.

Ad ogni modo, qualunque tipo di sbilanciamento sul nuovo arrivato risulterebbe per ora sicuramente prematuro, nonostante il rischio di non saper gestire il suo background e i salti temporali in maniera dignitosa sia molto alto. Eppure, bisogna ammettere che l’avventura per salvare questo figlio potrebbe essere per i genitori l’occasione perfetta per un riscatto non tanto come coppia quanto come protagonisti della serie, come personaggi inizialmente interessanti che si sono poi lasciati travolgere dalla fiumana di banalità ed esagerazione che ha contraddistinto gli ultimi anni di Once Upon A Time. Inoltre, le predisposizioni tipiche di Tremotino che si possono intravedere nel giovane Gideon suscitano quantomeno l’appetito dei fan più stanchi, se si ipotizza un auspicabile – ma forse poco verosimile – passaggio di testimone di padre in figlio, che permetterebbe di riproporre il ruolo del Signore Oscuro in una salsa nuova e più fresca, ancora tutta da scoprire.

La domanda, a questo punto, sorge però spontanea: rispetto al mid-season finale, cosa cambia in questo Tougher Than The Rest? D’altronde, come si è visto, le storyline dell’episodio sono volte per lo più allo sviluppo dei tanto infondati colpi di scena della puntata precedente. Ebbene, si potrebbe dire che il sorpasso stia proprio nello sviluppo, sicuramente gestito molto meglio di quanto le più disperate paure potevano lasciar teorizzare, e per questo motivo, cercando di premiare anche il debole – ma immediato – percorso di ripresa rispetto ai buchi di trama e gli assurdi nonsense di Wish You Were Here, l’episodio si aggiudica un voto di tre porcamiseria, corredati dal più sincero invito a mantenere un approccio ragionevole alle storyline e non mandare tutto all’aria nei prossimi mesi.

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Continuiamo così…

Non fa una piega

L’immancabile trash…

… e quello che ne pensa ogni fan:

https://twitter.com/itsdangeer/status/838811827085656064

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