Once Upon a Time6×02 A Bitter Draught – 6×03 The Other Shoe

Con il ritorno della Evil Queen e la ripresa di una struttura narrativa simile a quella delle prime stagioni, Once Upon A Time ribadisce il desiderio di ritornare sui propri passi, confermando, attraverso due puntate piuttosto godibili, come l'eccessiva creatività delle scorse stagioni fosse di fatto il problema maggiore.

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Sapete qual è uno dei problemi maggiori delle serie che vanno avanti da tanto tempo? Che gli spettatori si abituano al visto e rivisto, osservano con poco entusiasmo le nuove puntate e si dimenticano i bei tempi andati, quando si sono innamorati di quel telefilm; proprio per questo, davanti a due episodi di Once Upon A Time come quelli delle ultime due settimane, non si può che dire: “Quanto ci eri mancato, Once“. Se, come già detto nella recensione del primo episodio di questa sesta stagione, negli ultimi anni la qualità di questa serie aveva subito un crollo che ha portato molti fan ad abbandonarla, queste due puntate hanno lo scopo di far capire al pubblico che questa storia apparentemente infinita e con alcune dosi di trash ha ancora qualcosa da dire e qualche emozione da regalare.

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A Bitter Draught

Se Once Upon A Time fosse una medaglia, si potrebbe concordare su quali sarebbero le rappresentazioni sulle sue due facce: da un lato la speranza, dall’altro la vendetta. Tra tutte le tematiche pseudo-filosofiche trattate in questa serie, le due succitate sono senza ombra di dubbio le più marcate ed esplicite, anche perché caratterizzano rispettivamente i due personaggi che hanno dato vita alla trama.
Tuttavia, se la speranza è stata onnipresente in ogni stagione attraverso i discorsi di Snow, era ormai qualche tempo che il tema della vendetta non si manifestava in tutta la sua potenza, come avviene invece in questa puntata. La trama dell’episodio, che ricalca le meravigliose orme della prima stagione, in cui ogni settimana si conosceva e si salutava un nuovo personaggio in cerca del suo lieto fine, si concentra sul rancore di uno dei personaggi più iconici della letteratura europea, il Conte di Montecristo (dall’omonimo romanzo di Alexandre Dumas), introducendo come si deve il nuovo personaggio che avevamo visto alla fine della scorsa stagione.
Ora, la background story di Edmond Dantès è resa sicuramente in maniera molto più semplicistica e affrettata rispetto all’ originale, ma in fin dei conti non siamo nuovi alle reinterpretazioni operate dagli autori di Once, e dunque tanto vale godersi i flashback e aggiungere come sempre qualche tassello a quell’indefinibile puzzle che costituisce la cronologia della Foresta Incantata. Inoltre, con questa storyline lo spettatore ha un primo assaggio delle untold stories e delle loro peculiarità: si scopre dunque che andare in quella Terra significa realmente mettere in pausa la propria vita, come se si fosse sotto il Sortilegio.

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Un’altra storia che purtroppo era stata messa in pausa da troppi episodi è quella dei Charmings, che in questa puntata sono invece piuttosto presenti sia nei flashback sia nel presente, dato il loro indissolubile legame con la vera protagonista, ossia la Evil Queen.
Il ritorno di Her Majesty, inizialmente, rappresentava la solita grande domanda che ha sempre caratterizzato questa serie, ossia se gli autori avrebbero saputo tenere a freno la hybris non andandosi a infilare in trame assurde e forzate e preferendo anzi dare spazio a una trama forse meno potente a livello mediatico, ma sicuramente più facile da gestire: il carisma e il background di questo personaggio potevano infatti risultare patetici, fuori luogo ed eccessivi, quasi una parodia di quella resa magistrale che aveva caratterizzato la donna nelle prime due stagioni. Fortunatamente, tutti i detrattori (tra cui non ho problemi ad inserirmi anche io) si sbagliavano di grosso e rimangono piacevolmente attoniti davanti ad una svolta così sublime e ben curata.

Davanti a due episodi come quelli delle ultime due settimane non si può che dire: “Quanto ci eri mancato, Once“.

La Evil Queen che emerge in questo episodio è a dir poco esemplare: l’evoluzione recitativa di Lana Parrilla, che pure era stata così brava nei primi anni, si manifesta adesso in tutto il suo splendore, permettendo al pubblico di assistere ad una versione totalmente nuova e portata all’eccesso di quello che nella prima stagione era il villain principale. La Evil Queen della sesta stagione è molto più sensuale, pazza, subdola e sassy rispetto a quella a cui eravamo abituati e, nonostante ciò sia assolutamente azzeccato per gli eventi del presente (dal momento che si tratta di pura malvagità), risulta invece un po’ incoerente nei flashback, dal momento che si tratta sempre della stessa persona. Ma insomma, si tratta di un’incongruenza sulla quale si può benissimo sorvolare.
Inoltre, le scene in cui Regina e la Evil Queen si confrontano si fanno portatrici di una carica emotiva enorme, mettendo a nudo la fragilità e il senso di colpa della prima rispetto alla pazzia e alla cattiveria della seconda: nel momento in cui la Evil Queen fa capire alla sua controparte che questa volta riuscirà a concludere quello che il Sortilegio Oscuro aveva iniziato risulta estremamente inquietante anche per gli spettatori, proprio come la paura di Emma al termine della puntata.

Proprio grazie al ritorno della regina più odiata di sempre, questa 6×02 di Once Upon A Tim tocca delle vette espressive davvero alte, oltre a rappresentare un ritorno alle origini, mantenendo tuttavia un carattere innovativo ed originale: per questo motivo, nulla toglie alla puntata una promozione con ottimi voti.

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The Other Shoe

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La grande nota positiva di questi due episodi è la complementarietà che essi presentano, completando insieme quella narrazione corale che Once Upon A Time ha sempre messo in campo: i personaggi più presenti nell’episodio precedente, ossia Regina e la Evil Queen, fanno un passo indietro in questa terza puntata, decisamente più concentrata sulla figura di Emma e il rapporto con i suoi familiari.
La storyline della Salvatrice si ripresenta così al centro della narrazione, ritornando anch’essa alle proprie origini in un modo assolutamente inaspettato (e forse anche troppo artificioso): attraverso il personaggio di Cenerentola, ossia la prima persona che ha salvato, Emma si rende conto dell’importanza della sua missione e della sua utilità.
Purtroppo, a dispetto della puntata precedente, i flashback risultano piuttosto noiosi per il pubblico, nonostante le idee di base non siano poi così malvagie: il palese parallelismo con la vicenda di Daniel e Regina era piuttosto efficace, però dai, la storia del ballo non era poi così urgente da mettere in scena. Ma che ne vogliamo sapere noi, alla fine vale la regola che tutte le storie non raccontate salteranno fuori (e ho paura di cosa potrebbero riesumare gli autori).
Comunque Once, all’inizio, era anche questo; non sempre il “caso della settimana” risultava interessante e funzionale alla trama orizzontale, erano presenti anche delle puntate filler, ma tuttavia perfettamente godibili, proprio come questa. Se poi la storyline filler serve alla caratterizzazione di un personaggio principale, ben venga.

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Assistiamo dunque al classico schema che caratterizzava le puntate filler, ossia un iniziale sconforto da parte di Emma e il conseguente incoraggiamento da parte di Henry e, stavolta, anche di Killian: i due uomini di casa sono essenziali alla protagonista, ancora impaurita dalle sue visioni e dal destino che le si è prospettato, perché le permettono di ritrovare quella fiducia in sé stessa che negli ultimi tempi aveva perso. Le dinamiche tra i tre personaggi risultano così molto ben contestualizzate, dando origine a delle scene familiari per niente banali o sdolcinate, ma anzi di carattere piuttosto maturo. La crescita di Henry e la nuova chimica creatasi tra i due piccioncini dopo le varie peripezie della scorsa stagione svolgono in questo episodio il ruolo che la settimana prima spettava alla redenzione e all’ambiguità di Regina, anche se non riescono a raggiungere gli stessi livelli.
Dunque, grazie alle parole di conforto delle due persone forse più importanti della sua vita, Emma riesce a salvare Cenerentola e la sorellastra dalla tremenda Lady Tremaine, assoldata dalla Evil Queen per mettere alla prova la sua bionda nemesi: a proposito di questa contrapposizione, la puntata ci regala una delle scene più epiche della serie, ossia l’ennesimo confronto tra le due madri di Henry. Infatti, per quanto possa essere meravigliosa l’amicizia tra Emma e Regina, i loro conflitti circa il figlio delle prime stagioni hanno lasciato un po’ un vuoto: se nella scorsa stagione si aveva fatto cenno ai suddetti screzi attraverso la storyline che coinvolgeva Emma e Violet, in questo episodio rivediamo finalmente le due donne (o quasi) tirarsi delle frecciatine neanche troppo implicite e sfidarsi a vicenda. Insomma, gli autori continuano a tenersi sulla scia delle autocitazioni e del ritorno alle origini, spaziando dall’Operazione Cobra: Parte II alla storyline di Cenerentola.

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Per quanto riguarda i personaggi meno presenti in questa puntata, ci sono comunque alcuni sviluppi interessanti per la storia dei Charmings: dopo le provocazioni della Evil Queen nell’episodio precedente, infatti, David vorrebbe scoprire di più sulla morte del padre e, quando viene a sapere tramite un patto stretto con Mr. Gold che non si era trattato di un incidente, inizia a meditare di cercare vendetta. Ovviamente la moglie non resta impassibile e cerca di farlo desistere con un discorso decisamente sensato riguardante il ritorno alla normalità (e quindi alle mansioni che avevano i diversi personaggi durante il Sortilegio): parlando dei piccoli piaceri della vita che si stanno perdendo per colpa di queste continue lotte contro qualche villain, Snow formalizza i collegamenti con la prima stagione e possiamo dunque sperare che la famiglia degli Azzurri ottenga nelle prossime puntate delle storyline che gli si addicano (anche se possiamo intravedere segreti, bugie e sensi di colpa all’orizzonte).

Con un finale perfettamente prevedibile come l’alleanza tra Hyde e la Evil Queen e dei flashback piuttosto soporiferi, questa puntata si rivela dunque meno efficace della precedente, ma ci regala tuttavia delle emozioni e degli sviluppi nelle relazioni tra i personaggi niente male, primi fra tutti il trasferimento di Uncino a casa Swan e la presa di coscienza da parte della protagonista di non potersi precludere una vita felice solo a causa delle proprie paure.

3.5

 

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Note a margine

  • La storyline di Henry, anche se appena accennata, sembra vertere sulle sue potenzialità di Autore per le untold stories: sembrerà banale, ma almeno avremo modo di vederlo all’opera in maniera più approfondita
  • Il conflitto tra Zelena e la sorella si sta facendo più acuto e non ci metterà molto a esplodere, anche se nella 6×03 le troviamo entrambe molto sottotono
  • I Rumbelle continuano ad essere separati e lei riesce a non farsi abbindolare dalla sua videocassetta: se non è sviluppo di un personaggio questo, non so che cosa possa esserlo…

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