Narcos1×01 Descenso

Nel mondo cinematografico ho sempre trovato le opere ad impronta biografica particolarmente impegnative. Parlo indubbiamente dello sforzo votato alla ricerca dei dettagli della vita privata dei soggetti protagonisti, cogliendo sfumature della personalità e atteggiamenti senza aver potuto viverli in prima persona, ma parlo soprattutto di quello che reputo il più arduo dei compiti: riuscire a rendere […]

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Nel mondo cinematografico ho sempre trovato le opere ad impronta biografica particolarmente impegnative. Parlo indubbiamente dello sforzo votato alla ricerca dei dettagli della vita privata dei soggetti protagonisti, cogliendo sfumature della personalità e atteggiamenti senza aver potuto viverli in prima persona, ma parlo soprattutto di quello che reputo il più arduo dei compiti: riuscire a rendere verosimile la storia che si intende raccontare, romanzando solo a fini intrattenitivi, senza scadere né in un prodotto di sostanziale fantasia degli autori, né in una pallida imitazione di un documentario di Discovery Channel.

Se ora applicassimo questa grandissima sega mentale tra le serie tv, l’impegno sarebbe come minimo quadruplicato, ed è qui che Netflix arriva con Narcos, una nuova serie in larga parte adattata alla biografia del più grande e ricco trafficante di cocaina nel mondo: Pablo Escobar.

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Nel primo episodio, seguendo l’impronta di un altro grosso prodotto a marchio Netflix, Sense8, si tracciano le prime linee guida della stagione, introducendo i personaggi e raccontando la loro vita. Si intuisce subito che questa stagione di Narcos potrebbe inoltre essere una lunga storia narrata nell’arco di dieci episodi piuttosto che riflettere una costruzione seriale tradizionale.

Il fulcro dei primi 55 minuti è l’ascesa di Escobar, in una rapida scalata da contrabbandiere di sigarette (e altra merce relativamente remunerativa) a magnate del nuovo e fiorente mercato della cocaina. Parallelamente abbiamo quello che con ogni probabilità sarà il suo nemico, l’agente della DEA Steve Murphy: la sua è la voce fuori campo che ci accompagna durante il racconto dei primi anni di carriera di Escobar, ma scopriremo anche come lui stesso sia finito a dargli la caccia insieme alle forze dell’ordine colombiane.

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La narrazione tuttavia non è esattamente lineare: dopo la prima sequenza abbiamo già il primo di molti salti nel tempo, con avvenimenti e altri personaggi importanti ripresi a intervalli regolari lungo la trama, in modo tale da non farci assopire durante la visione. Espediente non strettamente necessario, poiché l’attore Wagner Moura è magnetico e cattura lo spettatore, interpretando impeccabilmente il personaggio di Escobar tra minacce, efferatezze, strafottenza e sorrisi beffardi. L’atmosfera, seppur si assista a episodi carichi di violenza, è quasi sempre sul confine tra drama e comedy intrisa di humour nero.

Caratteristico è il taglio di alcune riprese, dal sapore cinematografico, come l’impressionante scena del blitz della polizia nel bar, all’inizio dell’episodio, per far fuori uno dei più importanti sottoposti di Escobar. Altrettanto caratteristica è la scelta di tenere tutti i dialoghi tra sudamericani in lingua originale, un dettaglio che può piacere a chi preferisce la fedeltà dei contenuti alla loro fruibilità (sebbene dal punto di vista del pubblico americano avere un buon 80% di dialoghi in spagnolo colombiano sia indubbiamente scoraggiante). Ad equilibrare ci pensa la voce fuori campo di Murphy, sostanzialmente unica fonte di parlata anglofona all’interno dell’episodio. L’unica nota davvero dissonante è nel momento della prima foto segnaletica: vedere il vero Escobar, per un momento spezza l’incantesimo della finzione televisiva e ci riporta coi piedi per terra.

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La qualità della narrazione, dell’attore protagonista (ancora è presto per giudicare gli altri) e tutte le piccole accortezze pensate per immergerci alla perfezione nel mondo del traffico di droga degli anni ’70/’80 bastano e avanzano per consigliarvi questa nuova ed interessante serie tv (senza contare che chi ve la sta consigliando generalmente sopporta a stento storie di poliziotti e narcotrafficanti).
Sicuramente Narcos non è entrato ancora nel vivo, e siamo al momento della partita in cui aspetti che arrivi la tua mano e attendi fino all’ultimo prima di sollevare le carte. Qualcosa mi dice che sarà una mano fortunata.

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