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Il colpo duro del piano di Whiterose si fa sentire, tra spodestate manie di grandezza e profonda amarezza. Elliot, in particolare, cerca di rendere giustizia a modo suo, intraprendendo un personale viaggio di guarigione.

8.8

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Dopo l’esplosivo cliffhanger della scorsa settimana, Mr Robot torna per esplorare i postumi dell’accaduto, e dare un punto di chiusura allo Stage 2, in un episodio che regala un po’ di spazio ai personaggi ancora in vita. Il tutto a discapito della presenza di Rami Malek, che compare ben poco nei panni del nostro Elliot.

L’orchestrazione perfetta – ed è un eufemismo – del piano di Whiterose termina con un colpo di scena inaspettato, almeno per quelli che pensavano che la fine dei giochi avrebbe previsto un poco lieto finale per Tyrell Wellick o – perché no – per lo stesso Elliot. I veri capri espiatori divengono, infatti, Trenton e Mobley, dei personaggi che quasi avevamo dimenticato (e per questo ringraziamo i riassunti iniziali), che compaiono con un twist in scena, accompagnati da Leon, sempre ossessionato dalle sue serie televisive preferite.

Il quadro dimostra nuovamente di essere ancora incompleto agli occhi nostri e di Dominique, che continua a inseguire fumo, impossibilitata a seguire un istinto che l’avrebbe condotta al diretto colpevole. La sua è una resa di fronte a un sistema troppo corrotto, in un mondo dove per la verità non c’è posto. Il coinvolgimento di Tyrell viene banalmente messo da parte per concentrarsi su due ragazzi innocenti, tenuti in caldo dal Dark Army per realizzare uno scopo calcolato: un risvolto dei fatti altamente improbabile che vuole far contenti tutti. L’interrogativo principale che ha tormentato Dominique da una stagione e mezzo non trova risposta e Whiterose resta solo un nome.

Lo scacco matto non può che essere duro per tutti. Elliot reagisce recandosi dalla sua psicologa di fiducia, ma finisce per essere soffocato da Mr Robot, addolorato non tanto per le vittime ma per il proprio orgoglio. La sua rivoluzione è stata acquistata dal miglior offerente ed egli stesso è stato manipolato e controllato fino all’ultimo secondo. Il messaggio che passa non è di speranza, ma di rassegnazione. Mentre il resto del mondo naviga nel sangue, i potenti saranno sempre concentrati sulle proprie vite, incuranti dell’umanità stessa.
Tyrell, dall’altro lato, non può che dilaniarsi dinanzi alla scoperta della morte della moglie, tenuta a lungo nascosta al fine di usarlo senza intoppi come pedina fino al completamento del piano.

La vittima sacrificale, nonché il diretto bersaglio dell’operazione, è Phillip Price, che ha meritato una lezione per un unico fondamentale sbaglio: non essere riuscito a tenere a bada Angela, impedendole di prendere di mira gli stabilimenti dell’azienda. Quella ECorp che il piano originale voleva distruggere resterà, in fin dei conti, a galla mentre il suo CEO naufragherà. La rivoluzione per il popolo diventa una vendetta personale in atto, una pura manifestazione di potere per il solo gusto di essere in grado di farlo. Quasi incommentabile la reazione di Angela, ormai visionaria e completamente dissociata dalla realtà, che come vittima va pressoché a braccetto con lo stesso Price.

Diremmo quasi che questo finale chiude la questione. Eppure, la chiave per il tasto undo esiste ed è probabilmente racchiusa in una mail automatica che Trenton ha inviato a una persona fidata, la futura responsabile del destino della società.

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In uno degli episodi più sentiti di Mr Robot, il focus torna su Elliot e sull’elaborazione di un vero e proprio lutto, oltre dei suoi onnipresenti sensi di colpa.

Cancellare per dimenticare. Non sempre è il metodo più efficace – o di provata risoluzione – ma spesso lasciar andare aiuta a guardare le cose da un’altra prospettiva. Quasi come osservare se stessi con occhi esterni. È quello che prova a fare Elliot, nel tentativo di dire definitivamente addio a Mr Robot, alla sua vecchia vita – che ha come simbolo la vecchia giacca di suo padre – e a tutti i suoi files.

Quello che può sembrare un mero tentativo di soffocare i propri dolori, con tanto di isolamento dalle persone care e uso di droghe, cambia presto forma. Del resto nulla, in questo show, è come sembra. E quel briciolo di preoccupazione che avevamo, a dirci che forse Elliot ha imparato ben poco dai suoi errori, svanisce dinanzi alla sua determinata crociata di espiazione e pentimento, per ricordare chi era stato decisamente dimenticato, ma non per questo lasciato in pace.

I risvolti dell’impresa sono i più inaspettati. Il tenero fratellino di Trenton mette alla prova Elliot, per il quale il ragazzino è inizialmente un fardello, ma che in seguito diventa un’opportunità di crescita, spingendolo all’empatia e a quei sentimenti infantili puri, del tutto assenti nella sua infanzia. Tutto è evidenziato dal parallelismo di una sera passata al cinema nel presente e nel passato, con tanta leggerezza e spontaneità nella prima, e rancore e isolamento nella seconda. Non si può rimanere impassibili dinanzi alla nascita di questo improvvisato rapporto, che all’inizio è quasi un dovere, divenendo poi un bisogno di contatto umano (da parte di entrambi). Un piacevole ritorno alle origini conduce, poi, Elliot a minacciare il fratello di Mobley per concedere al ragazzo un degno funerale, attraverso quella stessa tentatrice morfina che viene, in ultima analisi, messa da parte e usata per uno scopo superiore. In un presente dove ciò che è giusto quasi non ha più alcun valore, Elliot si assume la responsabilità dei suoi errori e, nel suo piccolo, fa giustizia a chi non ha meritato alcun torto.

Il tassello finale è – da naturale conclusione – la visita alla migliore amica di sempre, Angela. Il momento in cui Elliot,  in procinto di andarsene dopo un primo timido tentativo, esita e comprende come aiutare la ragazza è il simbolo del suo cambiamento nel volersi aprire agli altri, invece di chiudersi nella solita disperazione solitaria, favorendo il distacco. La descrizione di un ricordo caro a entrambi sembra riportare Angela su una via che aveva perso, quella che spinge sempre a credere che si troverà un modo per stare bene e superare ogni ostacolo.La mancanza di contatto visivo non priva la scena di un pathos notevole, che permea tra le pareti, a testimonianza del forte legame tra i due personaggi.

L’ultima chicca è la scoperta della famosa e-mail di Trenton, che, guarda caso, compare proprio nella casella postale di Elliot, nel momento giusto. Che fortuna.

Quella di Mr Robot è una pausa di riflessione, che termina con il ripristino di quegli stessi “dati” che si volevano rimuovere, ma che non possono, in fondo, essere ignorati.
Una calma necessaria, dopo il caos allarmante delle scorse settimane, e che non fallisce nel colpire dritto al cuore. Possiamo solo dire: Bravo, Sam Esmail.

Porcamiseria
  • 8.5/10
    Storia - 8.5/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.8/10

In breve

Un paio di episodi di qualità – come da abitudine in Mr Robot – che mettono in pausa l’azione, per soffermarsi sulle emozioni. L’evoluzione del personaggio di Elliot è, in particolare, da apprezzare e colpisce dritto al cuore.

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Porcamiseria

8.8

Un paio di episodi di qualità – come da abitudine in Mr Robot - che mettono in pausa l’azione, per soffermarsi sulle emozioni. L’evoluzione del personaggio di Elliot è, in particolare, da apprezzare e colpisce dritto al cuore.

Storia 8.5 Tecnica 9 Emozione 9
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