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Season Finale Capita sempre più spesso che i finali di stagione delle serie TV siano costruiti in continuità con le stagioni successive, almeno nelle intenzioni degli autori. Il finale di Mr.Robot è da intendersi in quest’ottica di rinnovamento, di rigenerazione, quasi una formattazione. Lo “zero day” del titolo ci suggerisce due possibili interpretazioni: la fine del conto […]

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Capita sempre più spesso che i finali di stagione delle serie TV siano costruiti in continuità con le stagioni successive, almeno nelle intenzioni degli autori. Il finale di Mr.Robot è da intendersi in quest’ottica di rinnovamento, di rigenerazione, quasi una formattazione. Lo “zero day” del titolo ci suggerisce due possibili interpretazioni: la fine del conto alla rovescia, o l’inizio di una nuova sequenza; noi preferiamo, come è chiaro, questa seconda ipotesi. L’entusiasmo che si è creato attorno a questa serie è principalmente dovuto al fatto che la regia e la scrittura hanno fin da subito dimostrato una certa volontà (e capacità) di osare, scadendo nell’esagerazione pochissime volte. Sam Esmail (autore e regista) conferma la sua capacità di sorprendere lo spettatore giocando con i tempi della narrazione. Lo ha fatto con i disturbi mentali di Elliot, con improvvise rivelazioni e un montaggio spiazzante, e lo ripete in questo coraggioso finale carico di affascinanti sequenze girate a Time Square.

Dopo la nona puntata ci aspettavamo una partenza col botto: Elliot e Tyrell alleati per l’attesissimo attacco informatico al colosso Evil Corp, in pratica due tipi completamente fuori di testa, e con una vita che è andata improvvisamente a puttane, con l’intenzione e la possibilità concreta di salvare il mondo e distruggerlo allo stesso tempo.  Logico è quindi rimanere un attimo delusi quando la prima parte del finale è completamente affidata a Micheal e Krista. Lui, che in realtà si chiama Lenny, ha denunciato Elliot alla divisione crimini informatici che lo ha identificato grazie alla storia del cane, lei invece rimane fedele al nostro giovane protagonista malato e non fornisce al suo ex le prove per la colpevolezza di Elliot. Ora, tutto molto interessante, la storia del cane ci sembra plausibile e il fatto che Elliot sia nei guai con la legge, uscendo quindi dal completo anonimato da cappuccio nero in testa, può portare a sviluppi avvincenti, ma è tutta roba utile per la seconda stagione.

So this is how a revolution looks like: people in expensive clothing running around.

Quello che scopriamo subito dopo ci lascia ancora più sorpresi: la rivoluzione è già iniziata. Carte di credito offline, governi in stato di emergenza e mercati in crollo verticale. In tutto ciò Elliot si risveglia nella macchina di Tyrell e, come noi, non sa cosa stia succedendo. A quanto pare sono passati tre giorni dall’attacco, tre giorni di vuoto però, un blackout. Scopriamo che l’attacco è andato a buon fine, i dati finanziari della Evil Corp sono stati distrutti, la Fsociety è sempre più popolare e Gideon deve rassegnarsi per l’imminente fallimento della AllSafe. L’unica cosa che può fare Elliot è mettersi alla ricerca di Tyrell. La conversazione tra Elliot e Joanna è una delle cose più riuscite di questo finale, una partita a scacchi tra la confusione dell’hacker e la freddezza spietata della bella svedese, mosse e contromosse che si esauriscono in un minaccioso “If you have done something to him, I will kill you“, pronunciato in svedese (o danese, non si è ben capito) e volutamente non tradotto per aggiungere un po’ di mistero che non guasta mai.

Se il tema costante di questa prima metà è stato un generale “che cosa sta succedendo?”, quello della seconda parte riguarda il rapporto tra realtà e finzione. La telecamera che inquadra James Plouffe, VPE della divisione tecnologia della E-Corp, è inesorabile. L’agitazione negli occhi di Angela è evidente, la rassegnazione di Plouffe all’ennesima domanda incalzante della reporter è sincera. Il gesto estremo in diretta TV, accompagnato da un lungo zoom verso la lente della telecamera che lo riprende, non è l’ennesima critica ad una società che fa della morte e della violenza uno spettacolo alienante (come in quel capolavoro che è Black Mirror), ma è piuttosto il simbolo di un’era in cui l’informazione è liquida, onnipresente e non filtrata, a tal punto che niente più ci sorprende. Tant’è che Angela, superato il colpo iniziale, pensa bene di andare a comprare delle nuove scarpe per sostituirle a quelle sporche di sangue. Una mancanza di sensibilità che non ci saremmo aspettati da lei fino ad un paio di episodi fa, ma che ora simboleggia sempre più uno spartiacque nella sua vita: Zero day anche per lei. Dall’altra parte Darlene & Co. organizzano un onesto “End of the world” party: le uniche due cose interessanti al riguardo sono il riferimento ad un poster de Il dottor Stranamore, classico di Kubrick, e il fatto che Joanna si trovasse inspiegabilmente al party, a ballarsela tranquillamente con Trenton. Un indizio di cui tener conto per il futuro o semplicemente una chicca, non è dato saperlo.

In quest’epoca di rivoluzioni e telecamere però, alcune verità non sono ancora chiare. Pensavamo di aver brillantemente superato lo scoglio Mr.robot (Christian Slater), e invece il dramma mentale e familiare continua, dispiace dirlo, stancando. Mr.robot riappare per guidare lo spaesatissimo e smemorato Elliot, la scena del bar potrebbe essere un capolavoro da mindfuck immediato grazie ad un montaggio efficace e buone interpretazioni, e invece rischia di scadere nel già visto (il solito fight club?) e nel ridicolo: per quante volte ancora questi due si dovranno sbattere al muro l’uno con l’altro per far valere le proprie ragioni? Abbiamo visto questa scena già 4 volte durante la serie. E quindi vedere Elliot che si strangola da solo contro il muro quasi ci fa piacere, per quanto ridicolo almeno è qualcosa di nuovo. Inutile dire che la presenza di Mr.Robot rovina anche il finale della puntata: il quadretto familiare trasmesso sugli schermi di Time Square lascia non poco perplessi. Altri punti deboli? L’assenza di Tyrell, che aumenta il mistero ma non fa di certo guadagnare in intensità, e poi c’è l’inspiegata scena del forno crematorio per cuccioli, ma perchè?

Cerchiamo di concentrarci però anche sugli aspetti ben riusciti di quest’episodio. Il discorso finale di Mr.robot conferma la volontà e la capacità di non scadere nell’invettiva anticapitalista da concertone del primo maggio, e la dimostra come il tema chiave sia la realtà, la sua percezione, quanto di quello che crediamo è vero e quanto al contrario non lo è, in una perfetto equilibrio tra la dimensione personale (Elliot) e quella pubblica (Evil Corp). La musica è ancora una volta in primo piano, in questo episodio più che in altri viene utilizzata per comunicare la frammentazione della narrazione subendo continui e improvvisi stop. Gli Alabama Shakes accompagnano Elliot durante il finale, quello finto, e noi ringraziamo il cielo ancora una volta per le scelte musicali di Esmail. Altra perla è quella del finale, di quello vero: dopo i titoli di coda parte un piano sequenza di tre minuti che lascia, come se ce ne fosse bisogno, ancora più domande aperte. Philip Price, CEO della Evil tutt’altro che preoccupato per la situazione globale, riceve la visita di un enigmatico White Rose (questa volta in versione uomo) e quando il colpo di scena sembra già esaurito scopriamo che quello che sembrava un doppio gioco (dell’asiatico, tra potenti e hacker) potrebbe essere addirittura triplo.

Non possiamo dire che la prima stagione di Mr.Robot si sia conclusa nel migliore dei modi. Le aspettative che la migliore serie dell’estate (ora possiamo dirlo con sicurezza) aveva creato erano enormi. Quella di inserire un gap temporale da risolvere nella prossima stagione è sicuramente una scelta rischiosa e affascinante, quindi da premiare, ma i lati negativi ci sono, e sono da individuare nell’obbligata ripetitività di certe situazioni che pensavamo già chiuse (Elliot e Mr.Robot). Pare che Esmail abbia dichiarato che nella prima stagione abbiamo goduto solo di un terzo della sceneggiatura che lui aveva pensato per il grande schermo, e la sensazione che molti dettagli siano parte di un disegno più grande è più che mai presente. Molti i nodi da sciogliere, il primo: che fine avrà fatto Tyrell? Attenderemo quindi con ansia (come Elliot ci ha insegnato) la prossima stagione di Mr.Robot anche per recuperare quel “Porcamiseria!” che in questo finale è mancato.

4

 


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