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Il grande vantaggio delle serie TV rispetto ai prodotti cinematografici è sempre stato quello di poter gestire il ritmo della narrazione in modo molto più semplice, spezzettando in puntate l’azione si è in grado di gestire meglio la tensione, sfruttando la naturale predisposizione dello spettatore a cominciare ogni volta un nuovo racconto. E così, passati […]

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Il grande vantaggio delle serie TV rispetto ai prodotti cinematografici è sempre stato quello di poter gestire il ritmo della narrazione in modo molto più semplice, spezzettando in puntate l’azione si è in grado di gestire meglio la tensione, sfruttando la naturale predisposizione dello spettatore a cominciare ogni volta un nuovo racconto. E così, passati sette giorni dall’episodio rivelatore di Mr. Robot, ci ritroviamo a cominciare un nuovo capitolo, una nuova vita, quella dell’Elliot Alderson finalmente consapevole di se e di chi gli sta intorno. Sam Esmail, creatore della serie, e sceneggiatore di questo nono appuntamento, prova però comunque a realizzare questo passaggio in modo graduale, proponendoci inizialmente un protagonista ancora confuso, ancora nell’errore. La rivelazione definitiva arriverà solo a metà episodio, senza colpi di scena (se non per Elliot). Una puntata di transizione delle più classiche, finisce l’epoca dei fantasmi e inizia la realtà, a cui sarà dedicato il finale di stagione e con tutta probabilità la season two.
Il nuovo inizio di cui parliamo non è solo quello di Elliot, ma anche quello di Angela e Tyrell, i due personaggi secondari più attivi e imprevedibili.

FALLIMENTI

La parola “failure” viene pronunciata in due diverse occasioni nel corso dell’episodio: dal buon Gideon, e dal temibile Tyrell. Per il primo si tratta di un fallimento professionale, la sua AllSafe è stata duramente colpita e la sua operatività e credibilità ormai compromesse; ben più pesante è invece il fallimento di Tyrell Wellick. Lo abbiamo conosciuto all’apice del suo successo, con concrete e rosee prospettive professionali, e una famiglia, pur con qualche stranezza, in costruzione. Dopo lo scellerato delitto sul tetto tutto è cambiato, nonostante riesca ancora abilmente ad evitare l’incontro con gli ispettori del caso Sharon Knowles, tutto è cambiato in modo irrecuperabile. Nel giro di due scene viene mollato dal suo capo e dalla moglie ancora fresca di parto, e se il rapporto con la bella Joanna sembra recuperabile, non lo è quello con la E Corp. Il licenziamento è la goccia che fa traboccare il vaso, la concretizzazione di un fallimento del tutto imprevisto. Il castello di carte è crollato.

Il fallimento di Angela invece è differente, quasi programmato. La determinazione con cui decide di dedicarsi all’affare Colby è figlia della consapevolezza che il suo futuro non sarà alla AllSafe. Quando però le comunicano che non può lavorare alla causa le crolla il mondo addosso, forse possiamo dire quindi che quella determinazine era anche figlia di una certa dose di ingenuità.
Il fallimento sul piano amoroso con Ollie, quello emotivo e sociale con Elliot, e la sfuriata a Darlene che le chiede aiuto, ci fanno pensare che la ragazza sia particolarmente incline a questa dimensione fatta di insuccessi. Non proprio il massimo per una bionda in carriera.

SECONDE OCCASIONI

Ma le seconde occasioni arrivano per tutti, anche per la giovane Angela. Arrivano con Colby in persona, in casa di suo padre, stile padrino. Quello che le propone è chiaramente un nuovo ruolo per la prossima stagione, un incarico alla Evil Corp, che darebbe agli sceneggiatori vagonate di nuovi spunti per lo sviluppo della serie. Inizialmente l’idealismo della giovane cerca di opporre resistenza, ma l’offerta e l’offerente sembrano convincenti. La lasciamo pensante e dubbiosa.
Chi invece dubbi non ne ha è Tyrell, che deve essersi preparato un piano B già dall’inizio. Non sappiamo ancora quale sia il suo fine, quale il suo guadagno, ma la sua alleanza con Elliot è il vero punto di svolta della vicenda, altro che Christian Slater. L’imprevedibilità che Tyrell porta in ogni sequenza, lo sguardo di cattiveria nei suoi occhi, le reazioni esagerate di fronte ad ogni imprevisto, ne fanno sicuramente il personaggio più divertente della serie. La sua seconda occasione non gli capita per caso, se la crea. Ora che conosce il piano d’attacco alla Evil Corp non possiamo che aspettare con trepidazione di capire quale sarà la sua prossima mossa.
Una seconda occasione, quella di un nuovo inizio, è anche quella che si presenta a Elliot, finalmente libero dai fantasmi del passato…O forse no?

PASSATO E PRESENTE

Sappiamo che a quel simpaticone di Sam Esmail piace giocare col suo pubblico, fin’ora gli è riuscito alla grande, ma dalla scorsa puntata qualcosa è cambiato, la maschera è stata tolta, e allora niente più giochetti e misteri. Il povero Elliot ha creduto che Mr.Robot, rivelatosi suo padre, fosse ancora vivo e vegeto (e forse anche qualcuno di noi), ma c’era davvero bisogno d questo passaggio? Elliot non avrebbe potuto scoprire la morte del padre inseme all’identità di Mr.Robot? L’intera vicenda di questa serie era stata concepita inizialmente per un film, e la mutazione in serie tv, comunque riuscitissima, sfocia in qualche lungaggine non del tutto necessaria. Questa forse è una di quelle, ma Esmail ha comunque il merito di non essere pretenzioso, di non ricercare il plot twist a tutti i costi. Quello arriva, ma in un modo così telefonato che è evidente che non si vuole ingannare lo spettatore, si vuole solo esplorare la mente del protagonista. La scena del cimitero, in cui finalmente Elliot scopre la verità, potrebbe aver deluso qualcuno, ma appare evidente che la volontà non era quella di sorprenderci.

“This is happening, isn’t it?
You knew all along, didn’t you?

I am Mr.Robot”

You knew all along, didn’t you? L’avete sempre saputo, domanda Elliot ad Angela e Darlene, e a noi spettatori. Si, perchè noi abbiamo smesso di essere Elliot con il finale dello scorso episodio, ora sappiamo più di lui, e anzi lo accompagnamo nella scoperta. Da rilevare in ogni caso è una certa didascalicità della scena in questione: d’accordo, deve essere chiaro una volta per tutte che Edward, il padre di Elliot, è morto e sepolto, ma Christian Slater che si accascia sulla propria lapide e nell’inquadratura successiva scompare forse è un po’ troppo.

Le note di merito anche per quest’episodio sono comunque tante, ricordiamo ad esempio il flashback iniziale che ci catapulta, qui senza girarci attorno, nel 1994. Edward Alderson, tra una sigaretta e l’altra, si lascia andare un colpo di tosse di troppo, e già con un sentimento di rassegnazione capiamo come andrano le cose. Il finto time-lapse sulla facciata del negozio di elettronica Mr.Robot, che arriva inesorabile alla gestione da parte dell’onnipresente Evil Corp, è tra i momenti migliori che la serie abbia dedicato ai titoli di testa, sempre degni di nota. Altro merito per questa puntata è quello di aver portato un po’ di umanità in un mondo fatto di segreti informatici; la costanza di Darlene nel cercare e aiutare il fratello in difficoltà, culminata poi nell’abbraccio tra Elliot e Angela, ci fa riscoprire i cari vecchi sentimenti che la spietatezza degli ultimi episodi ci aveva fatto dimenticare. Anche gli hacker hanno un cuore.
Le interpretazioni sono ancora una volta ottime. Questa volta Martin Wallström sale in cattedra, e costruisce un Tyrell Wellick che ruba la scena ad ogni singolo personaggio al quale si trova di fronte, compreso l’ormai acclamato Elliot di Rami Malek.
Avevamo già menzionato il merito citazionistico di Mr.Robot, quel riproporre elementi già visti in modo naturale e sempre dignitoso. Come se non fosse abbastanza chiaro sul finale parte una splendida cover al pianoforte di Where is my mind dei Pixies (ve la proponiamo nella sezione Freakin’ Music), che omaggia ancora una volta il Fight Club di David Fincher.

In definitiva un episodio di transizione, dal dramma familiare verso l’attacco informatico che chiuderà la stagione. Un passaggio di troppo nel chiarimento della figura di Mr.Robot lo si può perdonare, soprattutto se si tratta di filtrare i pensieri di quella mente malata di Elliot Alderson. La battuta finale di Elliot poi, che risponde al “perché” di Tyrell con un timido “I don’t know…I wanted to save the world“, ci lascia con la convinzione che anche questa volta non si può scendere troppo sotto i 5 Porcamiseria, e ci lascia in attesa della botta finale, per scoprire gli effetti della rivoluzione a lungo attesa e per consacrare definitivamente questa prima stagione di Mr.Robot tra le migliori dell’anno.

4.5

 

FREAKIN’ MUSIC

Maxence Cyrin ci regala una incantevole cover di Where is my mind al pianoforte. Vi proponiamo il brano che fa da colonna sonora al finale di puntata, ma vi consigliamo di ascoltare tutto l’album, che ripropone sotto una nuova veste molti successi della scena rock e elettronica degli ultimi anni.

 


 

Su Twitter si moltiplicano gli apprezzamenti per Mr.Robot, ma c’è sempre spazio per una certa dose di confusione e paranoia:

 

Porcamiseria

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