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Ci siamo, dopo l’entusiasmante quarto episodio Mr.Robot è arrivato al giro di boa, è il momento di capire meglio se le aspettative costruite fin’ora sapranno essere mantenute. Abbiamo deciso di raggruppare questi due episodi, rappresentativi uno della dimensione sociale (per quanto ristretta) e l’altro di quella privata del nostro Elliot Alderson: da un lato l’attacco […]

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Ci siamo, dopo l’entusiasmante quarto episodio Mr.Robot è arrivato al giro di boa, è il momento di capire meglio se le aspettative costruite fin’ora sapranno essere mantenute. Abbiamo deciso di raggruppare questi due episodi, rappresentativi uno della dimensione sociale (per quanto ristretta) e l’altro di quella privata del nostro Elliot Alderson: da un lato l’attacco alla Steel Mountain, dall’altro l’affare Fernando Vera. Tutto ciò sempre con una continuità stilistica invidiabile, fatta di inquadrature sempre sbilanciate, di una dimensione spaziale che soffoca i personaggi immersi in una costante atmosfera thriller, un’impalcatura di riferimenti culturali e citazioni ben equilibrata, il montaggio, anche sonoro, sempre incalzante e accattivante. Questi i dettagli, i numerosi tecnicismi, che ci hanno fatto innamorare di Mr.Robot; la quarta puntata ci aveva sorpreso col suo trip demoniaco, e ora, alla fine di questo doppio appuntamento, assistiamo ad un picco di intensità emotiva veramente inaspettato.

EXPLOITS

Sfruttare. Servirsi delle debolezze altrui per raggiungere il proprio scopo, questo il tema centrale dell’episodio, e per la prima volta vediamo un Elliot finalmente “cattivo” (o almeno che prova ad esserlo). L’impenetrabile Steel Mountain si rivela tutt’altro che tale, tant’è che ci chiediamo se sia veramente “tutto qui”. I nostri amici hacker rubano e duplicano la tessera di un impiegato per accedere alle sue informazioni d’accesso. Elliot si finge tale Sam Sepiol, con tanto di finta pagina Wikipedia, e chiede di effettuare una visita alla tanto inviolabile fortezza; il malcapitato accompagnatore è Bill Harper, uno zero, un amante dei gattini, per intenderci. In questa occasione viene fuori tutto il cinismo represso di Elliot, che con un bel discorso a la “non vali niente” distrugge il povero Bill. Con l’aiuto di Mobley e Romero in collegamento dal furgoncino, e Mr.Robot rigorosamente sul sedile posteriore, la strada per l’hackeraggio sembra spianata, e invece ecco il Tyrell Wellick che non ti aspetti. L’incontro tra i due parte carico di tensione, ma presto la strada thriller lascia spazio a quella dell’approfondimento psicologico. Ogni volta che Wellick entra in scena pare che Sam Esmail colga l’occasione per sottolinearne l’arroganza, quasi a suggerirci che più di un’antagonista si tratta della controparte di Elliot. Se quest’ultimo infatti quasi chiede scusa per il discorso al gattaro Bill, l’aspirante CTO ci mostra tutta la sua freddezza nella riflessione sul cameriere di turno; non che ce ne fosse bisogno, ma comunque la scena lascia un segno, il disprezzo per Wellick quasi ci fa dimenticare della missione della Fsociety.

A proposito, l’hackeraggio del sistema di climatizzazione alla fine avviene fin troppo semplicemente, il secondo “tutto qui?” dell’episodio, che non promette bene.
Se vogliamo continuare a parlare di soluzioni semplicistiche mettiamoci anche un redivivo Fernando Vera, che, non si sa bene in che modo, capisce che la soffiata anonima a causa della quale è stato arrestato, è arrivata da Elliot, ma di Vera parleremo meglio nella seconda parte riguardante il sesto episodio. L’incursione alla Steel Mountain va dunque a buon fine, peccato però che la fatica non sia servita a niente: Darlene viene bannata dal canale dell’esercito oscuro, i cinesi non vogliono più prendere parte all’attacco, stando a quanto dice il nuovo arrivato Cisco lo avevano già deciso da tempo. Segue la rabbia di lei, e quella di Mr.Robot, i personaggi che nelle prime puntate sembravano avere il pieno controllo della situazione paiono ora allo sbando, la coesione interna della Fsociety vacilla non poco. Elliot temporeggia, presto dovrà occuparsi di ben altre questioni.

E gli altri? Angela, come prevedevamo, lascia lo sfigato Ollie dopo averlo messo seriamente nei guai utilizzando la sua postazione per “infettare” la AllSafe. Conosciamo suo padre, che si dimostra il genitore più comprensivo del mondo, ma economicamente in difficoltà. Shayla intanto pensa ad un nuovo inizio come cameriera in un’improbabile locale chiamato “wingstravaganza” (si, come no…). Wellick, in accordo con la spietata consorte (l’immagine dice tutto), trama contro Scott Knowles, si offre di essere il suo braccio destro e allo stesso tempo seduce la moglie, menzione speciale per lintrigante sequenza del bagno, dopo il soft bondage la sensualità sembra non aver abbandonato la scena.
Una puntata con troppi punti deboli dunque, snodi narrativi troppo frettolosi, e situazioni che si risolvono troppo spesso in un nulla di fatto. A risollevare le cose interviene il piccolo colpo di scena finale, con il solo compito di introdurci alla sesta puntata, probabilmente la vera svolta narrativa dell’intera stagione.

BRAVE TRAVELER

Fernando Vera ha dunque capito tutto. Elliot e la sua soffiata anonima non possono passare impuniti. L’episodio si apre con una scena magistralmente scritta e diretta, Shayla viene rapita e ad essere colto di sorpresa è prima di tutto lo spettatore: il dialogo tra i nostri freschi fidanzatini sembra misterioso, ambiguo, i rapitori vengono inquadrati solo allo scadere del tempo a loro disposizione, un piccolo shock, tanto per iniziare. Disorientati quanto Elliot ascoltiamo la richiesta di Fernando: hackerare il sistema di sicurezza del carcere e liberarlo quella stessa notte.

Aiutato dalla sempre intraprendente Darlene, Elliot si mette all’opera cercando di trovare una via che metta al sicuro lui e Shayla allo stesso tempo, la soluzione è il giovane (e molto social) fratello di Fernando, Isaac: una volta hackerato il suo telefono cellulare Elliot è in grado di seguire tutti gli spostamenti di denaro dei due fratelli Vera, un asso nella manica da giocare con attenzione. Arriviamo quindi, skippando un bel po’ di minuti, alla scena finale, l’evasione.

Anche qui scrittura e regia sembrano di un’altro livello: la sovratensione creata da Elliot fa aprire tutte le celle del carcere senza che si attivino gli allarmi di sicurezza, le tute arancioni dei prigionieri si muovono alla ricerca di una via d’uscita (nessuna guardia, vogliamo crederci), al suo arrivo Fernando ci coglie ancora una volta di sorpresa. Il suo caro fratellino non gli era poi così caro, e il ricatto di Elliot non sta più in piedi. Rami Malek interpreta ancora una volta alla perfezione lo stato di sconforto e confusione che ci pervade insieme alla consapevolezza che tutto potrebbe essere già finito, la camera a mano riprende il volto incredulo e disperato del protagonista per troppi secondi, troppi per farci sperare in un lieto fine. Anche la musica non ci lascia speranze, il buio della notte avvolge Elliot e la sua mano, che va a darci prova di ciò che temevamo. Il simbolo di quella vita “normale” che Elliot ha inseguito negli scorsi episodi, l’unica persona in grado di assicurare quell’equilibrio tra i sentimenti e la disillusione nei confronti del mondo, è andata, eliminata da quel Fernando che acquista di diritto il titolo di villain indiscusso. Una sequenza che ci lascia senza fiato, un colpo da maestri di cui quasi non credevamo capace Mr.Robot.

L’episodio rappresenta dunque una svolta narrativa importante, quello che era mancato alla serie finora era forse una certa voglia di osare, di giocare con lo spettatore e con i sentimenti dei personaggi. E invece, oltre al già menzionato finale, abbiamo anche una Angela sempre più determinata nella sua scoperta della verità sull’affare Colby (rivela ad Elliot di avere un’idea che cambierà il mondo, siamo tutt’orecchi), e un Tyrell Wellick che si lascia mettere inaspettatamente K.O. da Knowles. Aprendo una parentesi sui personaggi secondari viene da chiedersi che fine abbia fatto in tutto ciò la comprensiva psicanalista, certamente ora ci sarà bisogno del suo aiuto per riprendersi.

Non dimentichiamo poi che tiene ancora banco il dilemma sulla realtà del personaggio interpretato da Christian Slater. “I’m talking to you right now, and you don’t exist” afferma Elliot a conclusione di uno dei suoi tanti monologhi mentre attende il povero Ben Harper nel’atrio della Steel Mountain. Si riferisce allo spettatore? A lui stesso? Al suo Alter ego Mr.Robot? In ogni caso è consapevole della poca razionalità delle sue riflessioni, sa anche lui che qualcosa non quadra.
Se però da una parte prende atto della confusione che lo assale, dall’altra appare di nuovo confuso e spaventato dalla sua vera identità, che ancora una volta si mescola con quella di Mr.Robot. I due si lasciano andare ad un appassionato scambio di opinioni durante il sesto episodio, sulle scale, Elliot in alto e Mr.Robot in basso, il primo cerca un modo per salvare Shayla, il secondo consiglia di proseguire con la Fsociety e lasciare che la ragazza sia solo un ricordo passato. Il dubbio della scelta, le vite da salvare, con lo sguardo fisso su Mr.Robot il nostro protagonista si dice: “I Elliot Alderson am… What?”

Cosa sei Elliot? Chi sei? Non vediamo l’ora di scoprirlo insieme ora che le cose si fanno serie. Il sorprendente finale fa guadagnare a questa coppia di episodi quel punto in più che ci fa dimenticare di momenti non troppo convincenti. 5 Porcamiseria su 5 e tanta curiosità per ciò che ci riserverà la seconda metà di questa prima stagione di Mr.Robot.

5

 


 

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