Mindhunter1×01 Episode 1

Series Premiere Criminali si nasce o si diventa? Nell'America degli anni 70 una coppia di agenti federali cerca di fare luce su questo interrogativo affrontando faccia a faccia il male, scoprendo quanto la realtà possa distare da ogni teoria psicologica.

8.7

Mindhunter è una nuova serie originale Netflix che conduce nuovamente sul piccolo schermo il regista e produttore David Fincher. Dopo aver vinto un Emmy nel 2013 per la regia del pilot di House of Cards (della cui produzione si è anche occupato), Fincher si rimette in gioco con questo adattamento televisivo del libro omonimo Mind Hunter: Inside The FBI’s Elite Serial Crime Unit, in cui un agente federale racconta la reale e travagliata accettazione della criminologia e del criminal profiling all’interno del bureau investigativo sul finire degli anni ’70. La storia funge in realtà da pretesto per analizzare dettagliatamente i cambiamenti con cui l’America dovette fare i conti in quegli anni, soprattutto a livello sociologico, e Fincher, alla regia del pilot (e produttore esecutivo insieme a Charlize Theron), lo evidenzia per bene nella sua trasposizione.

La banalità del male

Holden Ford è un agente federale specializzato in negoziazione degli ostaggi e strategie psicologiche. Pur avendo qualche esperienza sul campo, Ford viene relegato all’insegnamento alle matricole di Quantico, dove si rende conto dell’obsolescenza teorica del comparto psicologico del bureau. Tra un tentativo di aggiornamento all’Università della Virginia e il fallimento dell’applicazione dei metodi della controcultura agli standard dell’FBI, l’agente suscita la curiosità del collega del Dipartimento Comportamentale Bill Tench, che lo porta con sé a mostrare le proprie competenze ai distretti di polizia, così da avere un riscontro in prima linea delle sue teorie. La prima occasione mette però i due agenti di fronte a un efferato caso di omicidio apparentemente irrazionale, rivelando al giovane Ford le difficoltà dell’applicazione pratica delle sue teorie.

Holden: Crime has changed.

È questa una delle evidenze che saltano all’occhio durante la visione dei sessanta minuti del pilot: l’America degli anni ’70 comincia a fare i conti con un Male che le sbatte in faccia la propria mancanza di razionalità. Charles MansonDavid Berkowitz diventano l’incubo di una nazione, consegnando al terrore del crimine imprevedibile una quotidianità già segnata dalle insicurezze del post-Sessantotto. Holden cerca il bandolo della matassa, il filo di Arianna che permetta di orientarsi nell’oscuro labirinto delle pulsioni criminali, cercando alla base di queste l’impronta di una società che invece cerca di autoassolversi relegando all’innatismo ogni malvagità.

L’agente Ford si trova così costretto a uno scontro su tre fronti: da una parte c’è il formalismo patinato dell’FBI che ha smesso di farsi domande (non a caso gli agenti vengono confusi per dei mormoni) e che vede nella psicologia un settore secondario, dall’altra la cecità della polizia (e degli agenti cadetti) che preferisce accontentarsi di risolvere con un proiettile in testa ogni tentativo di dialogo con i criminali. Infine c’è la pretesa naive di Holden, incontrollata e macchiata d’arroganza, che trova un primo ostacolo nell’applicazione pratica, rivelando la necessità di un orientamento che certamente verrà indicato dal più esperto Tench.

Ancora una volta, Fincher si trova ad imbastire il topos della coppia di agenti, giovane e vecchio, senza però cadere nell’autoplagio o nello stereotipo, ma riuscendo a pennellare con destrezza le personalità dei protagonisti, messi in risalto più dai contrasti coi personaggi secondari che non in solitario. Le ambientazioni presentano in maggioranza toni cupi grazie alla fotografia che spazia dai toni caldi delle prime scene a quelli freddi degli interni dell’FBI o al “fumoso” dialogo finale alla stazione di polizia. Niente da eccepire sulle interpretazioni, tutte di livello con un Holt McCallany molto a suo agio nel ruolo.

Non mancano momenti lenti, fisiologici per un pilot di questo genere, arricchiti però da dialoghi intensi che danno la possibilità di traslare ai giorni nostri la tematica del cambiamento della criminalità come corrispettivo dei cambiamenti sociali. Se siete alla ricerca di una serie a tinte thriller che approfondisca le ragioni del male senza focalizzarsi su interpretazioni manichee, che unisca la tridimensionalità di True Detective alle tematiche di Hannibal, allora Mindhunter è lo show che fa al caso vostro. 

Porcamiseria
  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8.7/10

In Breve

Se siete alla ricerca di una serie a tinte thriller che approfondisca le ragioni del male senza focalizzarsi su interpretazioni manichee, che unisca la tridimensionalità di True Detective alle tematiche di Hannibal, allora Mindhunter è lo show che fa al caso vostro.

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8.7

Se siete alla ricerca di una serie a tinte thriller che approfondisca le ragioni del male senza focalizzarsi su interpretazioni manichee, che unisca la tridimensionalità di True Detective alle tematiche di Hannibal, allora Mindhunter è lo show che fa al caso vostro.

Storia 9 Tecnica 9 Emozione 8
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