Matrimoni e Separazioni
Assistiamo nell’arco di due episodi di Masters of Sex a due matrimoni: uno formale, pur senza troppe cerimonie, nel finale di serie; uno sentito e di cuore, nel finale di “Night and Day”, proclamato sommessamente ma forse più significativo. Ciò che appare più nebuloso è quanto di entrambe le dichiarazioni sia realmente autentico e vissuto al 100%, e quanto sia frutto della strana dipendenza di Bill. Gli sceneggiatori ci fanno presente a più riprese quanto per l’uomo il rapporto con Virginia sia allo stesso tempo indispensabile ma tossico, tanto da indurlo a una sfuriata insensata e inquietante contro gli altri membri della AA – il Dott. Masters, prima di tutti, dovrebbe sapere che quello dell’alcolismo è un problema reale, ma lo subordina ai suoi capricci amorosi – e facendoci dubitare della sua veridicità, fino all’ultimo secondo.
Per una volta in questa stagione si va per il sottile e si apre alla libera interpretazione, laddove per gran parte di questi dieci episodi la scrittura ha privilegiato la schiettezza nei gesti e nelle argomentazioni – arrivando ad essere ampiamente anticipabile. L’unica schiettezza riservata allo spettatore sul rapporto tra i due protagonisti è su come tutto sembra remargli contro: fioccano divorzi e crisi coniugali, la signora Johnson è meno che incline al dialogo, e la fedeltà di Barton è messa in discussione dal potenziale ricorso dello studio a pretestuose terapie riparative. Il mare è in tempesta su più versanti, ma il baluardo Masters e Johnson rimane per una volta saldo alle proprie fondamenta, in passato scosse da molto meno.
Prima di sposarsi Bill affronta le sue dipendenze, in un ultimo toccante confronto con Louise, ricaduta nel tunnel dell’alcool a causa del fallimento della terapia sensoriale col marito. Nessuno dei due ha sconfitto i propri demoni – o presunti tali, visto che Masters of Sex ha quasi sempre dipinto Virginia come un mostro, dimenticando quasi sempre le brutture commesse da Bill – ma l’ultimo ballo tra i due segna perlomeno una rinnovata voglia nel Dott. Masters di ascoltare i problemi dell’altro.
La Rovina di Nancy
Art e Nancy sono la coppia tragica di questi episodi finali. L’aborto voluto dalla donna, sotto la pretesa di crescere un figlio non concepito con Art, è l’ennesima incarnazione delle sue paure e della sua incrollabile volontà di non vincolare i suoi sentimenti. Non solo, se da una parte questo può apparire ammissibile e attinente alla sua sfera privata, dall’altra abbiamo l’arrivismo professionale che non fa altro che corroborare il suo egoismo. La sabotatrice per una volta viene fatalmente colta in fallo dai suoi stessi meccanismi, a causa dei sistemi di registrazione che consentiranno ad Art di prendere una drastica decisione, separandosi da lei.
Nancy: Sometimes what we want can surprise even us.
Mentre il rapporto con Art finisce tragicamente, in una delle sequenze più ad effetto della stagione nel loro ultimo dialogo ricco di risentimento, la sconfitta di Nancy è visibile e clamorosa su tutti i fronti: Virginia irrompe nella sua villa con un mandato di perquisizione, smascherando i suoi piani con uno sguardo carico di vibrante soddisfazione.
Nancy, in questa chiusura di Masters of Sex, è l’ultima mina vagante che prova a destabilizzare il matrimonio di Bill e Virginia privandoli del testimone: Barton è giustamente scandalizzato dalla strada intrapresa dalla clinica per mano di Virginia, offeso dal ricorso a terapie riparative verso una condizione naturale ma per lui invivibile, tanto da averlo portato in passato a tentare il suicidio. Beau Bridges si conferma un interprete intenso e fondamentale nelle dinamiche della serie, sarebbe stato perfetto vedere Barton come testimone di nozze, ma toccherà a Guy ricoprire quel ruolo.
Libby va Avanti
Alla fine capiamo una cosa di Libby, al di là della sua personale strada per l’emancipazione: la sua storyline non è altro che un viaggio nelle conquiste sociali degli anni ’60. Tra hippies, droghe leggere, nudismo e femminismo, ci mancava solo il viaggio a Woodstock. La sua è la parentesi leggera dello show, capace di mostrare appieno la versatilità di Caitlin Fitzgerald, finora ancorata a ruoli più intrinsecamente drammatici.
Libby curiosamente non prova risentimento per la decisione di Bill e Virginia, anzi, ormai è talmente consapevole di sé e felice della sua scelta da volere solo il meglio per la sua vita, decidendo di andare a Berkeley e provare a diventare un avvocato. L’ultima discussione tra ex coniugi è l’unica da molto tempo a questa parte ad essere permeata di onestà e buoni sentimenti di fondo, con l’unico intento di portare avanti al meglio la famiglia Masters. I figli scelgono la madre, in fondo Bill deve andare avanti con Virginia, verso una vita totalmente nuova, tanto quanto Libby.
I punti in sospeso che non verranno mai affrontati sono tanti: le terapie riparative e le loro ripercussioni su Bill, Virginia e sui pazienti; la storia di Betty, vergognosamente ignorata dopo la morte di Helen; le conseguenze del matrimonio e di quello sguardo carico di disagio che chiude la stagione e, purtroppo, l’intero apparato di Masters of Sex. Le disavventure di Bill e Virginia ci hanno accompagnato per quattro anni, offrendo uno show dalla qualità altalenante ma sempre carico di spunti di riflessione.
Per questo finale, tolta l’assenza di Betty, è stato fatto un lavoro di scrittura coerente con tutta la stagione, brillante seppur non eccellente, data l’incapacità della trama di comunicare messaggi sottilmente come in passato. 4 Porcamiseria su 5.
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