Marvel’s The Defenders1×04 Royal Dragon – 1×05 Take Shelter

Finalmente riuniti, i Defenders non tardano ad affrontare i leader della Mano dando inizio alla guerra. Una coppia di episodi diversi tra loro, che raccontano, da un lato, l'incontro tra i nostri, dall'altro le preoccupazioni che li attanagliano e dalle quali solo le persone amate possono liberarli. Un risultato altalenante che non giova all'economia già ristretta degli episodi della stagione.

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Dopo l’assaggio sul finale del terzo episodio, il tanto agognato team-up avviene (forse non casualmente) nella quarta puntata di The Defenders, quando i nostri eroi finalmente si trovano faccia a faccia. Non tarderà a sorprenderli la Mano, dando il vero e proprio inizio alla guerra per New York.

Royal Dragon

L’episodio si svolge quasi interamente all’interno del ristorante cinese che dà il titolo alla puntata. Fuggiti dalla sede della Midland Circles, i nostri fanno conoscenza in un’atmosfera tra Breakfast Club CarnageNonostante le molte diffidenze e divergenze, i quattro capiscono di essere dalla stessa parte e, grazie alle spiegazioni di Stick, capiscono poco di più della situazione in cui si trovano. Jessica, allontanatasi inizialmente per la sua naturale propensione all’asocialità, torna sui suoi passi giusto in tempo per mettere sotto Giusy Ferreri Elektra/Black Sky e fare la conoscenza di Alexandra.

L’incontro tra i quattro è ben ponderato, senza eccessive personalizzazioni e tenendo ben conto delle particolarità dei quattro supereroi. L’ironia aiuta a distendere la tensione e facilita la percezione di una trama altrimenti fumosa e a tratti semplicistica, con una propensione alla non originalità. Il carattere spigoloso e intransigente di Matt Murdock, diviso tra i segreti che non vuole rivelare e il desiderio di risolvere l’affaire Mano, viene bilanciato dall’entusiasmo fanciullesco di Danny, alla ricerca di compagni in una guerra che finora era convinto di condurre da solo. Quanto alle convergenze, sicuramente le più marcate sono quelle tra il cinismo e il pragmatismo di Jessica e Matt, compensate dall’idealismo e dal buonismo di Danny e Luke. Il tutto in una dissonante armonia che viene più volte sottolineata dai netti stacchi fotografici, con il colore preponderante di ogni Defender a fare da sfondo singolarmente per essere poi riuniti nell’insegna del Royal Dragon.

Sul fronte dei villain ancora una volta risalta la bravura di Sigourney Weaver, capace di rendere alla perfezione la malvagità manipolatrice di Alexandra. Anche in questo caso il bilanciamento dalla parte dei buoni arriva con Stick, la cui moralità pasteggia nella zona grigia tra il bene e il male. Veniamo a conoscenza dell’identità delle altre dita della Mano: a Madame Gao Bakuto, che avevamo già incontrato, si aggiungono Murakami Sowande a completare il team-up dei cattivi. Il loro scopo è recuperare l’Iron Fist (è già stato detto che si tratta di Danny?), e per farlo sono pronti a mettere l’uno contro l’altro i nostri eroi, nella migliore delle tradizioni Marvel. Il ruolo chiave sembra consegnato ad Elektra, la cui interpretazione però lascia un po’ a desiderare, con una limitata gamma espressiva che passa dallo sguardo cagnesco all’interpretazione cinofila.

Nota dolente (e non poco) dell’episodio è la ristretta tempistica in cui si svolge la narrazione, limitata all’arco di poche ore della notte. L’avvicendamento degli eventi è troppo frenetico, e va ben oltre la sospensione dell’incredulità pensare che una mole di situazioni così differenti possa dispiegarsi in così poco tempo. Al quarto episodio viene quindi naturale domandarsi il perché The Defenders sia caratterizzata da una scelta narrativa che racchiude in 48 ore tutta la storia, dando poco respiro ai personaggi, già limitati dalla corta durata della stagione.

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Take Shelter

Al Royal Dragon i pezzi grossi della Mano si scontrano con i Defenders, ma i sentimenti di Matt per Elektra rischiano di mandare all’aria il neonato gruppo di eroi. Durante lo scontro tra i due, infatti, Black Sky tentenna e sembra ricordare stralci del suo passato, arrivando ad attaccare Murakami per difendere Murdock. L’immancabile scontro tra neri finisce con Sowande catturato da Luke, spostando la bilancia della vittoria verso i buoni. Rientrata alla Midland Circle, Alexandra deve affrontare la diffidenza degli altri leader, i quali dubitano della lucidità della donna adesso che rischia di morire. Intanto, consci di ciò che hanno scatenato, i nostri eroi si affrettano a mettere al sicuro i propri cari, raggruppandoli al distretto di polizia di Harlem, sotto l’ala protettrice (…) di Misty.

È l’occasione per vedere riuniti in una sola stanza tutti i sidekick delle quattro serie Netflix/Marvel, a conferma di una caratterizzazione quasi sempre impeccabile anche per i non protagonisti. Anche in questo caso l’aiuto dei cari è risolutivo e chiarificatore, e i dialoghi raccontano le preoccupazioni di eroi tanto coraggiosi con i nemici esterni quanto fragili nella propria interiorità. Stick intanto appioppa a Matt la responsabilità di leader dei Defenders, riconoscendogli la maturità per un tale compito rispetto agli altri eroi, ancora acerbi (soprattutto Danny).

Veniamo a conoscenza dello scopo della Mano (e di Alexandra): tornare a K’un Lun – dalla quale le cinque dita sono scappate secoli or sono – per recuperare il pozzo di Lazzaro la misteriosa sostanza che fa resuscitare, consumata del tutto per riesumare Black Sky. Con il pretesto viene affrontato parzialmente anche il passato di Alexandra, dando nuova luce al rapporto smaccatamente filiale che la lega ad Elektra. La ragazza è però ancora confusa dal suo ritorno alla vita e cerca conforto a casa di Matt, ultimo posto che l’ha vista felice. Con l’arrivo degli altri leader della Mano, nonostante singolarmente nessuno di essi possa rappresentare un reale paragone con Alexandra, la minaccia che la donna rappresenta si affievolisce (e non poco), privandola di quell’alone terrorizzante che finora aveva aleggiato su di lei. Il problema è che tale disincanto non avviene per motivi “pratici” – nonostante Gao si confermi con le sue azioni una grande stronza a sangue freddo – ma per una mera contestazione verbale alla quale la leader suprema sembra piegarsi senza troppe rimostranze.

L’aver dato poi così tanto spazio ai personaggi secondari appesantisce significativamente la visione dell’episodio, che scorre inesorabilmente lento, ed è abbastanza inconcepibile che un episodio del genere vada perso nell’economia ristretta degli otto che compongono questa stagione. L’idea, affascinante e ben confezionata, che i sidekick non siano una debolezza ma una forza per gli eroi non necessitava di così tanto tempo per essere esplicata. Il sacrificio, pesante (pesantissimo, considerato il genere), riguarda per forza di cose l’azione, che ne risente significativamente e viene ridotta ai pochi minuti finali. Finora dei quattro protagonisti insieme si è sentito troppo e visto poco, non abbastanza a rendere piacevole l’amalgama promessa; e a più di metà stagione scelte del genere non pagano.

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Note

  • La scena in cui Danny offre il piatto a Luke ricalca fedelmente una scena simile del fumetto che li vede insieme protagonisti.
  • L’incontro tra Colleen e Misty alla stazione di polizia ammicca ai fan di Daughters of the Dragon, la serie fumettistica che vede le due fare coppia contro il crimine.

E non possiamo neanche tagliargliele

 

 

 

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