Season Premiere Un pilot che senza dubbio presenta bene la causa del nostro Punitore e che sembra presagire una futura battaglia. Ancora è presto per capire come la affronterà, ma la violenza che permea il primo episodio ne è un chiaro indizio.

8.3

Chi si approccia a The Punisher dovrebbe farlo conscio di un risvolto molto importante: il Punitore – incontrato per la prima volta nella seconda, e abbastanza dimenticabile, stagione di Daredevil – ha una componente bestiale che difficilmente può essere sedata. Frank Castle è violento, burbero, sporco. Feroce, nel suo farsi strada a colpi di pistola e ossa frantumate nel tormento della sua perdita, quando una lotta tra gang ha finito per strappargli ciò che più gli stava a cuore: tutta la sua famiglia. È dunque inevitabile che questa serie non sia per tutti, specialmente per chi non tollera la violenza gratuita; diciamolo, possono averti sterminato la famiglia, ma uccidere senza neanche batter ciglio un intero cartello messicano o la mafia irlandese non rientra certo nella categoria “brava persona”. La guerra ha lasciato la sua traccia su Frank Castle, ben visibile nell’identikit di The Punisher che si auto-assegna: alla violenza risponde con altra violenza. Se si è disposti ad accettare che il Punitore gioca secondo le proprie regole, il risultato è un pilot crudo, realistico, poetico nella sua regolarità. Affascinante.

Non faremo spoiler, in questo recap, per permettere a chiunque passi da queste parti di farsi un’idea precisa del nuovo prodotto della continuity Marvel targato Netflix; dopo The Defenders – che ha spaccato la critica e il pubblico in due, tra chi l’ha apprezzato e chi l’ha trovato noioso – la piattaforma di streaming ci porta nella vita di Frank Castle, mostrandoci subito nei primi minuti di aver chiuso il cerchio della sua vendetta iniziato nella seconda stagione. L’uomo che troviamo in The Punisher è un Frank disilluso, che sotto la nuova e solitaria identità di Pete Castiglione abbatte muri con un martello in un cantiere frequentato da gente non esattamente raccomandabile. E lo fa tutto il giorno, tutti i giorni, guadagnandosi le antipatie dei colleghi per il suo atteggiamento non proprio socievole. Ma dopotutto, Frank non è mai stato molto bravo a farsi degli amici.

Il fatto che abbatta muri con un martello, letteralmente a mani nude – mattone dopo mattone – è metafora ideale della perseveranza di Frank nel combattere contro qualcosa, nel portare a termine uno scopo che si è auto-imposto; del resto, da un Marine non ci si poteva aspettare nulla di diverso. Ha bisogno di sfogarsi, di punire se stesso – come gli ricorda l’amico che tiene gli incontri per i veterani – perché il muro più grosso l’ha già sgretolato e, con esso, le fondamenta del suo essere. Frank Castle è morto, a Pete Castiglione non resta che prendersela con la vita per quello che gli è successo. E non sembra essere l’unico ossessionato da quel passato: un’agente speciale, interpretata da Amber Rose Revah, sembra voler indagare su un caso che riguarda la squadra di Frank in Afghanistan e, in particolare, su una coincidenza riguardante due omicidi accaduti lo stesso giorno, di cui uno molto importante per il nostro Punitore.

Per affrontare la sua crisi interiore, l’amico consiglia a Frank un paio di libri: Moby Dick di Melville e The Crack-Up di Fitzgerald, che non a caso vediamo inquadrati in momenti particolari della puntata. Qual è il Moby Dick di Frank, la sua balena bianca insomma? La sua vendetta, irraggiungibile quanto violentemente desiderata, legata all’uccisione della sua famiglia. Per quanto riguarda The Crack-Up, non è un caso che Frank venga inquadrato proprio mentre legge quel libro e che qualche scena dopo debba affrontare una nuova battaglia, ancora. L’anima di Frank è in pezzi, e si sta sgretolando piano piano come i muri che abbatte ogni giorno col suo martello, come si sgretolò a suo tempo e per altri motivi l’anima di Fitzgerald.

Gli unici spiragli dell’umanità di Frank ci vengono mostrati in un tentativo di rapporto con un collega, Donny Chavez, e nei flashback – più flash, che altro, in cui assistiamo a quei brevi scampoli di vita felice che ha trascorso dopo essere tornato dalla guerra. Il montaggio della regia è davvero magistrale, e non vi fate sfuggire il richiamo a una storia sentita all’inizio della puntata, proprio dallo stesso amico che gestisce gli incontri per i veterani. Essa racconta di un soldato caduto in un buco da cui cerca di uscire e dei consigli che un ufficiale, uno psicologo e un altro soldato gli snocciolano, ognuno con un punto di vista ben preciso. Secondo voi, chi sa come uscire davvero da quel baratro? Un’assurda storia di guerra come tante, ma non per tutti i soldati deve finire male per forza; Frank ha capito che vuole combattere questa guerra ma con le sue regole, salvando chi vuole salvare e punendo chi vuole punire.

Se dal punto di vista della storia The Punisher ci ha soddisfatto, siamo rimasti positivamente sorpresi anche dalla regia e dalla colonna sonora. Le scene di combattimento fluiscono perfettamente e si riescono a seguire facilmente, al contrario di alcune altre serie Marvel (come The Defenders o Dardevil, che a volte risultano troppo confusionarie). Anche il fatto che Frank venga sempre inquadrato con il suo fido martello in quasi ogni momento di questo episodio ci fa capire quanto quest’oggetto sia significativo dato che se lo porta sempre dietro, come un fardello o come un compagno. Per quanto riguarda la colonna sonora, la sigla iniziale è molto d’impatto e non si può non apprezzare la scelta di Hell Broke Luce di Tom Waits, una canzone che parla proprio del “crack-up” di un soldato che è andato in guerra. Vi ricorda qualcuno?

Il primo episodio sembra lasciar presagire una serie di qualità e piena di rivelazioni sul nostro soldato, ma per ora nessuna di queste è ancor venuta a galla visto che, per il momento, abbiamo scoperto ben poco di nuovo. Come tante serie Netflix, The Punisher sembra lenta a partire, ma il piglio energico del Punitore potrebbe avere la meglio sulla penna lenta degli sceneggiatori.

  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8.3/10

In breve

Frank è tornato, ma stavolta ha deciso di combattere con le sue regole. Le sue armi sono semplici, i suoi principi pochi e anche abbastanza confusi, ma una cosa ci risulta chiara: alla violenza sembra voler rispondere con altra violenza.

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Porcamiseria

8.3

Frank è tornato, ma stavolta ha deciso di combattere con le sue regole. Le sue armi sono semplici, i suoi principi pochi e anche abbastanza confusi, ma una cosa ci risulta chiara: alla violenza sembra voler rispondere con altra violenza.

Storia 7 Tecnica 9 Emozione 9
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