Manifest1×05 Connecting Flights

Un altro episodio denso e coinvolgente, in cui vediamo come hanno trascorso i 5 anni e mezzo coloro che sono rimasti a casa. Un diverso punto di vista narrativo ci permette di vedere le cose da un’altra prospettiva, alquanto interessante.

9.2

La cavalcata di Manifest sembra inarrestabile. Anche questa settimana torna con un episodio talmente coinvolgente da far desiderare il binge watching anche allo spettatore più esigente. Sebbene la risoluzione del grande mistero subisca una battuta d’arresto, Connecting Flights si propone di rispondere ad una domanda tanto importante quanto trascurata sia dagli autori – finora! – sia dal pubblico, troppo preso dagli enigmi per chiedersi: cosa hanno fatto gli altri mentre i passeggeri del volo 828 erano in volo? Come hanno trascorso questi 5 anni e mezzo?

Cosa hanno fatto gli altri mentre i passeggeri del volo 828 erano in volo?

In questo improvviso cambio di prospettiva ci troviamo sull’altro volo, che nessuno aveva minimamente preso in considerazione prima d’ora. Mettendoci nei panni di coloro che sono rimasti a terra veniamo a conoscenza dei retroscena che rendono più chiari molti comportamenti che altrimenti sarebbero rimasti un po’ oscuri. Scopriamo ad esempio che il matrimonio tra Ben e Garce era già sul filo del rasoio ancor prima di partire per la Giamaica e che probabilmente, dopo un periodo di assestamento, la scomparsa del volo non è servita ad altro che ad accelerare la rottura di un rapporto che si sarebbe frantumato ugualmente.

Finalmente facciamo la conoscenza di Danny, all’apparenza l’uomo perfetto sia per Grace che per Olive, che vede in lui il miglior sostituto del padre. Danny è una persona buona, alquanto attraente, che ha saputo inserirsi in punta di piedi nella vita delle due donne conquistando man mano la loro completa fiducia. Se in Manifest niente è come sembra, cosa nasconde quest’individuo più simile a un dio che ad un essere umano?

Davamo per scontato che tutti fossero felici del ritorno del volo 828, ma non avevamo fatto i conti con i sentimenti degli altri.

Sebbene i fan più accaniti di Lost storceranno il naso, concedeteci la licenza poetica di chiamare “altri” coloro che sono rimasti a terra, pur essendo consapevole che la definizione non c’entra granchè con quella data nella storica serie. Però, se i network hanno definito Manifest la Lost al contrario ancor prima dell’uscita del pilot, perché non prendere in prestito, all’occorrenza, anche la terminologia dei naufraghi?

Ritornando all’episodio, è facile notare come prima di Connecting Flights gli autori si fossero focalizzati sul dramma della perdita di 5 anni di vita da parte dei passeggeri, non concentrandosi adeguatamente sui sentimenti degli altri, che si dava per scontato fossero felici del ritorno dei loro cari. Era come se i superstiti fossero gli unici degni di reale attenzione – anche da parte del pubblico! – e invece scopriamo, con piacere e stupore, che le storie degli altri sono ugualmente interessanti e curiose. Che succede se tuo marito e tuo figlio rientrano a casa dopo più di 5 anni mentre ti sei già ricostruita una vita con un altro? Che succede se la tua futura moglie non è morta, come si pensava, ma intanto hai sposato la sua migliore amica?

Accanto a questi interessantissimi flashback, vediamo uno sviluppo delle vicende personali dei protagonisti, con Ben che tenta (metaforicamente) la fuga dalle voci e Michaela che accetta finalmente i suoi sentimenti per Jared. Nonostante siano i due fratelli i veri protagonisti della serie, in questo episodio sono le loro le vicende meno interessanti. Coinvolge infatti di più, ad esempio, la storia delle tre amigas piuttosto che vedere Ben lanciare una monetina, o allo stesso modo siamo molto più interessati al bel Danny che ad una Michela a casa di Lourdes. Oltre alla crescente attenzione sul piccolo Cal, che sembra riservare delle piacevoli sorprese, la scena nel presente che davvero commuove è il dialogo tra Michaela e suo padre, il quale avevamo appena visto anni prima sulla stessa veranda con la moglie. La donna viene ricordata e Manifest dimostra così di non trascurare alcun filone narrativo, rendendo il prodotto sempre più completo e saldamente strutturato.

Sebbene questo episodio possa apparire una puntata filler, in quanto lo sviluppo della trama orizzontale non procede granchè, in realtà sono quaranta minuti del tutto utili alla narrazione, a cui viene conferita una profondità assolutamente necessaria. Se non dopo i primi minuti di Connecting Flights, non ci si era resi conto di questo bisogno, mentre ora un solo episodio flashback sembra persino riduttivo data la quantità di eventi possibili da poter raccontare. Le storie si intrecciano perfettamente tra passato e presente e con invidiabile chiarezza, nonostante le numerosissime tematiche presenti. Un prodotto completo, lineare, per quanto possibile, e che non tralascia di narrare esaustivamente (finora, almeno) le storyline aperte. Vale lo stesso commento dei precedenti episodi: Manifest non smette mai di incuriosire.

  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 9/10
    Tecnica - 9/10
  • 9.5/10
    Emozione - 9.5/10
9.2/10

Summary

Manifest procede senza intoppi mostrandoci i 5 anni degli “altri”, cioè coloro che sono rimasti a terra, dimostrando così di non trascurare alcun filone narrativo. Un cambio di prospettiva che sorprende piacevolmente il pubblico, che nonostante la complessità degli eventi riesce a tenere facilmente il filo della storia.

Porcamiseria

9.2

Manifest procede senza intoppi mostrandoci i 5 anni degli "altri", cioè coloro che sono rimasti a terra, dimostrando così di non trascurare alcun filone narrativo. Un cambio di prospettiva che sorprende piacevolmente il pubblico, che nonostante la complessità degli eventi riesce a tenere facilmente il filo della storia.

Storia 9 Tecnica 9 Emozione 9.5
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