Manifest1×04 Unclaimed Baggage

In questo episodio Manifest concede ugual spazio sia al mistero che alle vicende personali, riuscendo a mescolare perfettamente le due componenti, come avevamo già visto in precedenza. La serie continua su ottimi binari già tracciati ed anche questa quarta puntata è stata all’altezza delle aspettative. Di volta in volta ci viene presentato un nuovo personaggio e Unclaimed Baggage ci racconta la storia di Bethany, la Hostess del volo 828, rendendo sempre più chiaro un concetto: ogni passeggero nasconde qualcosa – o qualcuno, in questo caso. La donna infatti aveva nascosto un clandestino a bordo dell’aereo, che scopriamo essere il fidanzato di un cugino costretto a fuggire dalla Jamaica in quanto omosessuale. Ed ecco quindi che il mistero si fonde con il drama, rendendo Manifest un prodotto seriale perfettamente godibile da un ampio pubblico eterogeneo, che ha modo di interessarsi ora all’uno e ora all’altro aspetto della vicenda

Il percorso che porta al salvataggio di Thomas, il clandestino fuggito dopo l’atterraggio – anche se non si sa bene come, data la quantità di polizia ad aspettare l’aereo – è lungo e tortuoso e coinvolge sia la dottoressa Saanvi che Michaela, passando attraverso un angelo grigio e bagnato. Come in un puzzle in cui solo alla fine tutti i tasselli trovano il loro posto formando un’immagine, così anche le voci udite delle due donne dovranno unirsi per risolvere l’enigma dell’episodio, che le porterà all’Angelo delle Acque dove ritroveranno il ragazzo in fuga. Ancora una volta, inspiegabilmente, “tutte le cose cooperano al bene”, ma la domanda di fondo rimane sempre la stessa: da dove arrivano le voci? Si fa strada persino l’ipotesi di una possibile schizofreania, ma l’idea che tutti i passeggeri del volo siano malati non convince.

Ben: E se le voci fossero di natura malvagia? Non puoi seguirle ciecamente.

Michaela: Non credo abbiamo altra scelta.

Passando ora a temi un po’ più comprensibili, analizziamo le vicende personali dei personaggi principali, che in Unclaimed Baggage hanno trovato nuovi e interessanti sviluppi. Se all’apparenza possono sembrare le solite storie già viste – due coniugi in crisi, due ex fidanzati innamorati e divisi dagli eventi – , in realtà Manifest ha saputo introdurre un elemento innovativo che rende queste vicende decisamente inconsuete. Non si tratta infatti di banali litigi tra moglie e marito, ad esempio, ma fondamentale è il fatto che per metà della coppia siano passati ben più di cinque anni in solitudine, o quasi. Può sembrare ripetitivo sottolineare questo fatto, ma è esattamente questa una delle carte vincenti di Manifest che lo rendono un prodotto originale e avvincente, in un periodo in cui, data la scarsità di qualità a discapito della quantità, troppo spesso ci si accontenta di non annoiarsi piuttosto che di appassionarsi.

Manifest mette sempre più carne al fuoco, intrecciando ad un mistero fittissimo anche lo sviluppo delle relazioni tra i personaggi, ma nonostante la complessità della trama i vari tasselli del puzzle vengono esposti molto chiaramente, permettendo allo spettatore di non perdersi tra voci e visioni. Un altro episodio promosso dunque, meritevole di aver intrecciato legami più profondi tra i superstiti diventati ora un piccolo team in grado (forse) di venire a capo di quest’inspiegabile situazione.

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