Lucifer1×01 Pilot

Cosa succede se il Diavolo in persona – ormai stanco della sua noiosissima vita eterna fatta di forconi, gironi infernali e sadiche punizioni per le anime tormentate – decide di prendersi una vacanza dai suoi doveri di biblica memoria per aprire un pub in quel di Los Angeles? Sono queste le premesse con cui Lucifer, nuova serie di Fox ispirata […]

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Cosa succede se il Diavolo in persona – ormai stanco della sua noiosissima vita eterna fatta di forconi, gironi infernali e sadiche punizioni per le anime tormentate – decide di prendersi una vacanza dai suoi doveri di biblica memoria per aprire un pub in quel di Los Angeles? Sono queste le premesse con cui Lucifer, nuova serie di Fox ispirata all’omonimo comprimario della serie a fumetti “Sandman” targata DC Comics, apre le danze della stagione televisiva del 2016.

La figura del Diavolo è stata ormai affrontata, nel mondo della cinematografia e della serialità televisiva, sotto tutti gli aspetti possibili, perlopiù cavalcandone grosso modo la figura predominante rappresentata nell’immaginario collettivo (tra i più recenti, Penny Dreadful ne racconta le origini nel modo più inquietante e orrorifico, ma anche Supernatural dove Lucifero è recentemente tornato sulle scene). Viceversa, ciò che stupisce fin dalle sequenze iniziali di Lucifer è il tono dissacrante e sarcastico che permea ogni minuto del pilot.

lucifer 1x01 pilot recensione

L’ingresso di Lucifer Morningstar – “stella del mattino”, uno degli appellativi riservati a Lucifero – nel pub Lux sulle note di “Fame” di David Bowie ci permette di fare la conoscenza con i comprimari della narrazione, che però risultano – almeno in questo primo episodio – solo abbozzati dal punto di vista caratteriale: l’intento di questo pilot è, infatti, dichiaratamente quello di introdurre a tutto tondo la figura del protagonista, con le sue peculiarità e il suo innegabile carisma, dovuto in buona parte all’interpretazione di Tom Ellis perfettamente calato in questo ruolo così fuori dagli schemi.

Non è dato sapere, ovviamente, se questa scelta perdurerà negli episodi successivi, o se invece avremo modo di approfondire meglio il background di tutti i personaggi, ma ciò che è certo è che il plot principale si concentra in modo esclusivo sulle indagini di Lucifer e Chloe sulla morte di Delilah, popstar ormai in rovina e uccisa proprio di fronte agli occhi del nostro angelo caduto.
Una volta smentito l’interesse amoroso, per ovvi motivi, la ragione che dovrebbe spingere il Diavolo in persona ad interessarsi in modo così sentito della morte di un umano è di difficile comprensione, dato che i retroscena del loro rapporto sono stati spiegati, molto didascalicamente, solo in un brevissimo dialogo all’interno del Lux.

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Dal rapporto tra i due emerge anche una tendenza di Lucifer a voltare le spalle alla propria natura di essere superiore, spietato e disinteressato alle vicende dei mortali, arrivando oltretutto a provare compassione per il destino di alcuni di essi; questo aspetto scatena, in particolare, le ire del fratello Amenadiel, un angelo che auspica il ritorno all’ovile del nostro protagonista per ristabilire l’ordine naturale delle cose (mai un “Go to Hell” fu più azzeccato). Spiace vedere, però, come questo rapporto potenzialmente molto più interessante sia stato quasi completamente ignorato nel pilot, che anzi ci mostra proprio in questi momenti i limiti di una scrittura dei dialoghi un po’ scarna e banale, non appena si allontana dal seminato del procedurale.

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Per fortuna, questo difetto non preclude la scorrevolezza nel resto dell’episodio, nel quale si ha modo di apprezzare appieno la perfetta alchimia tra Tom Ellis e Lauren German (Chloe) che contribuiscono a dare all’episodio un valore aggiunto altrimenti difficilmente raggiungibile.
Lucifer, d’altro canto, pur conscio della sua natura immortale e del conseguente distacco da tutti i desideri più subdolamente “umani” (soldi, fama, successo), manifesta una incontenibile curiosità verso Chloe, soprattutto a causa dell’apparente inefficacia dei suoi poteri nei confronti della ragazza. Questo costituirà sicuramente uno dei leitmotiv della serie e contribuirà a cementare il legame tra i due, nonostante lo scetticismo e l’apparente disgusto di lei (ma certo).

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Fortunatamente per Chloe, l’aiuto di Lucifer sarà determinate non solo nella risoluzione, un po’ banale, in realtà, del caso della morte di Delilah – che molto probabilmente si rivelerà, ahinoi, solo il primo di innumerevoli “casi della settimana” nel corso della stagione, in barba allo sviluppo orizzontale della trama – ma anche per la salvezza stessa di Chloe, la cui vita è appesa ad un filo proprio nei frangenti finali dell’episodio.

L’episodio si conclude così, senza alcun colpo di scena che invogli davvero a vedere cosa la trama ci riserverà nelle prossime settimane; una scelta, a dire il vero, un po’ rischiosa e azzardata che potrebbe compromettere già dal pilot l’interesse nei confronti di Lucifer.

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C’è da dire che, fortunatamente, le note positive non mancano: le potenzialità del protagonista sono davvero innegabili, i dialoghi sono taglienti, politicamente scorretti e generalmente scorrevoli al punto giusto, la fotografia è molto pulita, (a volte fin troppo, ma indubbiamente si addice ad una serie tratta da un fumetto) e la colonna sonora davvero eccezionale (spiccano, su tutte, la già citata “Fame” di David Bowie e “Ain’t No Rest For The Wicked” dei Cage The Elephant nella primissima sequenza dell’episodio).
Alcune sequenze, inoltre, risultano particolarmente d’impatto e divertenti (su tutte quelle al matrimonio, nello studio della psicologa e i dialoghi con la figlia di Chloe che fanno emergere una strana avversione di Lucifer verso i bambini) alleggerendo la visione di quello che per ora sembra, sostanzialmente, un procedurale a tematica sovrannaturale.
La sensazione, però, è che tutto questo – pur nell’ambito dell’intrattenimento “leggero” – non sia abbastanza, e che manchi quel qualcosa, a livello di profondità della narrazione, che faccia scattare la scintilla nello spettatore; trattandosi solo di un pilot, tuttavia, non è ancora tempo di giudizi affrettati e la speranza è che questo primo episodio sia davvero servito solo da introduzione, e che non rappresenti quanto di meglio Lucifer abbia da offrire.

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