London Spy1×04 I know

L’universo di London Spy è fatto di segreti, di parole mai dette e sentimenti celati. Quella che si pensava essere una ideale storia d’amore d’altri tempi, sempre affrontata con la proverbiale eleganza britannica, si è però tragicamente ed improvvisamente trasformata in un intrigo internazionale talmente imponente da sopraffare le emozioni del protagonista Danny e dello […]

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L’universo di London Spy è fatto di segreti, di parole mai dette e sentimenti celati. Quella che si pensava essere una ideale storia d’amore d’altri tempi, sempre affrontata con la proverbiale eleganza britannica, si è però tragicamente ed improvvisamente trasformata in un intrigo internazionale talmente imponente da sopraffare le emozioni del protagonista Danny e dello spettatore stesso. In questo quarto episodio, I know, London Spy risente della distruttiva tendenza ad esagerare, quella stessa tendenza che hanno i giovani alle prime esperienze professionali: si vuole cambiare il mondo, dire tutto e subito, si vuole raccontare una storia universale e totale. In questo, ci dispiace dirlo, London Spy fallisce. L’intricato labirinto fino ad ora sapientemente costruito si è rivelato una vera e propria trappola.

London spy 1x04 I KNOW RECENSIONE

La tensione che ci aveva accompagnato nel corso del terzo episodio, Blue, caratterizza anche la prima parte di questa quarta puntata, ma con risultati deludenti. L’interlocutore sconosciuto, referente della compagnia di escort in qualche modo legata ad Alex, si rivela essere Riccardo Scamarcio, il quale offre una buona prova seppur impersonando un personaggio fastidioso e scritto troppo frettolosamente. Dopo la spiegazione offerta dal doppelgänger interpretato dall’attore italiano, che delude le aspettative di Danny sulla fedeltà di Alex, e dopo un paio di flashback malinconici che non fanno mai male, la tensione cala definitivamente e ci convinciamo insieme al protagonista che il gioco non vale la candela, che la storia d’amore non era poi così speciale, e che la complicata vita di Alex resterà definitivamente un mistero.

Lo sconforto di Danny però dura poco; non ha neanche il tempo di accettare completamente le convinzioni imposte dalla propria coscienza che i ricordi hanno il sopravvento, e con essi i numeri: le immancabili discordie sull’esistenza dell’anima gemella, la consapevolezza – o più una ingenua speranza – di essere stato il primo e unico ragazzo di Alex, risolvono il dilemma che tanto aveva preoccupato Danny nelle settimane passate. La combinazione che apre il misterioso cilindretto nascosto da Alex è l’unica possibile, il numero più semplice, il più puro, il primo: 000001. Tutto sembra perfetto: le due sfere, quella più intima e quella fatta di rompicapo e codici segreti si mescolano perfettamente, sono la forza di London Spy, che in questa occasione convince ed emoziona nel suo raffinato equilibrio tra azione e pensiero.

London spy 1x04 I know recensione

L’altro punto di forza della serie è il complesso rapporto di amicizia – o presunta tale – tra Danny e l’elegante Scottie, interpretato ottimamente da Jim Broadbent. Il vecchio agente segreto non regge il colpo della pericolosità della faccenda di Alex e ricade inaspettatamente nel suo lontano vizio dell’alcool, che lo accompagna nel baratro di una pesante depressione. Danny, fino ad ora sempre aiutato, in questa occasione si dimostra un valido aiutante, e riesce a rimettere in sesto il vecchio amico. Il discorso di Scottie, ripresosi dalla difficoltà, è ispirato e ispiratore: l’oppressione, per quanto forte, non potrà mai fermare la voglia di vivere appieno la propria vita; non si può vivere nella paura per sempre. Si va avanti dunque nella risoluzione del mistero, contro tutto e tutti: è proprio il caso di dirlo, visto il coinvolgimento delle più grandi agenzie di spionaggio mondiali. Se il bacio rubato da Scottie a Danny è effettivamente “patetico” e disperato nel suo oppresso desiderio, l'”love you” di Danny sembra sincero e sentito. La sensazione che si tratti di un “addio” vaga nella mente dello spettatore e alla fine non si dimostra infondata. Il finale dell’episodio è il più tragico dei finali possibili, da togliere il fiato; peccato non ci sia neanche il tempo di riprenderlo per un’ultima malinconica riflessione che il frettoloso montaggio toglie il tempo alla visione, lasciandoci tanto sorpresi quanto inappagati.

Ciò che non funziona, come abbiamo detto, è la voglia di strafare, di spiegare tutto a tutti i costi. Ciò che in London Spy è sempre stato calibrato e verosimile in questa occasione diventa esagerato e assurdo. La spiegazione della tecnica – o qualunque cosa sia -, trovata da Alex per decifrare definitivamente le parole e i pensieri delle persone, attraverso un pattern di codici, solleva molte perplessità. Le parole sono codici, i codici sono collegati ai fatti, i fatti sono le nostre vite: un calderone di concetti astratti che lascia intendere la potenzialità rivelatrice della scoperta di Alex, ma che non viene esplicitato nei dettagli, neanche quel poco necessario per convincere lo spettatore. Ci buttano dentro anche l’11 settembre e un professore che scrive con un pennarello su un vetro – casualmente presente nel segretissimo luogo d’incontro -, e per un attimo sembra di assistere ad uno dei più classici telefilm d’azione americani di second’ordine. Inverosimile la scoperta di Alex, fuori luogo la sua spiegazione.

London spy 1x04 I know recensione

“If the four of us survive a week, I’ll be very surprised”

Ma London Spy non è solo questo: è l’interpretazione spassionata di Ben Whishaw, la riflessione sui sentimenti celati, sull’amore e sulla solitudine; è una delle più ispirate miniserie dell’anno, con una scrittura matura e una regia raffinata. Vogliamo pensare che il poco credibile sviluppo riguardo la motivazione dell’uccisione di Alex sia solo dovuta alla necessità di liberarsi dall’enorme intrigo internazionale nel quale si è, a nostro avviso erroneamente, deciso di cacciarsi. Attendiamo un finale di stagione degno degli scorsi episodi, in cui tutti i pezzi del puzzle vadano a definire in modo completo il labirintico e sincero universo di London Spy. Per ora non possiamo che assegnare, a malincuore, solo 3 Porcamiseria e mezzo.

3.5

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