Lodge 49Season 1 Recap: moderni cavalieri di emozioni ancestrali

Season Recap La perdita di un genitore scatena in Dud una crisi, che lo conduce a comportarsi come un ragazzino, senza lavoro e senza obiettivi. Un giorno incappa per caso in una abitazione nella Loggia 49, dove una comunità eccentrica ma complessa che gli aprirà una nuova dimensione.

7.5

Un surfista tutto d’un pezzo abituato a cavalcare le onde dell’immensità oceanica. L’acqua di quel blu tipico del Pacifico che lambisce le coste della California, percependone la fredda umidità sulla pelle. Ampie distese di spiaggia, passate al setaccio con un detector dallo stesso ragazzo di cui vi abbiamo appena parlato. Sì, perché il ragazzo non sfoggia il tipico fisico atletico di chi vive a pane e cavalloni, gira per il quartiere con un’auto dall’affidabilità alquanto dubbia e cerca monetine tra i granelli di sabbia per fare rifornimento. Una vita di stenti, espedienti per tirare a campare e avanzi di cibo come unico passeggero al suo fianco. Fino a quando non scopre come per magia un’abitazione mai notata prima di allora. Si varca così la soglia di una comunità all’interno della comunità, precisamente al numero 49 di una serie di edifici, parte di una rete estesa a livello mondiale e le cui attività sono un rituale a metà tra le informalità dettate dalla vita moderna e la migliore tradizione medievale, con incoronazioni, troni e cavalieri da investire. Tutto questo accade in Lodge 49, la serie che conta una sola stagione su Amazon Prime Video e che vede Wyatt Russell nei panni di uno sbandato giovane, ma non giovanissimo, rimasto ancorato al suo passato.

Ma si sa, l’acqua del mare dei nostri ricordi può rivelarsi più oscura e profonda di quanto pensiamo e rimanervi ancorati non può che trascinare sempre più giù. Uscire dal continuo vortice di momenti passati non è facile e Dud ne è la prova vivente: è rimasto legato in maniera talmente morbosa e indissolubile alla casa dove abitava con la sua famiglia, da entrarci ancora del tutto indisturbato mentre coppie in cerca di un nido d’amore visitano l’appartamento. In debito di denaro con chiunque, perfino con sua sorella Liz, cameriera al pub Shamroxx, non messa meglio economicamente e molto più cinica e concreta, Dud sa ripagare appieno però lo spettatore in cerca di una storia narrata con leggerezza e vena comica quanto basta, una ricetta che il palato di un assaggiatore esperto di serie saprà gustare fino in fondo, percependone l’amara e triste verità umana sottesa al dolce gusto del primo morso, vivace e ilare.

La routine quotidiana, i gesti compiuti ogni giorno da mattina a sera, così banali ma così fedeli alla nostra realtà, mostrano quanto sia difficile sopravvivere al mondo “vero” per due fratelli gemelli, rimasti soli, eredi di tanti debiti economici, frutti di un vizio paterno trasmesso al figlio, inestirpabile come la malerba sa ben essere. È così che Dud, ormai chiuso a doppia mandata nella sua fantasia di mondi passati, non solo alimenta se stesso di ricordi e di un po’ di cibo dal frigorifero di Liz, ma entra a far parte di una comunità di cittadini con una vita apparentemente normalissima. Inutile fare mistero degli screzi e dei legami malcelati che si sono creati tra i membri, in particolare tra Ernie e Connie, ossia colui che ha introdotto Dud nella Loggia e colei che è sposata con un poliziotto di quartiere, ma che nasconde segreti agli occhi del marito e dell’amante.

Lodge 49 è un racconto nato dall’amalgama di realismo, comicità e nonsense

Tra riti e miti, credenza nell’alchimia e scambi di battute paradossali, la vita nella comunità della loggia sembra davvero una sorta di mondo parallelo in cui Dud si immerge e si lascia cullare, lontano dal rumore troppo alto dei pensieri. Lodge 49 è un racconto nato dall’amalgama di realismo, comicità e nonsense, tre fratelli che non si prevaricano mai a vicenda e che si danno man forte nel realizzare una serie piena di battute, situazioni surreali ma non troppo, raggiungendo il giusto compromesso per strappare un sorriso e incuriosire il pubblico al punto da voler dire “ancora un episodio”. Nessun concetto difficile da comprendere, nessuna riflessione che necessiti di far compiere al nostro intelletto voli pindarici: Lodge 49 è la summa molto sintetica della complessa quanto intima, profonda e potente elaborazione del lutto di una persona cara. Ecco dunque cosa significa perdere un padre, un genitore che ha tanto lasciato il segno, soprattutto nel figlio, dal nome molto, troppo vicino a “dad” come assonanza.

– Faccio dei sogni su di te.
– I sogni non contano niente.

La storia viene quindi costruita e narrata attraverso inquadrature spesso ad ampio campo, come se ci potessimo tuffare e immergere in una visione e sensazione totalizzante nella scena che stiamo osservando, per renderci davvero partecipi e darci un quadro di insieme. Se da una parte l’attenzione viene proiettata sulle ambientazioni, non da meno saranno le inquadrature in primissimo piano, focalizzate sulle espressioni del volto dei personaggi, per rimarcare ancora una volta l’attenzione al dettaglio e ai guizzi del vissuto di ognuno, che l’occhio umano deve necessariamente captare per una visione più attenta.

Come nel contenuto, così nella forma: lo stesso mix di tematiche profonde e comicità appena accennata e senza senso si riflette nell’estetica e nella forma in cui vengono presentate le varie scene, grazie anche all’accompagnamento di una colonna sonora che non si prende mai davvero sul serio e che non perde occasione per ricordarci come ogni momento della storia, anche il più difficile, possa essere considerato da un altro punto di vista, enucleando il lato positivo e spensierato. Lodge 49 ci racconta di come la vita sia un universo di problemi, ma se si guarda al cielo cambiando lenti al nostro cannocchiale, osserveremo che questo universo è pieno di corpi scintillanti meravigliosi. Basta solo cercarli meglio e lasciare che il tempo ce li mostri.

Porcamiseria
  • 7/10
    Storia - 7/10
  • 7.8/10
    Tecnica - 7.8/10
  • 7.6/10
    Emozione - 7.6/10
7.5/10

In breve

Se la storia di per sé non presenta contenuti particolarmente originali, è la tecnica e il tone-of-voice della narrazione a rendere scorrevole e leggera ogni puntata della stagione, ciascuna caratterizzata dalla giustapposizione di quadretti che vanno a riempire una più ampia cornice complessiva di una vicenda altrimenti piatta e poco chiara.

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Porcamiseria

7.5

Se la storia di per sé non presenta contenuti particolarmente originali, è la tecnica e il tone-of-voice della narrazione a rendere scorrevole e leggera ogni puntata della stagione, ciascuna caratterizzata dalla giustapposizione di quadretti che vanno a riempire una più ampia cornice complessiva di una vicenda altrimenti piatta e poco chiara.

Storia 7 Tecnica 7.8 Emozione 7.6
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