In questa nuova stagione televisiva che sta cominciando decisamente col botto (non vi dico i deliri in seno alla redazione di SerialFreaks), abbiamo una discreta quantità di nuove serie che vorrebbero candidarsi per un posto nel nostro cuore. Non ci è ancora dato sapere chi ce la farà e chi no, ma possiamo da subito notare un particolare: ben due serie tra le nuove arrivate condividono una radice comune. Sia Minority Report – che arriverà tra pochi giorni su queste pagine – sia questo Limitless che andremo ora a commentare, sono tratte da film sci-fi di indubbio successo. La prima deriva dalla pellicola di Steven Spielberg con Tom Cruise, quella che viene citata ogni volta che si parla di nuove interfacce utente basate sul movimento, come il Kinect della Xbox. La seconda, invece, è tratta da un film forse meno conosciuto (non che fosse sto capolavoro di cinematografia, intendiamoci), l’omonimo Limitless del 2011 con protagonista Bradley Cooper.
Se l’origine è comune, l’approccio è tuttavia differente: Minority Report condivide con il film l’universo, l’ambientazione, le tematiche; Limitless, invece, si qualifica come un sequel diretto del film corrispondente, e i rimandi a quest’ultimo sono evidenti lungo tutto il pilot, diretto nientemeno che da Marc Webb, regista degli ultimi due The Amazing Spider-Man.
La trama in… pillole
Il protagonista è Brian Finch, un quasi-trentenne che non sa bene cosa fare della propria vita: mentre tutti i suoi amici di un tempo si sono buttati su lavoro e carriera, lui ancora un lavoro non ce l’ha – no, far finta di suonare in una band formata solo da se stessi non conta – e la cosa inizia a pesare, a lui stesso e alla famiglia. Come se non bastasse, proprio in famiglia si consuma un dramma: il padre – Ron Rifkin, ovvero l’Arvin Sloane di Alias e lo zio Saul di Brothers & Sisters, che qui è pure sposato con Blair Brown, l’indimenticata Nina Sharp di Fringe, tombola! – si scopre affetto da una malattia misteriosa, che i medici non sanno diagnosticare e che lo sta lentamente uccidendo.
La svolta arriva poco dopo: Brian incontra per caso (?) Eli, uno degli amici di cui sopra, il quale venuto a conoscenza della sua situazione, gli offre una misteriosa pasticca, che sicuramente lo avrebbe aiutato a superare il momento difficile. La riluttanza iniziale di Brian dura pochissimo, e il nostro eroe prende la pillola.
Per chi ha visto il film – ma anche per chi ha visto il recente Lucy con Scarlett Johannson – gli effetti dello NZT (questo il nome della droga) sono già più che conosciuti: aumento esponenziale delle facoltà intellettive e sfruttamento del 100% di quelle capacità cerebrali che, leggenda vuole, normalmente sfruttiamo solo per il 10%. Brian inizia a ricordare cose successe mesi o anni prima, anche piccolissimi particolari, e riesce a compiere complicati ragionamenti logico-matematici in tempi brevissimi.
Il pilot di Limitless non manca di sottolineare minuziosamente tutti questi aspetti, sia in maniera elegante – ad esempio col cambio di fotografia, colori freddi nelle scene normali e colori caldi quando Brian assume lo NZT – sia in maniera decisamente più tamarra, come quando calcola in pochi secondi il punto esatto in cui la metro si fermerà in modo da evitarne lo schianto.
Fin qui sarebbe tutto fighissimo se non fosse che, dopotutto, lo NZT è pur sempre una droga e come tale crea una dipendenza praticamente istantanea, con crisi d’astinenza immediate e fortissime. Di contro, l’uso smodato dello NZT porta all’invecchiamento precoce e conseguentemente alla morte, e Brian si rende conto molto presto di trovarsi in una sorta di spirale senza ritorno, esattamente come un qualsiasi tossicodipendente. Senza svelare troppo, questo non impedirà a Brian di sfruttare le capacità che la pillola gli garantisce per aiutare chi gli è vicino, attirando anche l’attenzione dell’FBI, nella persona di Rebecca (Jennifer Carpenter, già vista in Dexter nel ruolo di Debra Morgan): le sue potenzialità verranno notate, e verrà instaurato un accordo tra le parti, dando finalmente uno scopo al nostro protagonista.
You’re not smart, you’re just high.
La trama, in soldoni, è questa. Ma il tutto funziona? Bè, questo dipende da cosa vi aspettate da una serie tv.
Vi aspettate qualcosa di innovativo? Qualcosa che vi stupisca per originalità? Allora non ci siamo. Limitless è un concentrato di già visto, l’individuo un po’ sociopatico con superpoteri – che siano dati da una droga piuttosto che da un ragno radioattivo o da un meteorite poco importa – che mette le sue facoltà al servizio della giustizia, contravvenendo ai protocolli standard e operando ai limiti della legalità. Nulla che una qualsiasi serie sui supereroi ma anche, banalmente, su Sherlock Holmes non abbia già esplorato.
Vi aspettate una trama orizzontale intrigante e ricca di misteri che vi tenga incollati allo schermo settimana dopo settimana? Allora, di nuovo, non funziona. Il pilot di Limitless regala parecchi spunti ma, consentitemi le virgolette, “rovina” tutto sul finale. L’apparizione di Bradley Cooper nei panni di Eddie Morra – riprendendo così il ruolo che aveva nel film originale – e la notizia che comparirà anche negli episodi successivi fanno presagire che una trama orizzontale interessante possa esserci; di fatto, però, gli ultimi minuti fanno capire cosa sarà realmente questa serie: un procedurale, e nulla più. Ovviamente è presto per giudicare, ma tutto fa pensare che, da settimana prossima, ci troveremo di fronte gli ormai famosi casi della settimana che il nostro protagonista dovrà risolvere con l’aiuto dello NZT.
Vi aspettate azione? Adrenalina? 40 minuti di divertimento senza pensieri? Ecco, qui Limitless funziona. In questo pilot le sequenze d’azione sono sì tamarre e caciarone, ma nel complesso ben realizzate, e se c’è una cosa in cui i procedurali sono ottimi è proprio nel regalare allo spettatore un po’ di svago senza pretese, senza l’ambizione di coinvolgerlo in contorte trame pluristagionali. E si dà il caso che non sia necessariamente un male: show di questo tipo, se ben fatti – e Limitless al momento lo sembra proprio – sono assolutamente necessari nel panorama seriale; se questa serie saprà trovare gli espedienti per mantenere comunque alto l’interesse del pubblico settimana dopo settimana, allora è benvenuta.
In sostanza, la frase che Rebecca rivolge a Brian:
You’re not smart, you’re just high.
si adatta perfettamente anche alla serie stessa, che per questo pilot si becca i suoi bei tre porcamiseria. In fondo, chi lo sa, anche Person of Interest ai tempi era partita con le stesse premesse salvo poi diventare un piccolo capolavoro. Bisogna soltanto saper aspettare e sperare che Limitless sappia trovare la sua strada.
Dopo aver visto il pilot di #Limitless (btw it's awesome), l'unica cosa che voglio è quella pillola così passo l'ultimo esame senza problemi
— Rumplena (@EleOlicity) September 22, 2015
Pilot parecchio figo che mantiene viva la bella idea del film. Vediamo quanti episodi impiega la CBS per mandare tutto a puttane. #Limitless
— Bloody Eli (@Lostinblondie) September 22, 2015
E mi state dicendo che la moglie di Sloane è Nina Sharp? Questa premiere inizia con un mix di feels che non ci arrivo alla fine. #Limitless
— Bloody Eli (@Lostinblondie) September 22, 2015
Voglio svenire pure io e ritrovarmi con Bradley Cooper. #Limitless
— Young & Feddy (@ffedepi) September 22, 2015
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