Legion2×05 Chapter 13 – 2×06 Chapter 14

Due episodi densi di emotività per un ritorno e un addio che mostrano qualche punto debole della serie ma anche una grande prova di recitazione dei protagonisti.

7.8

L’apprezzato ritorno in scena di Aubrey Plaza non salva Legion dal primo passo falso di questa stagione; pur non trattandosi di una grave pecca, il primo dei due episodi qui recensiti ne risente notevolmente a livello narrativo, pur conservando un’alta carica emotiva. Il secondo, invece, riparte da quello scossone per descrivere, in maniere inusuale, l’inevitabilità di certe scelte.

Chapter 13

Non è propriamente un caloroso benvenuto quello che aspetta la reincarnazione della coscienza di Lenny, sospettata di essere ancora un’emanazione o in balia di Farouk. La donna viene interrogata dapprima da Clark e poi da Ptonomy per cercare di capire com’è possibile che sia rientrata in possesso del proprio corpo, ma qualcosa non quadra. La scomoda verità verrà fuori dopo il confronto con DavidOliver e Farouk, durante l’incursione alla Divisione Tre, hanno rubato un dispositivo capace di estrarre tessuti umani, che prontamente utilizzano sul cadavere dissepolto di Lenny. Lo scopo è quello di riprodurne le fattezze su un altro corpo, precisamente quello di Amy, la sorella di David, protetta e nascosta dalla Divisione, ma non a sufficienza da impedire allo Shadow King di attuare il suo piano.

L’illusione della familiarità, nata come meccanismo evolutivo, in questo caso rivela la debolezza di David e del resto del gruppo.

Cominciamo dagli aspetti positivi: dopo la pausa del precedente episodio, la serie torna canonicamente ai contorsionismi tecnici. Letteralmente. Come in 2001: Odissea nello spazioinfatti, ci troviamo all’interno di un’inquadratura che ruota e di una stanza ideata per confondere lo spettatore prima ancora di Lenny. Lo stesso accade con altre inquadrature invertite, in un gioco di specchi che richiama il tema della puntata esplicato dal narratore: la pareidolia, quel fenomeno affatto umano per cui individuiamo figure familiari in schemi del tutto casuali, come un volto su un toast bruciacchiato. O come Lenny nel corpo di Amy. L’illusione della familiarità, nata come meccanismo evolutivo, in questo caso rivela la debolezza di David e del resto del gruppo. I manierismi estetici si abbinano a dialoghi interessanti ma non sempre ben contestualizzati (come quello di Ptonomy), che riescono comunque a far risaltare la famiglia come altro filo conduttore dell’episodio, aperto dal disfunzionale nucleo familiare di Lenny e chiuso nel sangue di ciò che resta dei parenti di David.

Proprio la scelta di puntare su Amy rappresenta il punto debole dell’episodio, insieme a un incedere della narrazione lento persino per gli standard della serie. Per quanto emotivamente toccante, dal punto di vista della trama il ripescaggio della sorella di David è piuttosto fuori luogo, soprattutto in considerazione della sua assenza non solo dallo schermo (manca dal penultimo episodio della scorsa stagione), ma anche dai dialoghi dei personaggi e di David stesso, che non ne ha fatto minimamente cenno. Un personaggio che potrebbe tranquillamente essere calato dall’alto come nuovo, se non avesse alle spalle una caratterizzazione appena abbozzata un anno fa. È un difetto ricorrente, questo, che Legion si trascina proprio dal finale della prima stagione, dove Amy misteriosamente spariva dallo script in una ingiustificata damnatio memoriae.

La scelta di puntare su Amy rappresenta il punto debole dell’episodio, insieme a un incedere della narrazione lento persino per gli standard della serie.

Ciò nulla toglie alla forte carica emotiva della sua morte ma non si possono chiudere gli occhi di fronte a una pecca piuttosto evidente e mai ingombrante come oggi, dato che la stagione sta rallentando e rischia di impantanarsi in un vicolo cieco di manierismi e nicchie che però non portano da nessuna parte. Si comincia ad avvertire un leggero scollamento tra forma e contenuto, di norma non preoccupante se non fosse che questa serie ci ha abituato a una perfetta funzionalità reciproca tra i due aspetti.

 

Chapter 14

L’elaborazione del lutto è una questione personale e delicata, figuriamoci per un mutante dalle molteplici personalità e con poteri praticamente illimitati. David, sconvolto dalla morte della sorella, sonda diversi scenari paralleli in cui ha preso scelte differenti nella sua vita: in uno si lascia manipolare da Farouk e passa da assistente a uomo più ricco del pianeta; in un altro è un senzatetto che finisce per farsi uccidere da Kerry per la Divisione 3; in un’altra vita parallela è un modesto impiegato che continua a prendere i farmaci che ne inibiscono la cognizione; in altre ancora è invecchiato sulla sedia a rotelle (come suo padre Xavier) a causa di un proiettile o è un padre felice.

David è costretto ad accettare la realtà in cui la sorella è morta affinché lui possa vivere senza le costrizioni dei farmaci, dello Shadow King o della sua insanità mentale

Haller lo fa nella speranza di trovare uno scenario in cui la sua libertà non costi la vita alla sorella, ma tutte le soluzioni hanno qualcosa che non va: la vittoria di Farouk da una parte, la morte dello stesso David dall’altra, l’assenza di Amy nell’ipotesi più felice. Il migliore dei mondi possibili, nella formulazione leibiniziana, ma non per questo quello più facile. Così David è costretto ad accettare la realtà in cui la sorella è morta affinché lui possa vivere senza le costrizioni dei farmaci, dello Shadow King o della sua insanità mentale, lasciando spazio a un dolore ancora più pungente perché inevitabile.

Di portata emotiva ancora superiore al precedente, questo capitolo si riappropria prepotentemente della narrazione piegandola alla teoria del multiverso, adattandola alla potenza immensa di David e al suo dolore. Amy, ormai scomodata dall’oblio in cui era relegata, si fa comprimaria e la sua funzione assume finalmente la giusta luce nell’orizzonte degli eventi, pur non giustificandone la recente assenza. La forma è scorrevole e priva di barocchismi, preferendo prestare più attenzione alla fotografia, altra protagonista della puntata, insieme a una struttura fatta di parallelismi e richiami costanti, dalla già citata sedia a rotelle all’esplicito riferimento ad Arancia Meccanica nella scena del pestaggio (omaggio al film che va ad unirsi agli innumerevoli che la serie ha disseminato fin dal primo episodio, con una venerazione quasi sacrale di Kubrick).

Dopo il mezzo falso falso dello scorso episodio, Legion recupera le forze e torna più in forma che mai, dimostrando che anche una puntata filler può dire molto e farlo in maniera decisamente affascinante, con una grande prova attoriale da parte di Dan Stevens, che si cimenta nella resa di molteplici personalità, e di Katie Aselton, la quale riesce a catturare per sé l’attenzione pur con un minutaggio non numeroso.

Porcamiseria
  • 7.5/10
    Storia - 7.5/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8.5/10
    Emozione - 8.5/10
7.8/10

In breve

Se con il capitolo del ritorno di Lenny Legion incappa in un errore grossolano pur portando a casa dignitosamente la pagnotta, con la puntata delle realtà parallele recupera l’usuale smalto senza ricorrere a manierismi o tecnicismi, ma affidandosi a una narrazione tanto semplice quanto profonda.

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9.5/10 (2 votes)

 

 

Porcamiseria

7.8

Se con il capitolo del ritorno di Lenny Legion incappa in un errore grossolano pur portando a casa dignitosamente la pagnotta, con la puntata delle realtà parallele recupera l'usuale smalto senza ricorrere a manierismi o tecnicismi, ma affidandosi a una narrazione tanto semplice quanto profonda.

Storia 7.5 Tecnica 7.5 Emozione 8.5
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