Marvel’s Jessica JonesSeason 2 Recap: da grandi poteri derivano grandi problemi

Una seconda stagione alla scoperta non solo della nostra eroina super forte (e della sua straordinaria resistenza all'alcol) ma di tutti coloro che la circondano, come Trish, Jeri e Malcolm. Chiunque ha dato i poteri a Jessica tornerà dal suo passato e dovrà essere affrontato a testa alta e le conseguenze saranno spiacevoli quasi quanto sentire nuovamente l'irritante voce della madre di Trish.

8.0

Dopo The Defenders e Daredevil, Netflix sembrava aver abbracciato il formato della serie tv sui supereroi che combattono un male assoluto, che portano avanti le loro battaglie, con grande sacrificio personale, contro un nemico esterno che è una minaccia non solo per loro o per le persone a cui vogliono bene, ma potenzialmente può esserlo anche per il mondo. L’azione è il loro pane quotidiano, e le scene di combattimento sono pensate e coordinate a regola d’arte per togliere il respiro allo spettatore e fargli sentire il dolore della costola spezzata ad ogni mazzata in ogni episodio. Bene – male, bianco – nero, nemico – amico.

Ma sappiamo tutti che Jessica Jones fa sempre a modo suo.

In questa seconda stagione di Jessica Jones non pensate di trovare un colpevole e neppure un cattivo assoluto da incolpare. L’unico nemico contro cui Jessica e le persone che stanno attorno a lei dovranno combattere sarà il loro passato e le sue conseguenze nel presente. Questa seconda stagione così introspettiva sembra disegnata per tirare le somme e per raddrizzare le vite di tutti i personaggi rimaste in sospeso durante la stagione precedente. Non solo Jessica, ma anche Trish, Malcolm e Jeri verranno coinvolti nella battaglia che la protagonista porta avanti da quando un giorno si è risvegliata su un lettino di ospedale senza una famiglia ma con una forza straordinaria.

Il vero nemico è nella sua testa e si chiama senso di colpa

Nella prima stagione il cattivo assoluto era presente e abbiamo cominciato a scoprire Jessica attraverso il suo rapporto con Kilgrave, ma in questa scaveremo ancora più nel passato per venire a capo dei problemi della nostra eroina. Il vero nemico è nella sua testa e si chiama senso di colpa. Da sempre essa soffre perché è convinta che l’incidente che ha ucciso la sua famiglia sia stato causato da lei, da quando è stata adottata da Dorothy il suo rapporto con Trish è sempre stato difficile per quanto le due si siano sempre volute bene e ormai sappiamo dei suoi problemi con gli uomini e dell’alcolismo. Tutto ciò deriva dai suoi poteri, da una anormalità che lei non ha mai chiesto impostale mentre non poteva opporsi e che le sta creando difficoltà più che aiutarla a risolvere i suoi problemi. Jessica è convinta di essere un pericolo per chi le sta intorno e si isola. Per questo, quando scopre di avere la possibilità di affrontare faccia a faccia la persona che l’ha fatta diventare così e fermarla prima che possa fare la stessa cosa ad altri, la caccia è aperta. Ma, come al solito, per JJ le cose non sono facili e dovrà imparare a venire a patti con un autentico mostro del suo passato. Di nuovo, dovrà mettere in discussione i suoi poteri e come li sta usando e li potrebbe usare.

Krysten Ritter riesce a dare al suo personaggio un’impronta di indecisione ma allo stesso tempo di risolutezza, di debolezza in alcuni momenti e di forza sconfinata (sia esterna che interna) in altri che fanno in modo che ogni situazione, ogni decisione presa da Jessica porti lo spettatore a immedesimarsi in questa eroina, che alla fine deve combattere con problemi famigliari, lavorativi e amorosi come tutti noi, solo a livello “super”. Lo scopo ultimo di questa seconda stagione sembra, appunto, di chiarire le faccende in sospeso dei personaggi e lasciarli liberi di aprirsi una nuova strada, bella o brutta che sia, insieme o separatamente. Come ci mostra la scena finale della serie con Jessica che sembra aver trovato una nuova famiglia e una stabilità che sembravano impossibili da raggiungere solo a inizio stagione.

Ad aiutarla/ostacolarla/confonderla/farle le pulizie in casa durante le sue indagini ci penseranno altri tre personaggi legati al passato e al presente di Jessica e che devono mettere ordine anch’essi nelle loro vite. Trish condivide la sua tendenza per le scelte sbagliate in fatto di relazioni con gli uomini e, specialmente quando ha a che fare con la madre, vediamo il personaggio interpretato da Rachael Taylor far affiorare un’insicurezza che sperava di aver sepolto nel suo passato insieme a Patsy. Le due vogliono aiutarsi, ma finiscono con l’ostacolarsi a vicenda perché vedono le cose da prospettive troppo diverse. Nel suo tentativo di dimostrare che lei è ben più della bionda Patsy arriva a ferire Jessica e se stessa inseguendo il sogno di essere “super” anche lei, convinta che questa la possa portare ad essere più utile a sua sorella.

In questa stagione vediamo invece Malcolm (Eka Darville) in veste di signora delle pulizie/assistente di Jessica di giorno e seduttore di notte. Esso sembra infatti aver sostituito gli aghi col sesso occasionale, ma a parte questo pare che la sua vita si stia raddrizzando da quando lavora per la protagonista. Problema: conflitto di opinioni col suo capo. Le opinioni dei due su un caso divergono troppo per continuare a collaborare e Malcolm è costretto a prendere alcune decisioni dolorose che gli varranno la fiducia di Jessica. Alla fine anche lui si aggiudica un finale che sembra più un nuovo inizio, ma rimarrà sempre il ragazzo che vive alla porta accanto e niente di più.

Anche Jeri Hogarth (Carrie-Anne Moss) deve affrontare un nemico, anche se il suo è più personale e concreto. Come al solito la vediamo più distaccata dagli eventi principali, ma anche nel suo caso l’introspezione aumenta rispetto alla stagione precedente. Scopriamo qualcosa del suo passato, vediamo quanto può essere vulnerabile come tutti quanti quando le viene data nuova speranza, ma soprattutto la vediamo affrontare la sua nuova condizione, alla fine, con un coraggio e con una fierezza che Carrie-Anne Moss ha saputo portare molto bene sul piccolo schermo.

In questo mix di eventi che si susseguono finalmente vediamo una sceneggiatura Netflix non esageratamente lenta, ma ben dosata. Essendo una stagione che mira all’analisi dei personaggi ci si aspettava in generale di non avere una trama particolarmente veloce o movimentata, soprattutto all’inizio. Verso la parte finale troviamo più azione e forse un concetto più tradizionale di serie supereroistica, ma ciò non toglie che a fatica si può includere nel genere, poiché non ne presenta le caratteristiche tipiche, come la presenza di scene ricche di combattimenti o l’aura del cattivo assoluto che minaccia una città se non il mondo. Il vero problema, se vogliamo, sta in alcuni passaggi che potrebbero risultare un po’ incongruenti all’occhio attento di SerialFreaks. Un P.I. esperto come Jessica, scaltra tanto da infilarsi in un ospedale psichiatrico senza farsi riconoscere o vedere dalle telecamere, si aggira nella casa di un sospettato senza controllare che qualcuno sia a casa nonostante la porta sia aperta? Oppure quando la nostra eroina irrompe nuovamente nella casa di un uomo su cui ha dei sospetti e non controlla neanche se ci sono delle telecamere attive nonostante lui sia un militare? E infine, fermare un autobus sotto gli occhi di tutti e letteralmente nessuno se ne accorge? Cosa non si fa per amore di trama.

È davvero possibile usare i propri super poteri per fare del bene?

Chi vince e chi perde? Chi è il buono e il cattivo? È davvero possibile usare i propri super poteri per fare del bene e redimere gli errori del passato? Quanto è costato a Jessica questo caso in termini di booze? La serie lascia tutti quei quesiti aperti così come le strade che i protagonisti prenderanno. Ognuno dovrà trovare la sua risposta e si dividerà alla romana il conto del bar di Jessica.

 

Porcamiseria
  • 8/10
    Storia - 8/10
  • 7/10
    Tecnica - 7/10
  • 9/10
    Emozione - 9/10
8/10

In breve

Un bel viaggio interiore alla scoperta di Jessica e del suo passato, che però ci porta anche a scoprire qualcosa di più di Trish, Malcolm e Jeri. Se il finale non è davvero lieto per nessuno, almeno ora le loro vite possono avere un nuovo inizio. Attori impeccabili nella recitazione, soprattutto Kryster Ritter e Carrie-Anne Moss, peccato per alcuni errori nella sceneggiatura che hanno un po’ intaccato lo show nel complesso.

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Porcamiseria

8

Un bel viaggio interiore alla scoperta di Jessica e del suo passato, che però ci porta anche a scoprire qualcosa di più di Trish, Malcolm e Jeri. Se il finale non è davvero lieto per nessuno, almeno ora le loro vite possono avere un nuovo inizio. Attori impeccabili nella recitazione, soprattutto Kryster Ritter e Carrie-Anne Moss, peccato per alcuni errori nella sceneggiatura che hanno un po' intaccato lo show nel complesso.

Storia 8 Tecnica 7 Emozione 9
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