How to Get Away with Murder

Il titolo del nuovo episodio di How to Get Away with Murder, We’re Bad Peolpe si contrappone, in modo evidente e significativo, con la première di questa terza stagione, We’re Good People Now. Infatti, per la prima volta, il pericolo che Annalise e i Keating ~~Five~~ Four avevano cercato di evitare fino ad ora, si è concretizzato, in modo allarmante. Annalise è in prigione e l’udienza per la cauzione persa da Bonnie (che novità) ci anticipa già che ci resterà per molto tempo. La permanenza in cella di Annalise ci è decritta attraverso atmosfere lugubri e condizioni pietose, in quanto tale sequenza scenica avrebbe dovuto aumentare il carattere patetico di questo episodio. Da una parte, infatti, vi è la metabolizzazione della perdita di Wes, dall’altra la situazione incresciosa in cui si trova Annalise. Purtroppo, nonostante la presenza di elementi narrativi importanti (la morte di Wes e Annalise in prigione), la reazione a questi eventi segue una logica stereotipata. Il ricordo di Wes è scandito da una serie di flashback, in cui sono coinvolti Connor, Michaela, Laurel, Asher e Annalise. Il tutto risulta alquanto patetico, nell’accezione negativa del termine, e indice di una scrittura scenica da principiante. Banale e deludente la reazione indifferente di Connor, che in realtà dietro cela un dolore non affrontato, la rabbia di Asher, la durezza di Michaela e la pessima interpretazione di Karla Souza che rende la sua Laurel irritante.

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Centrale per lo sviluppo del plot il discorso di Laurel a Frank, che diverrà la causa delle sue decisioni future. Infatti, dopo aver assistito alla distruzione di Annalise in tribunale, dopo aver visto il dolore e l’odio profondo di Laurel nei suoi confronti, Frank deciderà di addossarsi tutte le colpe. Gli ultimi minuti dell’episodio, in perfetto stile How to Get Away with Murder, ci mostrano il percorso fatto da Wes, dopo aver rifiutato l’immunità. Il caso vuole che lui salga proprio in macchina di Frank. Sappiamo, poi, che Laurel ha visto una persona fuggire dall’incendio nel seminterrato e tutti questi elementi ci dovrebbero insinuare il dubbio della colpevolezza reale di Frank. Vittima o carnefice?

In realtà, questa première in senso strutturale appare convincente, in quanto presenta tutti gli elementi necessari per un episodio di ricognizione. Nuovi elementi per il topic del plot orizzontale – l’omicidio di Wes – e uno sviluppo dinamico delle storyline collaterali, in primis la storia tra Connor e Oliver, ma anche Asher e Michaela, con un accenno all’omicidio della Sinclair, menzionato solo di sfuggita. E allora cosa non ha funzionato? La modalità della rappresentazione di un dolore che doveva essere ancestrale e che è stato piegato agli stereotipi della fantapsicologia, le interpretazioni caratteriali che si sono rivelate poco convincenti e la debolezza scenica delle sequenze dialogiche. Durante i quaranta minuti di We’re Bad People, non si è instaurato con lo spettatore nessun meccanismo di empatia o di transfert anche con una struttura narrativa ideale. Con Annalise chiusa in prigione e quindi impotente, all’esterno risulta necessaria una figura carismatica, magari anche caratterialmente opposta rispetto ad Annalise, ma in grado di dare maggiore forza all’intreccio. Di certo non parliamo di Bonnie, ma si potrebbe pensare ad Eve o anche alla sorella di Sam.

L’episodio merita due porcamiseria, per esser scivolato in derive banali e aver annullato l’effetto del colpo di scena del winter finale, disattendendo ogni aspettativa.

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