How to Get Away with Murder3×05 It’s About Frank

How To Get Away With Murder sta ricadendo in un banale circolo vizioso di scene già viste o poco utili, ma riesce tuttavia in questo episodio a dare agli spettatori alcune introspezioni dei personaggi, che alzano non di poco il tono della puntata. Con i Keating 5 sullo sfondo, grande spazio per Frank, Bonnie e naturalmente Annalise.

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Sin dalle prime puntate, nel lontano autunno del 2014, How To Get Away With Murder si è imposto nel panorama telefilmico come uno show intrigante e capace di stimolare il pubblico in maniera astuta e intelligente, vantando la propria provenienza dalla casa di produzione Shondaland.
Purtroppo però, se con altri prodotti – come Grey’s Anatomy ci si è potuti prendere il lusso di battere il ferro finché era caldo, lo stesso meccanismo non avrebbe mai potuto funzionare con questa serie, che fa della novità e dell’inaspettato i propri punti di forza: ci troviamo dunque a dover confermare quanto detto nello scorso doppio recap, sottolineando una certa mancanza di idee, che sta minando fortemente il prestigio dello show.

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Anche in questa It’s about Frank, infatti, tornano alla carica alcune scelte narrative già viste, che vengono inoltre rappresentate attraverso scene altrettanto usate: l’esempio più lampante è sicuramente la situazione di Annalise nel presente, la quale, per l’ennesima volta, approfitta della casa vuota per lasciarsi andare ad un’autocommiserazione imbarazzante ed imbarazzata. La leonessa della Middleton si trova infatti nel ruolo di spettatrice di fronte allo sgretolarsi della propria quotidianità a causa della sua indole bugiarda e istintiva, della quale sembra non riuscire a fare a meno, ma della quale non esita a mostrarsi vittima per tutto l’episodio.

Annalise è sempre stata cosciente del proprio carattere e dell’opinabilità delle sue maniere, ma nonostante questo è andata avanti e ha utilizzato i suoi difetti come scudo; questo finché questi non sono andati a sfasciare con più violenza del solito i suoi piani, portandole via quella carriera che era diventata per lei quasi una ragione di vita e privando tra l’altro il pubblico di una delle cose che gradisce di più, ossia le scene forensi. Non che questa assenza sia necessariamente negativa, dal momento che i processi in tribunale vengono sostituiti da alcune storyline altrettanto importanti e godibili, ma di certo è qualcosa che si fa sentire.

Vediamo dunque la donna in tutta la sua fragilità mentre perde ogni speranza, come è accaduto altre volte nelle scorse stagioni, in quei momenti in cui l’avvocato si trovava ad affrontare momenti molto difficili e controversi della sua vita, per poi rinascere, come in questa puntata, con una forza e una grinta ancora maggiori: dopo aver passato gran parte della puntata ad ubriacarsi e a lamentarsi di se stessa, negli ultimi minuti Annalise, con una bella scrollata di spalle e di viso per nascondere il dolore, prende di nuovo in mano la propria vita, pronta ad uscire di casa e fare il culo a chi l’ha affrontata.

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La prima vittima fra tutte è lo studente rompipalle che non ha mai interessato nessuno, nel momento in cui si rivela, udite udite, il colpevole della vicenda dei volantini: adesso, se seriamente gli autori pensavano di sorprendere gli spettatori e magari far provare loro anche l’emozione degna di un plot twist attraverso questa storyline, hanno toppato alla grande. Per il modo totalmente disorganizzato e poco attento con cui questo “caso” è stato rappresentato, già è tanto se il pubblico si ricordava che ci fosse un’indagine in corso a riguardo.

Ignota è anche la funzione dei Keating 5 in questa puntata, che probabilmente sono presenti solo perché da qualche parte nel loro contratto c’è la clausola di dover apparire in ogni episodio: le loro scene infatti fanno un tutt’uno con la rivelazione del perfido genio dei volantini, rubando minutaggio a trame più meritevoli. Le uniche eccezioni possono essere Laurel e Wes, che hanno comunque qualcosa da dire; entrambi sono fedeli alla loro caratterizzazione, ossia come una ragazzina cotta di uno più grande e antipatico ai genitori la prima, e come un eterno lecchino buon samaritano il secondo.

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La storyline più intrigante e apprezzata è sicuramente quella che vede come protagonisti Frank e Bonnie, due personaggi di cui il pubblico ha sempre voluto sapere di più, forse per tirarli fuori dal loro ruolo di tappezzeria nella prima stagione. Proprio per questo, scene incentrate soltanto su questi due e sul loro rapporto non possono che essere gradite dal pubblico, che viene così a conoscenza di un ulteriore tassello del legame tra gli assistenti e il loro capo. Che ci fosse qualcosa di romantico tra i due era piuttosto palese già ai primi tempi della relazione tra Laurel e Frank, ma vedere il modo in cui si sostengono e quasi si curano a vicenda in questo episodio è davvero qualcosa di cui si sentiva il bisogno: entrambi hanno pagato più del dovuto il proprio debito nei confronti di Annalise ed entrambi adesso se ne sentono schiacciati, chi più e chi meno. Inoltre, quasi specularmente rispetto alla quinta puntata della scorsa stagione (dal titolo Meet Bonnie), in questo episodio viene finalmente illustrato, attraverso dei flashback, il passato tormentato di Frank e il suo incontro con i coniugi Keating: una storia che era stata lasciata intuire più volte, ma che non era mai stata approfondita con chiarezza.

Insomma, tra il visto e rivisto e i colpi di scena un po’ mosci, How To Get Away With Murder riesce ancora a proporre qualcosa di buono – soprattutto quando lavora sui suoi personaggi più interessanti – e a regalare anche delle ottime performance recitative (God bless Liza Weil and Viola Davis).

Purtroppo, qualche tempo fa avremmo concluso la recensione con teorie assurde ed impellenti circa il finale della puntata e i flashforward che si avvicinano, ma in questo arco narrativo l’hype è decisamente sminuita dalla monotonia strutturale della trama orizzontale: mentre il cadavere nascosto sotto il velo e il colpevole dell’incendio restano sullo sfondo, resta tuttavia aperto il toto-padre per il feto che Laurel porta in grembo (anche se non è che ci siano chissà quante ipotesi).

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Note a margine

  • Rivedere Sam che si atteggia da bravo ragazzo è sempre fonte di orticaria
  • L’acconciatura di Annalise incarna il più grande esempio di character development di questa serie

 

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