How to Get Away with Murder3×03 Always Bet Black – 3×04 Don’t Tell Annalise

Gli ultimi due episodi di How To Get Away With Murder non convincono né in termini di trama né di sviluppo e utilizzo dei personaggi. Come è possibile portare avanti una storia facendo esclusivamente leva su un espediente (quello della rivelazione del sopravvissuto settimanale) quando le trame di contorno si affollano in un mix confusionario e inconsistente, in cui alcuni personaggi potenzialmente forti si perdono?

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All’inizio di questa stagione di How To Get Away With Murder avevamo deciso di proposito di ignorare il presentimento che, avendo gli autori impostato la narrazione attorno alla scoperta del personaggio morto e dei restanti sopravvissuti, il resto degli episodi sarebbe stato un inutile e ridondante filler fine a se stesso. Purtroppo abbiamo sbagliato a non fidarci dei nostri istinti, perché il terzo e il quarto episodio non hanno fatto altro che confermare ciò che temevamo di più.

Dopo averci propinato una sequenza caotica di eventi, che però in qualche modo avevano trovato il modo di convincerci nel complesso, How To Get Away With Murder fallisce nell’intento di tenere a bada la corsa sfrenata al racconto, anzi al contrario si arresta miseramente in un nulla di fatto, con una storia che va avanti esclusivamente nell’attesa di scoprire di chi sia il corpo sotto quel famigerato lenzuolo bianco.

Always Bet Black

La brusca e improvvisa frenata del carrozzone della serie inizia con l’episodio di settimana scorsa che, nel suo piccolo, serve a introdurre quanto poi abbiamo visto in Don’t Tell Annalise.
Always Bet Black sembra essersi dimenticato di essere inserito all’interno di un prodotto seriale, presentandosi come un classico episodio procedurale e lasciando tanto spazio alla trama verticale a discapito di quella orizzontale, relegata essenzialmente alla rivelazione del sopravvissuto della settimana.
Il caso in questione vede Annalise difendere un duplice omicida reo confesso ma gli autori perdono un’ottima occasione per raccontare il dramma della violenza sulle donne e del femminicidio. La storia è rivoltante ma senza uno sbocco riflessivo, quasi auto-conclusiva se non fosse per il debole aggancio con il vissuto personale di Bonnie – un filone che viene ripreso e ampliato nell’episodio successivo.

How To Get Away With Murder 3x03 3x04 recensione

Un subplot poco convincente (per non dire noioso) è quello che vede protagonisti di un acceso incontro Laurel e il padre. Finalmente veniamo a conoscenza del fantomatico Mr. Castillo e di diversi dettagli dal retroscena della vita di Laurel, tra cui un rapimento e la malattia mentale della madre, ma tutta la loro parentesi risulta poco utile al fine ultimo della storia – ad eccezione del fatto che la ragazza usi i potenti mezzi del padre per ottenere informazioni circa l’ubicazione di Frank, che poi furbescamente nasconde ad Annalise.
Come se non bastasse, la presenza di Laurel indica anche l’arrivo in scena di Wes, il cui ruolo all’interno ddi How To Get Away With Murder non è più chiaro: personaggio più irritante degli ultimi anni o semplicemente la prossima vittima dell’entourage della Keating?

La rivelazione di fine episodio è una piccola gioia: non sarà Bonnie a perdere la vita – e fortunatamente, direi. Da sempre bistrattata e relegata nell’ombra come la fidata aiutante di Annalise, non le è mai stata data l’opportunità di venire alla luce come carattere a 360°. Poco spazio le è stato dato durante la prima e la scorsa stagione, sempre in orbita attorno alla Keating, e un po’ di autonomia la guadagnerà in Don’t Tell Annalise, ma ancora non è abbastanza per un personaggio che potrebbe essere sfruttato di più, narravitamente parlando. Sarebbe stato un vero peccato perderla senza che le venisse data una degna occasione per esprimersi ed evolvere.

 

Non posso che dare 2 porcamiseria ad un episodio che non sa di nulla e che nulla aggiunge al piano orrizzontale di una serie che, già appesantita da episodi caotici e apparentemente intricati, non si può permettere di contare esclusivamente sulla sicurezza che il pubblico continuerà a seguirla solo per la curiosità di scoprire il plot twist finale, tappezzando i buchi narrativi con episodi filler e parecchio a sé stanti come Always Bet Black.

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Don’t Tell Annalise

Settimana dopo settimana è sempre più chiaro come How To Get Away With Murder non abbia una formula narrativa ben precisa – eccezion fatta per la rivelazione finale di ogni episodio, novità introdotta a partire da quest’anno. La serie ci presenta una serie piuttosto variegata di personaggi sì complessi ma allo stesso tempo poco sfruttati nei loro pochi momenti on-screen, finendo inevitabilmente per creare una miscela confusionaria e difficilmente apprezzabile perché le diverse storie dei numerosi personaggi si intrecciano e si perdono in innumerevoli vuoti narrativi.

Il caso di questa settimana è l’espediente perfetto per far riemergere il passato traumatico di Bonnie e per mostrare come le sue esperienze drammatiche abbiano plasmato la donna che è ora. Nonostante le reali potenzialità in seno ad una storia del genere, quella di un ragazzino fragile e vulnerabile che mette incinta la propria insegnante adulta e approfittatrice, gli autori decidono solamente di asservirla alle esigenze della trama. Portando in scena Bonnie in quanto sopravvissuta agli abusi di suo padre, gli sceneggiatori riescono a rendere il pubblico ancora più empatico nei confronti della donna quando, in un finale imprevisto, Frank ne uccide il padre improvvisandosi “angelo della morte”.

How To Get Away With Murder 3x03 3x04 recensione

Ci sono diversi aspetti del caso settimanale che non convincono: a partire dalle emozioni appena abbozzate e peraltro quasi ignorate della giovane vittima fino alla presenza poco congruente di Asher. Come mai il ragazzo è a capo della difesa del giovane, vittima di stupro, quando egli stesso non fece nulla per fermarne uno? Questa sembra quasi una sorta di contrappasso – o semplicemente una svista grossolana da parte degli sceneggiatori. Per non parlare dell’apparente insensibilità di Asher nei confronti di Bonnie, un atteggiamento piuttosto out of character, considerando che non lo era mai stato fino ad ora.

Davanti a questi motivi che fanno storcere il naso bisogna rassegnarsi al fatto che, per guardare How To Get Away With Murder senza essere costretti a premere “stop” e cambiare serie TV, bisogna farsi un bel bagno di sospensione dell’incredulità e capire che è uno show senza elevate pretese, e quindi inserirne i difetti e le falle in questo contesto di parziale mediocrità. Una mediocrità che trova il suo climax nella sottotrama che vede i ragazzi preparare la festa a sorpresa per il compleanno di Wes – tralasciando da parte le opinioni personali nei confronti del personaggio, avevamo proprio bisogno di una cosa del genere?

L’unica cosa che merita di attenzione in Don’t Tell Annalise è proprio la coerenza di quest’ultima: bloccata a metà tra la realtà quotidiana di una relazione ciclicamente distruttiva con Nate e la possibilità sfumata di una relazione solida e genuina con Eve, Annalise deve fare i conti con una carriera che si sta sgretolando pezzo dopo pezzo. E quale modo migliore per correre ai ripari, per una bugiarda seriale quale è, se non fingere di essere alcolista, e quindi malata, per essere riabilitata ad esercitare la professione forense? In questo modo, viene meno l’illusione di Annalise di essere parte di quella “good people” a cui ha accennato nella premiere e ritorna quindi la donna menzognera e scaltra che abbiamo conosciuto nelle due stagioni precedenti.

How To Get Away With Murder 3x03 3x04 recensione

Purtroppo, non bastano le performance sempre impeccabili di Viola Davis a far navigare uno show nelle acque della sufficienza: per quanto una ruota non possa esistere senza il perno centrale, anche i raggi sono parte fondamentale e imprescindibile di essa; e in How To Get Away With Murder sono proprio i raggi a essere deboli. Per questo motivo, queto episodio si merita solo 2,5 porcamiseria.

2.5

 

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