Heroes | SpecialiHeroes, Supereroi non Convenzionali

Sono passati quasi dieci anni dall’inizio di questa serie per molti versi unica, per altri versi tanto sfortunata. Con l’arrivo ormai imminente del reboot, presentato inizialmente – ben un anno fa! – unicamente con il logo Heroes – Reborn, e successivamente con il brevissimo teaser durante il Superbowl del 1 febbraio, sembra doveroso ricordarla e […]

Sono passati quasi dieci anni dall’inizio di questa serie per molti versi unica, per altri versi tanto sfortunata. Con l’arrivo ormai imminente del reboot, presentato inizialmente – ben un anno fa! – unicamente con il logo Heroes – Reborn, e successivamente con il brevissimo teaser durante il Superbowl del 1 febbraio, sembra doveroso ricordarla e ripercorrerla, sperando che il sottotitolo Reborn regga le aspettative e non deluda a lungo termine, come accadde alla serie originale.

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L’inizio della vicenda promette davvero bene, con un insieme di persone apparentemente non collegate tra loro che sviluppano superpoteri più o meno banali – si va dalla classica autorigenerazione di Claire Bennet (Hayden Panettiere) a poteri più subdoli come la persuasione o la cancellazione della memoria -, coinvolti più o meno palesemente nel gran casino che sarebbe successo di lì a un mese, ossia l’esplosione nucleare che avrebbe devastato New York. Ovviamente, pensa a sti americani megalomani che pensano che tutto l’universo giri attorno alle loro città, come se una fiction italiana prevedesse un cataclisma che ne so, a Treviso. Aggiungici un serial killer alla ricerca di altri super uomini, capace di assorbirne i poteri solo tramite lo scoperchiamento del cranio, una misteriosa compagnia farmaceutica che sembra sappia già tutto e stia manovrando il corso degli eventi nell’ombra, e ottieni una serie tv dal potenziale immenso.

Ciò che tuttavia rendeva Heroes apprezzabile e godibile era la facilità con cui ci si poteva relazionare al background tutto sommato rassicurante di molti dei personaggi, senza tragedie famigliari à la Batman alle spalle. La cheerleader Claire – “Save the cheerleader, save the world!” -, l’impiegato aziendale Hiro e la madre disastrata in bancarotta Niki (trovo che la sua prova d’attrice con due personalità sia una delle più riuscite nella storia delle serie tv) sono solo alcuni degli elementi più caratteristici della serie. Un altro fattore peculiare, che strizza l’occhio agli appassionati di fumetto, è l’esplicita suddivisione in “volumi”, a voler quasi suggerire che si stia assistendo a una sorta di fumetto di supereroi in live action.

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I cinque volumi – Genesis, Generations, Villains, Fugitives, Redemption – percorrono cinque fasi classiche della storia di un qualunque gruppo di supereroi: la nascita e scoperta dei propri poteri, il confronto con una nuova minaccia, la ricerca di un modo per rendere artificialmente possibile l’acquisizione di poteri, la lotta per la sopravvivenza alle forze governative unite per eliminare gli Heroes, finendo con un gruppo di supereroi fuori dalla comunità volto al dominio sugli esseri umani comuni.

Un altro fattore peculiare, che strizza l’occhio agli appassionati di fumetto, è l’esplicita suddivisione in “volumi”, a voler quasi suggerire che si stia assistendo a una sorta di fumetto di supereroi in live action.

Sfortunatamente, già dalla seconda stagione le cose si mettono male, soprattutto a causa dello sciopero degli sceneggiatori che ebbe ripercussioni notevoli sul continuum della storia e su quelli che erano i piani iniziali degli autori. In secondo luogo, molti fan affezionati iniziarono a perdere interesse nella serie, con un devastante calo negli ascolti (pari circa al 15%), causati da una sorta di difetto nell’estro narrativo a cui la prima stagione aveva abituato: pochi cliffhangers, una storia meno adrenalinica, nuovi personaggi staccati dal blocco dei protagonisti. Da quel momento in avanti l’audience si stabilizza, seppur con un progressivo lieve decremento in ratings, fino alla quarta e ultima stagione che ne decreta la cancellazione. Personalmente ho trovato Heroes gradevole tutto sommato dall’inizio alla fine, con una prima stagione assolutamente esplosiva, seguita da stagioni dal passo più lento ma egualmente meritevoli di attenzione.

HEROES (US TV SERIES)

Per quanto il prossimo reboot pare non sia assolutamente collegato alla trama della serie principale – un membro del main cast, Zachary Quinto, ha già dato picche, mentre sicuramente sarà presente l’attore che interpretava il padre di Claire -, Heroes rimane a mio avviso una di quelle serie storiche assolutamente da recuperare, al pari di mostri sacri come Buffy, Lost e Twin Peaks, a cui attribuisco serenamente quattro porcamiseria su cinque. Lasciate quindi perdere la vita sociale tanto sopravvalutata e tuffatevi come neanche Tania Cagnotto alle Olimpiadi nel recuperone, non rimarrete affatto delusi!

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