Grey's Anatomy14×15 Old Scars, Future Hearts – 14×16 Caught Somewhere in Time

Un viaggio nel passato dei personaggi funge da rampa per lancio per una proposta di matrimonio e per un confronto tra Owen ed Amelia . I vecchi Japril vivono avventure separate ormai: mentre lei affonda in un baratro sempre più profondo, la relazione tra Jackson e Maggie si fa più concreta.

6.3

Old Scars, Future Hearts

Attraverso l’utilizzo di flashback, che talvolta spezzano brutalmente il ritmo narrativo, viene analizzata la tematica del primo amore, che lascerà profonde ferite emotive nel cuore dei Maggie, Alex e Jo. Se da un lato i racconti di Alex e della specializzanda trovano un compimento nella proposta di matrimonio a fine episodio, dall’altro la storia di una giovane Maggie Pierce non trova il giusto incastro nella trama ma anzi rischia di confondere i telespettatori con l’aggiunta di un’ulteriore sottotrama. Nonostante non forniscano ulteriori informazioni sul loro passato, già ampiamente discusso soprattutto nel caso di Alex, le avventure giovanili serviranno a spiegare il comportamento nel presente: capiamo perché Alex è così imbronciato di fronte all’eventualità di un allontanamento da parte di Jo, che dal canto suo teme di perdere ciò che per lei è “casa“. Nel passato dell’uomo, infatti, fanno capolino solo donne che hanno tradito la sua fiducia, come Izzie e la sua prima fidanzata, oppure mentalmente instabili, come la madre di cui tanto avevamo sentito parlare ma che non ci era mai stata mostrata, e Rebecca/Ava (la “sconosciuta” di qualche stagione fa). Sarà Meredith, divenuta ormai di diritto la sua persona, a ricordargli che Jo “non ti sta abbandonando, non è Izzie“.

Degno di nota ancora una volta è il dialogo tra Alex e Meredith, unici superstiti dei cinque original internsche pronunciando semplicemente il nome di qualche vecchio personaggio ci catapultano nel passato nostalgico di Grey’s. Più di una volta nelle stagioni precedenti Cristina era stata paragonata a Ellis e ora questo parallelismo viene amplificato dalla comparsa di Marie Cerone, “la Cristina di mia madre“, dice Meredith. Per nostra fortuna, l’epilogo dell’era Meredith-Cristina è stato molto diverso da quello a cui sono andate incontro Ellis e la Cerone, che vediamo come una donna intensamente colpita dal tradimento dell’amica e che ancora cerca di fargliela pagare. “She broke me”, esclama ad un certo momento. Pur capendo le profonde ragioni della donna e ammettendo che si sarebbe comportata lei stessa nel medesimo modo in una situazione analoga, alla fine il chirurgo prende le parti della madre. Troviamo in questi dialoghi una Meredith sempre più matura, che mai come in queste ultime stagioni ci appare coinvolta in una crescita interiore quasi inarrestabile. Ben salda sui suoi piedi, sembra ricordarsi bene il fatto di essere lei stessa il sole, infatti pur amando le persone che la circondano non permette più a loro di definire ciò che è.

– L’amicizia con tua madre è stata il più grande amore della mia vita e quando mi ha tradita è stato un dolore inimmaginabile. […] Lei mi ha distrutta.

– Non hai mai pensato che, forse, le hai dato troppo potere?

April invece sta affrontando un periodo molto delicato. Il disagio interiore che la rende radicalmente diversa da quello che era, come testimonia un semplice sguardo alla sua casa, non trova modo di esprimersi in maniera positiva e ancora una volta non viene affrontato. Ci è dato sapere soltanto che dipende da una crisi religiosa, ma nemmeno la confidenza del neurochirurgo, di cui intravediamo finalmente il lato umano, riesce a smuoverla. Vederla in questo stato e sapere che se ne andrà definitivamente tra una manciata di puntate fa presagire un finale in grande stile, concludendo con l’analisi della tematica religiosa che da sempre ha caratterizzato il suo personaggio, come a chiusura di un ciclo iniziato ormai nove stagioni fa.

Gli appunti negativi di questa settimana si concentrano sul personaggio di Maggie, sia la Maggie del passato che quella del presente. I suoi flashback dovrebbero servire a spianare la strada all’incontro finale con Jackson, ma in realtà finiscono solo per creare confusione a livello narrativo. Neanche nel presente le cose vanno meglio, ci appare come un’adolescente alle prese con la sua prima cotta più che una donna e le scenette del panno imburrato e del caffè non fanno altro che ridicolizzare ulteriormente un personaggio già di per sé non amato dai più al fianco del chirurgo plastico.

Ulteriore nota negativa: la mancanza di Arizona. Sappiamo che anche lei ci lascerà tra qualche puntata, ma abbandonarla prima del previsto sembra una crudeltà verso i telespettatori. Se il motivo del licenziamento sono “ragioni creative” (e per il momento non si ha motivo di pensare che non sia la verità), allora perché non farla uscire di scena già tempo fa piuttosto che trascurarla per interi episodi? Arizona Robbins si merita di meglio e sappiamo che gli sceneggiatori sono in grado di darglielo. A questo proposito, esilarante è la scena in cucina di Meredith, dove vediamo le tre “sorelle” che, per motivi diversi, hanno passato la notte in bianco assorte nelle loro faccende. Shonda, quando vuole ed evita di perdersi in storyline senza né capo è coda, ci sa ancora fare, eccome. E questa scena, seppur breve e non rilevante a livello di trama, ne è la dimostrazione.

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Caught Somewhere in Time

Caught Somewhere in Time (letteralmente “catturato da qualche parte nel tempo“) riprende la tematica del tempo già analizzata nell’episodio precedente. La Bailey deve curare una fisica alle prese con la costruzione di una macchina del tempo e questo diventa il pretesto per ognuno di immaginare se stesso nel futuro, prossimo o a lungo termine, o di affrontare tematiche del passato rilevanti per la crescita personale futura, come nel caso di Owen e Amelia. Nel complesso l’episodio risulta ben costruito attorno alla tematica centrale dei salti temporali: tutti i personaggi (tranne gli specializzandi) hanno un ruolo preciso e le loro vicissitudini sono affrontate dando il giusto spazio ad ognuno di loro. Ritorna l’effetto corale, ma se l’ultima volta che se ne era parlato (14×14 Games People Play ) ci si stava riferendo ad una puntata fresca volta ad affrontare quasi esclusivamente tematiche leggere, questa volta i personaggi vengono analizzati più nel profondo rispolverando il loro passato e cercando di trarne un insegnamento.

I due che più degli altri riflettono sul loro passato sono Owen e Amelia. Finalmente dopo una fine di matrimonio affrettata (affrettata tanto quanto il breve matrimonio in realtà) ci viene mostrato un confronto tra i due, che senza peli sulla lingua riescono ad esprimere ciò che ancora non erano stati capaci di dirsi. Da parte di entrambi viene citato più volte il matrimonio-tumore, quasi come se gli sceneggiatori volessero con un colpo di spugna cancellare due o tre stagioni per far ripartire da capo le loro storyline, e ci si chiede che senso abbia tutto ciò. Troppo spesso sembrano essere a corto di idee a Shondaland ultimamente. Se da un lato ci fa piacere sentir parlare così sinceramente i due, dall’altro rimaniamo perplessi riguardo le conclusioni raggiunte. Infatti Amelia fino a questa stagione non aveva neanche  mai nominato Teddy Altman (e nemmeno Owen, sebbene fosse da sempre la sua persona), ma ora improvvisamenre i due si rendono conto che l’uomo ha sempre amato la sua migliore amica, colei che gli è rimasta accanto “mentre lui sposava altre donne“. Il modo in cui la storia ha intrapreso questa via non convince, ma è ancora presto per giudicarla nel suo complesso dato che Owen è appena salito sul taxi (presumibilmente diretto da Teddy). Speriamo soltanto che gli sceneggiatori non affrontino la questione guardando troppo al passato sottintendendo che l’uomo ha amato il cardiochirurgo da sempre, perché se la storia del matrimonio-tumore ci fa storcere il naso, la svalutazione del sentimento provato per Cristina non sarebbe in alcun modo accettabile. Ricordiamo che quando ha dovuto scegliere ha scelto Cristina.

Anche Jackson e la madre si confrontano riguardo la relazione del figlio con Maggie. Catherine teme che questo possa turbare gli equilibri familiari e che a seguito di un’eventuale separazione dei due giovani il marito Richard possa prendere le difese della figlia. Le paure della donna, che appare sempre molto stoica, vengono affrontate in modo molto delicato ed il figlio si dimostra particolarmente comprensivo, rassicurandola sul fatto che Richard non la abbandonerà come ha fatto precedentemente il padre del giovane. Ancora una volta il “capo” Webber viene presentato sotto una luce positiva, niente di nuovo sotto il sole, ma è rassicurante vederlo vestire i panni del ruolo di padre, anche di chi effettivamente padre non è.

Se finora si è argomentato riguardo confronti positivi che portano ad una crescita dei personaggi, tutt’altro discorso va fatto riguardo April. La sua storia prosegue su un sentiero battuto negli episodi precedenti senza alcuna svolta positiva. Il suo comportamento borderline coinvolge anche le matricole impegnate nel “Diploma dei Traumi”, che sembra un riempitivo comico mal riuscito ed inutile in una puntata che non ha necessità di scene tappabuchi. Matricole che piangono, Owen più inutile delle matricole, De Luca che rantola per terra fingendo di stare male e la Kepner che continua a delirare da troppe puntate ormai. Se troppe scene stanno sfiorando il ridicolo, altre storyline si stanno dilungando eccessivamente.

Finalmente Arizona. Si può proprio dire, finalmente un episodio in cui anche lei è protagonista e in cui le viene affidato un caso medico, sebbene si intrecci con le sue vicissitudini familiari. Siamo abituati a vederla portare la gioia sullo schermo, in questo caso specifico porta sensibilità. Malgrado non li indossi da tempo, i suoi pattini a rotelle ci mancheranno immensamente il prossimo anno.

Dopo questo lungo viaggio tra passato, presente e futuro, vi lasciamo con questa citazione finale.

C’è qualcosa che ci spinge a rimediare al passato o a cercare il futuro, ma l’unica cosa che richiede attenzione è il momento presente e le infinite possibilità che offre.

 

 

 

 

Porcamiseria
  • 6.5/10
    Storia - 6.5/10
  • 6/10
    Tecnica - 6/10
  • 6.5/10
    Emozione - 6.5/10
6.3/10

In breve

I flashback eccessivi risultano poco funzionali e le scene intense vengono controbilanciate negativamente da altre che sfiorano il ridicolo. Nel complesso sufficiente, ma gli episodi belli di Grey’s sono ben altra cosa.

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Porcamiseria

6.3

I flashback eccessivi risultano poco funzionali e le scene intense vengono controbilanciate negativamente da altre che sfiorano il ridicolo. Nel complesso sufficiente, ma gli episodi belli di Grey's sono ben altra cosa.

Storia 6.5 Tecnica 6 Emozione 6.5
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