Grey's Anatomy13×16 Who Is He (And What Is He To You)?

Dopo il Japril - the Movie, questo sequel sembra dare una degna conclusione a una storia che era in sospeso ormai da troppo tempo.

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Poco più di un anno fa, Grey’s Anatomy mandava in onda l’episodio 12×11 Unbreak My Heart, rinominato affettuosamente “Japril – the Movie” dai fan della coppia AveryKepner.
In quell’occasione avevamo terminato la recensione dell’episodio con questa quote:

Even if something seems like it can’t be fixed, doesn’t mean it’s broken.

Ora, dopo più di un anno, queste parole fanno da ponte e uniscono una storia dal percorso che si protrae da fin troppo tempo, portandoci a quella che sembra essere la fine di un capitolo interminabile e anticipando l’inizio di una nuova storia dai risvolti ancora sconosciuti.

Se in Unbreak My Heart avevamo assistito, partendo proprio dall’inizio, alla nascita del rapporto tra Jackson e April, in questa puntata il loro rapporto viene raccontato su un piano differente. Non abbiamo bisogno di andare a fondo nei retroscena, perché i dettagli fondamentali per comprendere quello che accadrà, e il modo in cui succederà, ci sono ormai noti. Non dobbiamo scoprire come i due chirurghi sono arrivati a essere quello che sono, semmai sentiamo il bisogno di scoprire ciò che diventeranno: l’ignoto in questo caso non è il passato della coppia, bensì il loro futuro.

Nessuna coppia in frantumi, questa volta: solo due coinquilini, due colleghi – certo, con un trascorso non da poco – che tentano di lavorare insieme nonostante numerose questioni personali rimaste in sospeso.
A dire la verità, questo episodio di Grey’s Anatomy è talmente diverso dal punto di vista stilistico e da quello dell’equilibrio tra i due personaggi che il nome “Japril – the Sequel” è solo un assist sornione nei confronti dei fan che altro non aspettavano se non questo. In realtà, questo episodio ruota tutto attorno a Jackson. Facendo attenzione, si nota che April, pur essendo presente, non è mai al centro della vicenda. Solo verso la fine il focus si sposta su entrambi, ma durante i quaranta minuti l’attenzione è puntata quasi esclusivamente su Jackson.

I due chirurghi sono costretti a lavorare fianco a fianco, condividendo gli stessi spazi in un luogo non familiare, senza alcuna distrazione che li possa far allontanare dalla situazione poco piacevole in cui si ritrovano, loro malgrado. Viene da sé la ricreazione di un legame che, benché inizialmente forzato dalle circostanze, finisce per evolversi in una maniera di certo non sorprendente, ma comunque apprezzabile alla luce degli episodi non certo brillanti che Grey’s Anatomy ha mandato in onda fino a ora.

Il pretesto che fa da colonna portante e che poi diventa funzionale al consolidamento del rapporto tra Kepner e Avery è la ricerca del padre di quest’ultimo. L’uomo, un ex chirurgo ritiratosi a fare il barista in una baita in Montana, decise di abbandonare moglie e figlio per fuggire dagli schemi prefissati e inflessibili di una dinastia che, come quella degli Avery, lastrica un percorso di vita a ciascuno dei propri componenti. Padre e figlio condividono lo stesso desiderio di distaccarsi dai dettami famigliari: anche Jackson, infatti, ha sempre considerato il proprio cognome più una zavorra che una benedizione, dal momento che essere un Avery non comporta solo privilegi ma anche diverse aspettative da non deludere.

Nonostante questa somiglianza, Jackson non è mai venuto meno alle proprie responsabilità di padre, né quando la morte di un figlio avrebbe fatto vacillare qualunque uomo, né dopo la nascita della figlia, nonostante il recente divorzio dalla moglie; è anzi consapevole della propria maturità, sa di essere capace di mantenere promesse e di non doverne fare quando non può mantenerle, e perciò ripete a se stesso queste parole come se fossero un mantra per ricordarsi del proprio valore:

I do not make promises that I can’t keep.

Pur essendo Jackson il punto fermo di questo episodio, non si può prescindere dalla presenza costante di April: a differenza del suo ruolo in Unbreak My Heart, questa volta la Kepner si mette in disparte, pur rimanendo al fianco di Avery. La sua presenza è quasi agli angoli della narrazione, ma la donna segue da vicino l’ex marito, quasi a volerlo proteggere e guidare passo dopo passo. Non potrebbe essere diversamente: del resto, lo abbiamo visto in Japril – the Movie, April e Jackson sono cresciuti insieme, e la maturità dell’uno non sarebbe stata possibile se non grazie alla presenza dell’altra.

È proprio per questo motivo che il finale di questo episodio non poteva non portarli al loro punto di partenza, a quella camera d’albergo che avrebbe segnato il loro rapporto in maniera decisiva. Questo non comporta necessariamente un rewind della loro relazione, perché le parole dette e le azioni compiute non possono essere cancellate, ma le strade che i due possono ora intraprendere sono diverse e tutte percorribili – e speriamo che, a questo punto, gli autori di Grey’s Anatomy si facciano coraggio per dar vita a una nuova storia degna di essere raccontata.

Questo episodio è la dimostrazione che, lasciate da parte storyline inconsistenti e sviluppi narrativi poco entusiasmanti, Grey’s Anatomy è ancora capace di raccontare una storia come si deve. Certo, l’idea di basare un episodio intero sulle dinamiche di una sola coppia potrebbe infastidire molti, ma del resto le prime stagioni, che ruotavano attorno ai tira e molla tra Meredith e Derek, non erano tanto diverse. Se non altro, questo episodio ha il pregio di svecchiare il rapporto tra April e Jackson e di chiudere un cerchio che era aperto da un’eternità. Per questi motivi, finalmente possiamo dare a Grey’s Anatomy “ben” 3,5 Porcamiseria. Visti gli ultimi tempi, è manna dal cielo.

3.5

 

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