Negli anni in cui Grey’s Anatomy ci ha accompagnati di settimana in settimana abbiamo avuto la possibilità di osservare, con occhio più o meno critico e spesso lucido, la crescita di tutti i personaggi seguendoli negli alti e bassi delle loro vite – fil rouge trasversale, il loro avanzare nella formazione medica, riflesso della loro maturazione personale.
Nel corso del tempo abbiamo assistito al formarsi e al disgregarsi di innumerevoli rapporti, amori e amicizie che il tempo ha permesso di consolidarsi o, come è successo, di perdersi per sempre.
Quella tra Alex e Meredith è l’amicizia più longeva di Grey’s Anatomy, essendo i due presenti sin dal lontano pilot nel 2005: partita come una reciproca e continua dimostrazione d’odio, la loro relazione si è trasformata in una delle relazioni di amicizia più belle del piccolo schermo. Alex ha sempre incarnato i cliché del ragazzo problematico che, grazie al proprio talento, guadagna la possibilità di redimersi da un passato difficoltoso; Meredith, d’altro canto, è il pilastro della coppia, e nel tempo trova nel dottor Karev la sua seconda persona.
Non è un caso, dunque, che questo episodio ruoti attorno al concetto di fiducia e lealtà, i collanti da cui un’amicizia decennale non può prescindere. Nonostante questo, però, vediamo come Alex e Meredith siano inevitabilmente cresciuti: ormai adulti, i due si assumono le proprie responsabilità e confessano tutto ciò che sanno sulla faccenda di DeLuca.
Siamo lontani anni luce dai tempi della seconda stagione, quando Izzie tagliò il cavo dell’L-VAD di Denny e tutti i suoi colleghi specializzandi finirono per essere suoi complici, decidendo di non denunciare l’accaduto. I nostri protagonisti sono maturati e sanno che non c’è modo di fuggire dalle conseguenze delle proprie azioni e che tentare di rimediare a quanto fatto, nella speranza di poter cancellare il passato, è un’impresa impossibile.
Sullo sfondo drammatico della vicenda che le fa da impalcatura, la premiere della tredicesima stagione di Grey’s Anatomy si sviluppa piuttosto linearmente: abbiamo avuto dramma nelle giuste quantità e l’atmosfera carica di pathos del drama à la Grey’s è stata contenuta quanto bastava per partire con un episodio degno di un inizio di stagione. Un episodio non fine a se stesso: nelle prossime settimane assisteremo agli strascichi dell’agguato di Alex, tornando ancora una volta in quel tribunale che è spesso apparso nelle ultime stagioni – a ricordarci che, nel mondo degli adulti, ad ogni azione segue necessariamente una conseguenza che, nella maggior parte della volte, sarà sottoposta al giudizio inoppugnabile di qualcuno.
E mentre alcuni si trovano faccia a faccia con la dura verità del mondo adulto, altri si trovano ad affrontare le gioie e le prime difficoltà che una nuova vita porta con sé. Dopo essere stati protagonisti di una storyline prosciugata fino all’ultima goccia del proprio potenziale narrativo, April e Jackson si trovano di nuovo insieme a decidere che fare dei cocci della loro storia: la nascita della figlia darà loro l’opportunità di un nuovo inizio, di capire come e da dove ripartire, diretti verso una direzione che rimane da definire.
Ancora in definizione è il rapporto Maggie e Meredith: lasciata la terza sorella a godersi il proprio matrimonio, le due sembrano in procinto di scontrarsi. Tramite il loro faccia a faccia gli autori hanno ancora la possibilità di esplorare e ampliare i concetti di fiducia e sincerità: se da un lato Meredith si sente obbligata a fare da scudo ad Alex, dall’altra non perde occasione di mentire a Maggie, prima su chi fosse l’assalitore di DeLuca e poi nascondendole il suo rapporto-non rapporto con Riggs. Spezzando una lancia in favore di Meredith, c’è però da dire che la Grey sembra stia facendo di tutto (per quieto vivere? per solidarietà tra sorelle? per disinteresse?) per spingere il dottor Riggs tra le braccia della sorella. Manco a dirlo, qualcuno finirà a litigare pesantemente nel giro di qualche episodio.
Grey’s Anatomy torna dopo tre mesi con un episodio che pone dignitosamente le basi per una stagione che porta con sé speranze di maturità, evoluzione e sviluppi sempre nuovi. L’episodio, a differenza della premiere 2015, non è un semplice riempitivo narrativo, ma apre le strade al futuro della serie, lasciando socchiuse una serie di porte che siamo curiosi aprire. Sono tutti meritati i 3,5 porcamiseria – non vogliamo stare troppo larghi, ovviamente, perché il pericolo di deragliamento (metaforico, eh) con Grey’s Anatomy è sempre dietro l’angolo.
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L'amicizia. #GreysAnatomy pic.twitter.com/O69iFgrD9F
— PEYTON (@Peyton2504) September 23, 2016
Jo, quando Webber viene da te, tu non te ne vai. Stai lì e ascolti perché tutti vorremo un Richard Webber nelle nostre vite. #GreysAnatomy
— Marti (@HeyParrillaa) September 23, 2016
Io che guardo #GreysAnatomy mentre nella mia testa canticchio "hello darkness, my old friend".
— Anna Carineria (@Pepkins88) September 23, 2016
Contrariamente a quanto si sta dicendo, il rapporto tra "persone" è stato rispettato e per nulla intaccato. #GreysAnatomy
— Daniele (@edo_daniele) September 23, 2016
https://twitter.com/librochiuso/status/779224363304443904
Freakin’ Music
Grey’s Anatomy ci emoziona sempre grazie anche alla musica che fa da coronamento perfetto ai suoi momenti più drammatici. Ecco il pezzo molto lacrimoso che ha fatto da sfondo al momento clou di questa premiere, l’arresto di Alex: