Grey's Anatomy12×20 Trigger Happy

La famiglia è, bene o male, il punto di riferimento di tutti: forse è per questo che si dice "la famiglia è pur sempre la famiglia". Ma che cos'è una famiglia? Cosa succede quando questa si sfascia o quando si sta per formarne una nuova? Oppure, come comportarsi quando si entra in una nuova famiglia? Tutte queste domande sono stranamente incluse in questo episodio di Grey's Anatomy che, nonostante la portata dei temi, non decolla in quanto a fattore "memorabilità".

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Quando si tratta di volare basso, gli autori di Grey’s Anatomy si lasciano prendere la mano, il che spesso ha come risultato episodi come questo Trigger Happy, il cui potenziale sfuma miseramente in una puntata insipida e anonima. Nonostante questo, è possibile nonché interessante trarre qualche considerazione circa il tema della famiglia e vedere come viene affrontato.

In questa stagione, le menti dietro alle trame di Grey’s Anatomy hanno deciso di mettere alla prova le coppie più importanti della serie, con la conseguente ira degli shipper più sfegatati: dopo la rottura drammatica dei MerDer – un nome più cacofonico di questo non si poteva scegliere-, anche Calzona e i Japril hanno incontrato momenti difficili burrascosi. Forse, dopo anni e anni, molti saranno stanchi dei continui tira e molla a cui siamo abituati ma, diciamocelo, Grey’s Anatomy non sarebbe la serie che conosciamo se non ci fossero almeno un litigio, un pianto, insomma del buon vecchio drama a far da contorno a ogni episodio.

In Trigger Happy l’incontro-scontro tra Callie e Arizona, contrapposte circa il futuro di Sofia, solleva l’interesse dello spettatore su problematiche molto attuali ma che spesso vengono lasciate in secondo piano. Quello dell’omogenitorialità, infatti, è un tema delicato e ancora poco conosciuto, ma che in realtà racchiude in sé tutte le sfaccettature, tutti gli aspetti e anche i problemi che si vengono a creare all’interno di una coppia di genitori eterosessuali. In questo caso, la situazione è a dir poco complessa: Sofia è la figlia biologica del mai dimenticato Mark Sloan e di Callie, che dopo la nascita della figlia si è sposata con Arizona, alla quale quindi legalmente spetterebbe potere decisionale sulle questioni della vita della piccola Sofia. Purtroppo, però, spesso e volentieri la legge non sta al passo con i sentimenti nascosti e mai espressi, con il risentimento sotterrato fino all’esaurimento e con rivendicazioni che hanno l’aspetto di vendette e ripicche personali.

Da un lato c’è l’egoismo di Callie, convinta di agire in buonafede e nel pieno interesse della figlia, e la sua scelta di seguire Penny dall’altro capo del Paese, una scelta incoerente alla luce del suo rifiuto di seguire Arizona in Africa quando si era presentata l’occasione. Callie è mossa dalla smania di far tutto per il meglio: così come è perfezionista sul luogo di lavoro, lo è anche nella vita di coppia, determinata a far sì che Penny e Sofia instaurino un bel rapporto e ad avere una vita con la nuova fidanzata che sia la più soddisfacente possibile.

Grey's Anatomy 12x20 Trigger Happy recensione

Tutto ciò si scontra con Arizona che, vedendo sempre più concreta la possibilità di vedersi sottratta la figlia, teme di ritrovarsi con un pugno di mosche: dopo aver lottato e discusso per il riconoscimento dei propri diritti di madre, quando l’idea di una famiglia “triangolare” sembrava un’idea bizzarra – trasformata poi in un vero esempio di amore incondizionato -, l’unica arma a sua disposizione è il procedere per vie legali. Laddove i pareri non si incontrano, questa sembra essere l’unica soluzione: un iter molto lungo, che porterà le due chissà dove, forse a ricongiungersi o ad allontanarsi definitivamente, nonostante l’essere madri le accomuni inevitabilmente.

Al contrario – direi finalmente perché a un certo punto non se ne poteva proprio più – Jack e April sembrano aver raggiunto una situazione distesa: dimenticate le divergenze e lasciati perdere gli avvocati, i due stanno pian piano diventando consapevoli del ruolo che dovranno assumere  e delle responsabilità che saranno chiamati a prendere, di qui a pochi mesi. April e Jackson hanno già vissuto il periodo dell’attesa, ma la scorsa gravidanza era stata soltanto sconforto e disperazione: questo nuovo bambino in arrivo è invece un’occasione per entrambi di riflettere su loro stessi in quanto tali, ma anche su di sé in relazione con l’altro. L’arrivo di un figlio è un momento topico, specie quando è il frutto di due persone che, come in questo caso, si sono amate (o si amano ancora, chi lo sa): proprio per questo, Jackson e April probabilmente sentiranno l’esigenza di riavvicinarsi gradualmente, per partecipare alla gravidanza ed essere presenti entrambi sin da subito nella vita del bambino. Questi sono bei momenti per i fan dei Japril che, dopo una lunga tempesta, finalmente possono tornare a sperare in qualche schiarita. Forse non è del tutto vero che in Grey’s Anatomy vige sempre la regola del “mai ‘na gioia”.

Grey's Anatomy 12x20 Trigger Happy recensione

Trigger Happy sembra un episodio scritto per puntare l’interesse del pubblico sulle tematiche famigliari più disparate: divorzi, allontanamenti, figli contesi, riavvicinamenti e figli in arrivo. Nel mezzo di tutto ciò, c’è anche spazio per una famiglia tutta particolare, a dimostrazione che l’elemento fondamentale di una famiglia non è la presenza necessaria e inequivocabile di due genitori, quanto più l’amore, l’affetto e le attenzioni che circolano al suo interno. Maggie trova se stessa in un ruolo del tutto nuovo: dopo un passato da figlia modello, è ora la “mamma in seconda” dei figli di Meredith. Questo le dà la possibilità di esplorare sentimenti e sensazioni che non aveva mai potuto provare prima, quali un affetto viscerale e smisurato nei confronti dei bambini della sorella, ma anche ansia e apprensione nei loro confronti, aumentati a dismisura dal caso drammatico della settimana. L’arrivo in ospedale di un bambino, ferito da un colpo di pistola sparato per sbaglio dall’amichetto, scatena in Maggie una serie di preoccupazioni e un senso di inquietudine che le fa dire:

I love them like if something happened to them, I would die. Like, my heart is so wide open, and they’re so fragile.

Una dichiarazione d’amore che non ha eguali e che mette in luce tutta la genuina bellezza del personaggio di Maggie.

Nonostante sia stato possibile estrapolare tali considerazioni da questo episodio, purtroppo non mi sento di assegnargli più di 3 porcamiseria: come spesso è successo, Grey’s Anatomy ha fatto il compitino e si è portata a casa la sufficienza, ma il risultato non è sorprendente e sicuramente non è memorabile. Il resto dell’episodio, infatti, è piuttosto trascurabile: l’unico momento degno di essere sottolineato, per le lacrime che ci ha regalato, è il discorso motivazionale tra Amelia e il piccolo che aveva inavvertitamente premuto il grilletto. Ancora una volta, Caterina Scorsone ha trovato l’interruttore dei nostri dotti lacrimali, e prevedibilmente ci siamo cascati in pieno.

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3

 

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