Due donne, una casa sulla spiaggia e avere tutto per possibilità. Dopo il dramma e il terremoto emotivo che hanno dovuto affrontare, Grace e Frankie possono finalmente guardare al futuro e reinventarsi. O forse no, perché figli poco sensibili ed ex-mariti invadenti ostacolano il loro percorso verso la libertà, sponsorizzato in extremis dalla loro amica Babe.
La seconda stagione di Grace and Frankie può essere considerata come un ancestrale e sempre divertentissimo climax ascendente verso l’affermazione del loro esserci. Grace e Frankie, tra battibecchi, viaggi in macchina improvvisati, thermos pieni di Bloody Mary, lubrificanti allo yam e un semiserio problema di alcolismo, cercheranno, a fatica, di ritagliarsi uno spazio personale e autonomo, senza rimanere soffocate e intrappolate nei drammi degli altri. Lo faranno insieme, nel modo speciale che le contraddistingue. Infatti, ancora di più rispetto alla prima stagione, il leitmotiv di Grace and Frankie è la loro amicizia e la loro volontà recondita di uscire dal limbo degli invisibili e affermarsi sia in ambito familiare, sia in ambito personale. Ma non sarà così semplice.
In primis il melodramma sentimentale di Sol e Robert travolgerà, in modo nuovo, le loro vite. In seguito all’infarto di Robert e al senso di colpa di Sol, Grace e Frankie non dovranno solo assistere al loro matrimonio, ma addirittura organizzarlo e celebrarlo. Saranno lì ad assisterli per ogni evenienza e quando andranno nella casa degli orrori a recuperare i loro oggetti personali, lì saranno intrappolate in un vortice drammatico di sentimenti contrastanti. Da una parte una miriade di ricordi che non accennano a svanire, dall’altra la rappresentazione dell’amore di Sol e Robert e la visione di una vita in cui loro non fanno più parte. Il carico emotivo è talmente forte che se, in un primo momento, porta ad una paralisi delle due donne, dall’altra provoca la prima ribellione, contro la loro predisposizione ad esserci sempre e comunque, al fianco degli altri, sacrificando se stesse. Conclusa questa spirale di eventi, finalmente possono focalizzarsi sui propri bisogni e sulle proprie aspettative. Ma anche in questo caso le delusioni saranno molte.
Grace, sempre affascinante, dal portamento quasi regale e da un’ironia pungente e memorabile, proverà quella adrenalinica sensazione a metà tra la nostalgia e la frenesia, quando ritroverà il suo amore mancato: Phil. Grace salirà su un’altalena di amore e rinuncia, tenerezze e sottintesi, vivendo la passione di un amore ritrovato e il dolore per la sua nuova perdita, in modo repentino e con implicazioni morali importanti. Da quel momento in poi, il suo unico compagno sarà il Martini, in una solitudine sofferta perché non cercata, in una sofferenza tanto profonda quanto lo era stata la complicità di qualcosa che è stato e che più non è.
Frankie, spettacolare e solare come sempre, sui generis in un modo adorabile, trova una sua dimensione nuova che la immerge nel mondo dell’economia e degli affari. Il suo lubrificante allo yam verrà prodotto dall’azienda di Grace, ma i contrasti, per motivi etici e ambientalisti, con Brianna saranno molti. Da una parte c’è l’innovazione, una travolgente creatività e una coerenza etica, dall’altra la canonica logica spietata degli affari. Il conflitto sarà senza risoluzione, in quanto Frankie non è una donna che accetta compromessi o che rinnega ciò in cui crede. Così, viene esclusa dalla sua stessa invenzione e da quel suo bel progetto futuristico da 9 milioni di dollari.
Se Grace affoga i propri dispiaceri nel Martini, Frankie esorcizzerà il proprio dramma con un rituale alla Frankie – passatemi la ripetizione- sulla spiaggia con tanto di falò. Tra la relazione con Jacob, l’incontro con la madre naturale di Coyote (l’indimenticabile Elsbeth Tascioni di The Good Wife) e una Grace ubriaca che le vomita addosso tutte le sue frustrazioni, Frankie mostrerà un carattere più maturo e più forte di quanto si poteva pensare. Nel confronto con Grace, nonostante le sue incantevoli stravaganze e il suo straordinario e inimitabile modus essendi, Frankie risulta più consapevole e con un’autostima più strutturata.
Nonostante i contrasti e qualche parola fuori posto, il rapporto di Grace e Frankie, in questa stagione, cresce e si fa più profondo. Tra le due donne si è instaurato un legame intenso che va al di là del fatto di trovarsi sulla stessa barca. Il fatto che l’una ha un carattere totalmente diverso dall’altra è perfetto, perché permette il confronto, la messa in discussione, una nuova prospettiva. L’incanto e il disincanto, l’erba e il Martini, i tailleur sofisticati e gli stivali da soubrette, il romanticismo e il cinismo, ma un unico sentire, un’unica, seppur diversa, sensibilità. I loro dialoghi sono la punta di diamante della serie,in quanto non risultano mai forzati, mai alla ricerca della battuta facile. La potenza espressiva dei loro discorsi consiste proprio nella loro diversità, nell’ironia di Grace e nelle accorate frasi di Frankie, piene di passione e di ideali.
Indimenticabile la storyline della patente di Frankie e il pranzo altolocato con le amiche di Grace che, finalmente, si spoglia dei panni di Emily Gilmore per promuovere la sua coinquilina a migliore amica. Sol e Robert, quasi alla stregua di personaggi caricaturali, nonostante il dramma in cui sono immersi, impallidiscono al confronto delle due donne. I figli, poi, sono assolutamente personaggi quasi pittoreschi e di contorno.
Grazie all’energia e all’iniziativa della loro amica Babe, sia Frankie, in procinto di aprire una galleria, sia Grace, dedita per la prima volta al piacere personale, cercheranno di dedicarsi a se stesse. Ma anche in questo caso la negatività del loro trascorso prorompe nelle loro vite. Al compleanno di Bud, emerge tutto il malessere e il rancore verso la poca considerazione che i figli hanno di loro e verso le bugie infinite degli ex-mariti. Sono state messe all’angolo e allora, prima Grace e poi Frankie effettuano quella rivoluzione che avevano iniziato a casa di Sol e Robert. Escono dal limbo degli invisibili, dalla gabbia dei propri drammi familiari e fanno ascoltare la propria voce, con fierezza ed alterità.
Grace: Così non avevi a che fare con me, così non dovevi pensare a me. Lo facevi per farmi stare zitta, per controllarmi, gestirmi. Mai neanche una volta è stato perché mi amavi. Solo adesso riesco a capire il nostro matrimonio. Vengo ancora trattata come sono stata trattata per quarant’anni e non ho intenzione di continuare a subire.
Frankie: Nemmeno io. Ho lo stomaco pieno di collera e di Martini. Chi pensava al mio cuore? Il fatto che pensavano di essere amorevoli non significa che lo fossero. Mi avete trasformata in una vecchia signora svampita.
Grace: Ci occuperemo di persone come noi, perché siamo stufe di essere sminuite da persone come voi.
Frankie: La bomba è esplosa. Andiamo a casa.
La seconda stagione di Grace e Frankie presenta una commistione vincente di umorismo e introspezione, divertissement e riflessione, surrealismo e sentimentalismo, attraverso sequenze sceniche e dialogiche eccellenti e magistralmente costruite. Questo gioiello di Netflix merita 4,5 porcamiseria, non raggiungendo il massimo solo per la marginalità e il poco spessore conferito agli altri personaggi. Ma, in fondo, togliamo solo mezzo voto, perché Grance e Frankie sono talmente troppo, che non c’è e non può esserci spazio per gli altri.
Attendiamo, con vibrante soddisfazione, l’inizio della terza stagione il 24 Marzo su Netflix.
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