Gotham4×06 Hog Day Afternoon – 4×07 A Day in the Narrows

Con l'introduzione di un nuovo villain, l'ennesimo, Gotham rischia di strafare, ancora una volta, giocando con la caratterizzazione di un buon personaggio. In questa coppia di episodi per fortuna non succede e il Professor Pyg è capace di tenere in piedi tutta la tensione necessaria alla narrazione.

6.8

Gotham mette in campo una coppia di episodi che riporta su buoni livelli la stagione ed evidenzia i punti di forza di una serie che troppo spesso fa affidamento, invece, sulle proprie debolezze.

Hog Day Afternoon

Gli autori decidono di puntare sul Professor Pyg come villain principale di questa doppietta, introducendo nella serie questo personaggio dal successo editoriale recente, adattandogli evidenti caratteristiche mutuate da Saw-L’enigmista. Ne viene fuori una nemesi convincente e interessante, che tiene ben alta la tensione in entrambi gli episodi. Il primo dei due introduce il personaggio come killer di poliziotti corrotti, cosa che lo porterà a minacciare e ferire persino Bullock, acuendo il conflitto tra lui e Gordon riguardo ai doveri della GCPD. Intanto Nygma cerca di convincere una cinica, ma sempre buona Lee ad aiutarlo a riavere la propria intelligenza, scoprendo che la donna è tornata a Gotham per rimediare alle conseguenze del virus Techt che lei stessa aveva diffuso nella passata stagione. Il Pinguino nel frattempo è alle prese con il doppio gioco di Sofia Falcone, ma, pur fiutando l’inganno, Cobblepot non riesce a cogliere in fallo la ragazza, che riesce a manipolarlo convincendolo di avere problemi di fiducia.

La pausa dalla storyline di Bruce dà respiro all’intera narrazione, permettendo così l’inserimento adeguato del nuovo cattivo e delle sue trame. Tra i segmenti, quello che procede più a rilento e mostra ancora evidenti segni dei meccanismi passati è sicuramente il filone legato al Pinguino, ancora troppo acerbo per poter suscitare un adeguato interesse. L’entrata in scena di Lee potrebbe movimentare invece l’arco narrativo dell’Enigmista, che fino a un episodio fa non prometteva grandi cose. Come anticipato, la trama principale di Gordon, Pyg e Bullock predomina sul resto, privilegiando un andamento procedurale che la serie sembrava aver dimenticato in favore di continui e improbabili colpi di scena forzati. Il conflitto di Gordon con i colleghi poliziotti, finora cautamente accennato in sottofondo, comincia a prendere sempre più spazio per poi esplodere nell’episodio successivo.

Nonstante però il buon lavoro fatto con Pyg, ancora una volta sentiamo la necessità di domandarci che senso possa avere quest’abbuffata di villain messa in piedi per riempire gli episodi dalla première al finale, col rischio, già concretizzatosi nel caso del Cappellaio Matto e del Doctor Freeze, di svuotare una buona caratterizzazione solo per fare numero. Numero che poi si perde, facendoci dimenticare quanti criminali ci siano ancora in giro dalle passate stagioni. Puntare tutto sulla meravigliosa collezione di cattivi di Batman è un grosso azzardo, a maggior ragione se questo tutto viene gestito come un troppo. Al servizio di queste storie un’ottima regia accompagnata da un montaggio particolare, che, ancora una volta, conferma la qualità tecnica della serie.

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A Day in the Narrows

Per tentare di arginare la strabordanza del Professor Pyg, Bullock è costretto ad allearsi con Oswald e i suoi tirapiedi, cosa che lo pone nuovamente in contrasto con Jim. Questa diatriba esplode sul finale dell’episodio, quando, rifiutando di fidarsi di Gordon, il capitano della polizia si lascia convincere dal Pinguino a intraprendere un’impresa che si rivelerà essere una trappola. In casa Wayne, frattanto, le cose non vanno bene, e Bruce è ancora scosso dall’aver ucciso Ra’s al Ghul. Il giovane miliardario è pervaso da una profonda rabbia che a stento riesce a controllare, e finisce per nasconderla sotto fiumi di alcol e dandosi alla bella vita cominciando a costruirsi la fama di sbruffone playboy. In seguito alla morte della Testa del Demone anche Barbara deve affrontare le conseguenze di quanto successo, con l’intenzione di abbandonare la città. Sarà l’intraprendenza di Selina a convincerla a rimanere, confermando il trittico criminale insieme a Tabitha. L’episodio ricalca in tensione il precedente, spingendo ancora più sui forti parallellismi con Saw (il dialogo in ambulanza ne è un esempio), ma peccando su certi meccanismi da thriller che ormai risultano prevedibili (che Pyg fosse il finto poliziotto era scontato data la natura e la durata del suddetto dialogo in ambulanza).

A smorzare in parte l’atmosfera ci pensa il personaggio di Headhunter, agnello sacrificale sfruttato come comic relief dall’impatto molto ridotto sullo spettatore. Le due storyline parallele alla principale, quella di Selina e quella di Bruce, alleggeriscono i toni, anche se la triade criminale al femminile non fa molta presa e, anche in questo caso, pecca di poca originalità e interesse. Il segmento di Bruce, per quanto limitato, giova della pausa dello scorso episodio, ma contribuisce a dare una lettura della personalità del futuro Batman, o meglio del suo alter-ego. A margine c’è spazio anche per l’ennesima schermaglia tra Sofia e il Pinguino, il cui unico pregio sta nella limitatezza del minutaggio. Come anticipato, Bullock e Gordon ormai sono alle strette e le opposte visioni del mondo adesso collidono, generando uno scontro che sembra covare in maniera repressa nel capitano della polizia, e che nei futuri episodi potrebbe comportare conseguenze significative ed interessanti.

Note

  • Nel sesto episodio, in casa Falcone possiamo ammirare una statuetta a forma di testa di cavallo che richiama la celebre scena de Il Padrino.

 

 

 

Porcamiseria

6.8

Due episodi con un nuovo villain che riempe di tensione l'atmosfera. Le vicende di Gordon e Bullock sono decisamente le più interessanti, mentre le altre storyline stentano a decollare perché ancora troppo acerbe. Una coppia di puntate che comunque alza l'asticella della stagione a qualcosa più della sufficienza.

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