Gotham3×02 Burn the Witch – 3×03 Look Into My Eyes

Inattesi ritorni e nuovi criminali fanno da sfondo all'evoluzione dei protagonisti di Gotham. Su SerialFreaks la recensione dei due episodi che danno il via alle intricate trame di questa stagione.

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Tra le fila dei buoni e dei criminali cominciano a prendere forma le nuove direzioni intraprese dai personaggi dello show, mentre la città continua a riempirsi di inquietanti figuri e vecchie conoscenze riappaiono all’orizzonte. Se volete un weekend tranquillo, Gotham non è la città che fa per voi!

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Burn the Witch

La funzione catartica del rogo è appurata narrativamente al pari di quella del diluvio: il fuoco che arde le streghe si alimenta dei rimorsi e dei peccati di chi gli ha dato la caccia, liberandoli da un peso enorme quanto inevitabile, preparando così gli sventurati alla caccia successiva, al nuovo inizio. I cittadini di Gotham attendono quella catarsi da tempo, intrappolati nella snowball che troneggia nella locandina di questa stagione, neanche parlassimo di Under the Dome (ew…). La rabbia, la frustrazione e l’insofferenza verso una città più che mai invivibile sono facili strumenti nelle mani di Salvini del Pinguino che riesce a trasformarli in violenza e sfruttarli per la sua personale crociata contro Fish Mooney. La criminale, indebolita dal continuo uso dei suoi poteri, tenta il tutto per tutto rapendo Bullock e costringendolo a condurla da Strange, l’unico che forse può trovarle una cura. Sarà in questa occasione che l’ex porta ombrelli e la gangster avranno l’ennesimo faccia a faccia dall’esito però inaspettato. Il monologo di Mooney ha un qualcosa di tirato, posticcio, quasi una scusa inventata sul momento; però risulta credibile, piacevole nel suo maldestro tentativo di trovare una giustificazione alle azioni che hanno portato il Pinguino ad avere salva la vita.

Bruce Wayne intanto ritira il premio fedeltà per il maggior numero di rapimenti nel 2016 e si rende partecipe di una negoziazione decisamente strana con una delle rappresentanti della Corte dei Gufi (e consigliera della Wayne Enterprise). L’accordo tra i due suona piuttosto irreale, giacché il giovane miliardario, pur rivelando il suo bluff, viene valutato nella posizione di contrattare allo stesso livello della Corte, che quindi esce da questo incontro con un ridimensionamento della autorità minatoria. Neanche il tempo di riprendersi da questo rapimento e raccontare il tutto ad Alfred che alla Wayne Mansion si presenta un altro ospite (livello sicurezza: Colosseo): è il giovane Riccardo Fogli doppelgänger capelluto di Bruce. Frattanto Jim Gordon conferma la sua nuova personalità ricca di nuance negative: l’ex detective infatti non esita a consegnare Fish Mooney a Cobblepot, pur conoscendo le pessime intenzioni del criminale. C’è spazio anche per la scontata scappatella amorosa con Valerie Vale, mentre puntuale come nelle nostre relazioni, torna ad affacciarsi lo spettro della sua ex. A margine c’è spazio anche per lo sbocciamento (è il caso di dirlo) di Poison Ivy, particolarmente sensibile (in maniera inverosimile) al maltrattamento delle piante, tanto da compiere il suo primo omicidio per il mancato innaffiamento di un vegetale.

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Una puntata nell’ordine della normalità, non tende a strafare né a rovinare il tutto, preparando il terreno sia per le evoluzioni dei personaggi durante il corso della stagione sia per il diramarsi delle trame principali: tre porcamiseria senza infamia e senza lode.

3

 

Look Into My Eyes

Che il Cappellaio Matto sarebbe stato un villain di questa stagione lo avevamo azzardato nel finale dello scorso giugno, sia per la presenza di un criminale particolarmente somigliante, sia per quella di Alice nel Paese delle meraviglie tra i libri che Strange ha usato per il condizionamento mentale a Indian Hill: ci eravamo andati vicini, ma si tratta invece di un personaggio venuto dall’esterno. Il nuovo pericoloso nemico ha infatti le fattezze di un giovane ipnotista, nettamente diverso dalla sua controparte fumettistica. Jervis Tetch oltre ad essere un abile prestigiatore utilizza le sue conoscenze d’ipnotismo (e probabilmente qualche artefatto tecnologico) per soggiogare la mente di ignari cittadini e spingerli a compiere azioni illegali per lui. Il suo scopo però non è la “mera” delinquenza, bensì ritrovare sua sorella Alice (che combinazione!), il cui sangue è infetto e porta alla pazzia violenta chiunque ne entri in contatto. Il Cappellaio assume in questa sua ricerca Jim, inizialmente all’oscuro dei misteri della famiglia Tetch e salvato da Alice solo in extremis da un suicidio indotto per ipnosi.

Intanto a villa Wayne va in scena un riadattamento de Il principe e il povero: la controparte tricotrofica di Bruce ha un nome (beh, non proprio, un numero, che va di moda nelle serie recenti), 514A, per comodità detto 5. Scopriamo che Five (no, non il pupazzo di Bim Bum Bam) non ha la percezione del dolore, cosa che sicuramente gli risparmierà tante urla dal dentista; accortosi dell’interesse di Selina verso il giovane Wayne, la copia decide di rubare l’identità a Bruce accorciando finalmente i capelli e modulando la voce, non senza aver preso in prestito una lussuosa macchina dal garage Wayne. La presenza di 5 sicuramente metterà in crisi il patto stipulato non più di una puntata fa con la Corte dei Gufi e può rappresentare, se ben sfruttata, un’evoluzione nella storyline di Bruce, la più recalcitrante a cambiare.

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Il Pinguino, forte dell’ascendente guadagnato sulla folla in ben tre episodi, decide che è arrivato il momento di scendere in politica e concorrere alla carica di sindaco di Gotham, per scalzare l’inadatto James. Suona un tantino sbrigativa questa conversione politica e ancor di più l’appoggio dei cittadini, maturato in appena tre episodi e forse troppo repentino nel dimenticare le malefatte di Cobblepot; del resto non parliamo di una miniserie, per cui lo spazio narrativo per costruire meglio questa candidatura non sarebbe mancato. Di certo c’è che l’incontro con Mooney ha cambiato il personaggio, proiettando anche lui in quell’ottica evolutiva che sembra il filo conduttore di questa prima parte di stagione. Evoluzione che colpisce anche Lee Thompkins, rientrata in città al seguito del nuovo compagno, Mario Falcone, figlio del boss della mala di Gotham che ritorna più minaccioso di prima contro chiunque possa minare la felicità del figlio (ciao Jim!). Infine abbiamo il rilascio di Edward Nygma da Arkham, dopo minacce non velatissime al direttore da parte del Pinguino; anche per l’Enigmista si apre quindi una nuova fase, nella speranza che quanto di buono visto finora nella sua caratterizzazione non venga buttato al vento come sul finire della stagione passata.

Una puntata che deve molto del suo punteggio all’ottima presenza del Cappellaio Matto, che trascina l’episodio fuori dalla sufficienza, confermando la qualità di alcuni degli aspetti tecnici della serie non sempre citati (i costumi su tutto). Il fatto che, al momento, ben tre love interest di Gordon siano in città non fa sperare: Ben McKenzie ha chiuso con The O.C., speriamo lo ricordino anche gli autori. Tre porcamiseria e mezzo perché ha quel tocco di follia in più rispetto al precedente episodio, ma con un occhio sempre puntato sui punti deboli che abbiamo descritto.

3.5

 

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