Gotham2×15 Mad Grey Dawn

I venti di tempesta che arieggiano su Gotham portano grande scompiglio nella vita dei protagonisti. A pochi episodi dal finale qualcuno abbraccia totalmente l'oscurità, qualcuno viene sommerso suo malgrado e qualcun altro cerca di liberarsene iniziando una nuova vita. Su SerialFreaks tiriamo le somme di questo episodio di svolta che si piazza sopra la media di stagione.

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A due puntate dal finale di stagione, Gotham accelera gli eventi e segna una svolta netta nella caratterizzazione dei personaggi, da questa puntata mai più gli stessi. La discesa all’inferno dei protagonisti dello show, passo dopo passo, episodio dopo episodio, ha condotto nell’oscurità melmosa di una Gotham mai completamente mutata rispetto a come ci venne presentata nel pilot.

gotham 2x15 mad grey dawn recensione

Wind Of Change

Se a cambiare non è dunque il contesto, che vede piuttosto uno sviluppo della sua spiccata ombrosità, sono i personaggi a trasformarsi, man mano che la fetida aria della città ha riempito i loro polmoni. L’alba grigia della follia, titolo del quadro che dà il nome a quest’episodio, segna la nascita definitiva del personaggio de L’Enigmista, protagonista assoluto dell’episodio. Villain nettamente distinto dalla maggior parte dei criminali visti fino ad ora, capace di mettere da solo fuori gioco il nemico più ostile della Gotham oscura (quel Jim Gordon la cui luce iniziale lentamente ha lasciato spazio ad aloni tenebrosi) Edward Nygma, il timido consulente del GCPD la cui carriera criminale era già segnata, abbandona la sporadicità dell’omicidio che aveva perpetrato fino ad ora, abbracciando lo zuccherato veleno di una genialità piegata al male. L’infondato sospetto che Gordon stia indagando su di lui porta le personalità di Nygma ad amalgamarsi e dare forma a quel verde punto interrogativo che tanto spazio avrà nella storia a venire dell’Uomo Pipistrello.

Frattanto anche il giovane Bruce Wayne affronta un grosso cambiamento: iscrittosi alla scuola della strada con tutor la ben più esperta Selina Kyle, abbandonati di fatto Alfred e la sua guida, Bruce affronta in una spietata scena una banda di criminali che aveva provato a rapinare. Conscio degli insegnamenti del suo maggiordomo/mentore, il non-ancora-Batman riesce a cavarsela assaporando insieme al proprio sangue il gusto del combattimento e una strana sensazione di imbattibilità, prontamente distrutta dalle considerazioni di Selina ma soprattutto dai punti di sutura che lo fanno assomigliare a Sloth de I Goonies. Anche in questo caso i due Bruce, cui lo stesso Wayne accennava qualche episodio fa, stringono un patto di armoniosa convivenza nell’attesa di formarsi ed esplodere in due identità ben forti e completamente strutturate appartenenti al medesimo personaggio.

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L’aria di cambiamento sorprende anche il rinnovato Pinguino; sballottato a destra e a manca tra ex amici/nemici, incerto sul proprio ruolo in un mondo che lo disconosce come un figlio rigettato, Oswald Cobblepot (ri)trova una figura paterna, Elijah Van Dahl, che possa supplire alla mancanza della madre e che intanto gli garantisca uno spazio solo apparentemente idilliaco in cui poter ripartire da zero. Il tutto mentre un sempre più inquietante Hugo Strange rivela che i suoi piani, sia sul Pinguino sia su Gotham, sono ben lontani dall’essere terminati. La minaccia di Strange, strisciante durante tutto l’arco delle due stagioni, è a un passo dall’esplodere totalmente, occultata in maniera accurata dagli autori che hanno saputo imbastire delle distrazioni di contorno realmente interessanti e valide.

Last but not least, come accennato, Jim Gordon affronta il drammatico epilogo della sua personale discesa all’inferno. Colpevole sì, ma non dei crimini di cui è imputato, Gordon cade nella rete di tranelli abilmente orchestrata da Nygma, che lo fa apparire colpevole dell’omicidio di un collega. Tanto basta al già sospettoso capitano Barnes per mandare Gordon a giudizio, facilitando la sua condanna da scontare al penitenziario di Blackgate. Nygma arriva laddove non era riuscito neanche Galavan, minando la reputazione di Jim di fronte a tutta la città che aveva riposto in lui la speranza di un cambiamento. Conseguentemente all’arresto del detective, anche la vita di Lee si prepara a subire grossi cambiamenti, anche a seguito della volontà di Gordon di allontanare la fidanzata per garantirle una vita tranquilla e sicura – intenzione che inevitabilmente verrà presto vanificata dal risveglio di Barbara ad Akham che chiude la puntata.

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Una puntata che strappa ben quattro porcamiseria poiché inizia sapientemente a tirare le fila in vista del finale, intrecciando abilmente sottotrame finora separate e garantendo a (quasi) tutti i protagonisti uno sviluppo coerente o margini di evoluzione veramente interessanti, sempre seguendo la chiave di lettura di questa stagione in cui i villain la fanno da padrone.

4.5

 

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