Gomorra3×03 Episodio Tre – 3×04 Episodio Quattro

Con il ritorno di Genny e Ciro a Secondigliano e l'intesa di Patrizia e Scianel, Gomorra, con il terzo e quarto episodio della stagione, supera ogni aspettativa, emozionando lo spettatore con un vincente e necessario ritorno alle origini.

10.0

Episodio Tre

Cinque minuti. Questo è il tempo che Ciro, in un contesto desolato e degradante della Bulgaria, concede a due coniugi per lasciare la loro casa e mettere tutta la loro vita in una scatola. Senza concessioni o ripensamenti, con una freddezza glaciale e una gestualità robotica Ciro di Marzio si limita ad eseguire gli ordini del nuovo clan bulgaro, a cui è affiliato. Pur essendo integrato nell’organizzazione criminale, conosciuto nell’ambiente, pur avendo imparato la lingua, Ciro ormai sembra non appartenere più a nessun luogo: né a Napoli, alla quale pensa sia con spavento per il ricordo di chi è stato e di chi ha perso, sia con un’insolita nostalgia, né a Sofia in cui dà avvio alla propria autopunizione, allontanandosi da quegli elementi caratteriali che lo avevano reso l’Immortale. Chiuso in un’atarassia stoica, non beve, non vuole compagnia, vive in un appartamento scarno, con un clima avvilente e deprimente. Si è alienato. Non può pensare, quindi agisce, non può godere di nulla, quindi si impone una stato di dolore permanente, senza pause, senza scappatoie. E come poteva essere diversamente?

L’alienazione, l’autoesclusione dalla società dei “vivi”, la repressione della propria personalità sono le naturali conseguenze del lutto devastante che non solo Ciro ha subito, ma che ha anche causato. La sua crisi esistenziale si evince nel suo sguardo, negli occhi rivolti sempre in basso, nel modo in cui cammina, nell’inespressività del suo volto che indicano un urlo di dolore silenzioso, represso e soffocato dai suoi sensi di colpa. L’interpretazione magistrale di Marco D’Amore crea una connessione emotiva con lo spettatore, che capta a pieno l’ancestrale angoscia di chi era un padre e non lo è più, di chi era un marito e si è trasformato in carnefice, di chi era un boss ed è diventato un subalterno, in un ambiente estraneo ed ostile.

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Ma, ormai lo sappiamo, Ciro non sarà mai un semplice “dipendente”. Eseguire gli ordini è ciò che ha sempre odiato. È da ciò che ha origine Gomorra, dal suo sentimento di rivalsa, dalla sua insolita ribellione sociale, da non voler più accettare ordini dai Savastano, da Conte, da quel Biv, aggià capì se me pozz fida e te che lo indignò a tal punto da cambiare le regole del gioco, tragicamente. E anche se si era sforzato di rimanere nell’ombra, Ciro di Marzio dimostra, nuovamente, di essere il più abile giocatore di quel gioco di violenza e sospetti. In seguito all’incontro dei ragazzi di Forcella, che lo invitano a ritornare a Napoli, Ciro intuisce le mosse di Mlladen, uccide i boss e prima di far ritorno in patria, prima di ritornare a casa sua, compie un gesto di solidarietà, salvando la ragazza albanese, ostaggio di quella squallida tratta umana. La salva, riporta anche lei a casa sua e grazie a questa unica azione Ciro abbandona quello stato di inespressività cronica, per aprirsi ad un sorriso che è rivolto al futuro di lei, e forse, anche al suo.

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Il terzo episodio di Gomorra è un vero e proprio viaggio nell’universo esistenziale di Ciro di Marzio, un focus introspettivo sul personaggio necessario per reinserirlo nel tessuto narrativo e motivare il suo comportamento, per spiegare il suo percorso, per rappresentare in modo peculiare la sua trasformazione. Il tutto espresso attraverso un ritmo narrativo lento, scandito da un silenzio, interrotto solo da sporadici dialoghi, rivelatore della complessità di un personaggio come Ciro che, non declinabile attraverso nessun tipo di cliché camorristico, si impone sulla scena in modo impeccabile, facendo emergere sogni alternati alle angosce più cupe.
Come sempre, Chapeau a Marco D’Amore, che ha reso il suo Ciro uno dei personaggi più interessanti e poliedrici dell’universo seriale attuale.

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Episodio Quattro

Dopo aver ben esplorato le storyline principali, il quarto episodio di Gomorra pone le basi dell’architettura narrativa generale con un unico scenario d’azione, in cui i personaggi principali, conclusi i percorsi individuali, sono pronti a ritornare. È l’episodio dei ritorni, costruito attraverso una graduale e crescente tensione da togliere il fiato ed emozionare lo spettatore fino all’ultimo minuto.

Scianel. Dopo il ricatto e le tipiche minacce, Marinella decide di ritrattare la sua testimonianza, permettendo la liberazione di Scianel. Scianel ritorna nel sistema del potere, in grande stile e con una caratterizzazione così solida e carismatica da rendere il suo personaggio iconico. Nella nuova collaborazione con Patrizia, gli unici due personaggi femminili di Gomorra ottengono un protagonismo e un ruolo di primo piano nelle dinamiche del potere, conferendo alla serie nuove sfumature narrative, in parte già sviluppate nella seconda stagione, in grado di arricchire la galleria dei personaggi, in modo innovativo e poliedrico. I dialoghi tra Patrizia e Scianel segnalano già la loro futura complicità e sintonia e la ferrea volontà di affermarsi in un ambiente, che si approccia al genere femminile solo in termini di mercificazione.

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Genny. La débacle di Genny Savastano era necessaria sia per la costruzione della trama e il suo conseguente ritorno a Secondigliano, sia per l’evoluzione caratteriale del personaggio che, come già detto nella precedente recensione, rischiava di rimanere intrappolato in una caratterizzazione se non caricaturale, sicuramente stereotipata. La chiusura della sua storyline solitaria, l’allontanamento dall’ambiente romano e l’inizio di una nuova faida familiare con Avitabile, quasi un surrogato di Pietro, sono ottime scelte narrative che permettono la restaurazione del sodalizio tra Ciro e Genny, da sempre leitmotiv di Gomorra. Il ritmo cadenzato che scandisce la sconfitta di Genny, la morte fortemente emotiva di Cap ‘e bomb e ‘O Cardill, gli unici suoi amici, l’evanescenza della sua ubris attraverso un’umiliante punizione magistrale sono elementi di grande suggestione che rendono l’ultima sequenza narrativa dell’episodio memorabile e permettono un ritorno coerente al profilo originario di Genny. In una Secondigliano illuminata dalla fievole luce dell’alba, Genny si rialza. Non ha più nessun potere, nessun alleato, nessuna ricchezza. La sua unica possibilità, seppure controversa e complicata, è Ciro. Riavvolgendo il nastro, è l’inizio di Gomorra e non potevamo esserne più soddisfatti.

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Ciro. Pur essendo ritornato a Napoli, Ciro di Marzio non mostra interesse per gli affari camorristici, proposti dai ragazzi di Forcella. Chiuso nella sua solitudine, nell’osservazione malinconica e struggente dei volti di Debora e Maria Rita, cammina per le strade della sua città come un fantasma, pensando con orrore alla prospettiva di ritornare ad essere l’Immortale, ma allo stesso tempo disorientato da questa spersonalizzazione. Ed ecco che il suo destino si incrocia a quello di Genny.

Dopo aver percorso strade parallele, dopo essere stati annientati in modi diversi, ma con stessi esiti, il telefono di Ciro che squilla, nell’ultimo minuto dell’episodio, segna il ritorno di due amici che, nonostante gli scontri e le ostilità, sono, in modo reciproco, le uniche persone su cui possono contare.  Dopo aver entrambi peccato di arroganza e deliri di onnipotenza, Ciro e Genny, attraverso una suggestiva ed eccezionale struttura ad anello, ritornano alle origini. E che questa sia la migliore storyline e scelta di Gomorra lo intuiamo già dall’eccezionale struttura di questo quarto episodio.

Dopo aver ricondotto tutti – Ciro, Genny, Scianel, Patrizia – nello scenario originario, dopo aver chiuso storyline poco convincenti, come quella romana, la terza stagione di Gomorra fa intravedere la sua direzione scritturale e non possiamo che applaudirla. Il quarto atto di Gomorra, insieme al terzo, con il quale crea un’efficace struttura ossimorica, è uno degli episodi più memorabili ed iconici dell’intera serie, grazie ad una sceneggiatura vincente e in linea con il background storico dei personaggi.

Chapeau, di nuovo.

Porcamiseria
  • 10/10
    Storia - 10/10
  • 10/10
    Tecnica - 10/10
  • 10/10
    Emozione - 10/10
10/10

In breve

Il massimo dei voti per il terzo e quarto episodio di Gomorra, per la sceneggiatura eccellente e una struttura narrativa impeccabile.

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10

Il massimo dei voti per il terzo e quarto episodio di Gomorra, per la sceneggiatura eccellente e una struttura narrativa impeccabile.

Storia 10 Tecnica 10 Emozione 10
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