Gomorra3×05 Episodio Cinque – 3×06 Episodio Sei

Rinunciando ad un tono apertamente didascalico e pedante, Gomorra, con lo stile che la contraddistingue, ci offre un quadro realistico della nostra quotidianità, mostrandoci gli infiniti ambiti in cui la Camorra agisce. Attraverso un'ottima caratterizzazione dei personaggi, Gomorra soddisfa le nostre aspettative, attraverso una scrittura originale e ricca di spunti di riflessione.

8.3

Episodio Cinque

Il quinto episodio di Gomorra rivela in modo graduale il piano di Genny e Ciro e il modo in cui hanno intenzione di realizzarlo. Scena dopo scena, azione dopo azione, il disegno di riconquista di Gennaro Savastano prende sempre più forma e lo spettatore diviene in grado di apprezzarne il quadro generale solo alla fine del successivo episodio. Infatti il quinto e sesto atto di Gomorra appaiono come un unico binomio narrativo che ha come focus il ritorno di Ciro e Genny e il conseguente scontro con Napoli Centro. Pur essendo entrambi episodi di transizione e dedicati alla formazione della nuova macchina del potere, sono assenti quelle tecniche di dilazione e rinvio che nell’ultima stagione di Gomorra erano state fin troppo utilizzate, con effetti altalenanti sulla sceneggiatura.

gomorra 3x05

Ciro Di Marzio, pur avendo rinnegato il suo passato, è pronto ad inserirsi di nuovo nello scenario camorristico e ad usare le proprie doti diplomatiche e strategiche per aiutare Genny. Il suo ritorno nel mercato della droga sembra motivato solo dalla sua volontà di redenzione. Dopo essere sceso all’inferno, dopo aver ignorato gli allarmi di Debora, di fronte alla possibilità di salvare una seconda famiglia non si tira indietro e si adopera affinché la vendetta di Genny diventi realtà. Pur avendo espresso questo movente in modo esplicito, l’efficacia, la familiarità, la bravura con cui Ciro coordina Enzo e i ragazzi di Forcella in una serie di operazioni organizzate nel dettaglio ci induce a sospettare di una sua possibile ricaduta.

Per quanto si limiti ad eseguire i piani di Genny, per quanto non si imponga come protagonista dell’azione, ma mero braccio destro dell’amico, la sua astuzia strategica, la sua conoscenza del mercato, e la sua abilità ad ampliare ogni orizzonte affaristico gli fanno ricordare chi era l’Immortale e affascinano tanto Enzo, che lo nomina suo mentore. Per ora, non c’è adrenalina nelle sue azioni, né sete di potere: a testa bassa, in modo meccanico ed asettico, si limita a facilitare il lavoro a Genny, che grazie ai soldi della rapina, stringe una proficua alleanza con fornitori di cocaina dell’Est Europa. La domanda che ci poniamo è se e quanto questo nuovo Ciro durerà, prima di intraprendere iniziative egotistiche.

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L’introduzione di nuovi personaggi è stata così graduale e ben strutturata che non solo vi è stata un’ottima compensazione nella galleria caratteriale, dopo la morte di Pietro, ma lo stesso plot building si è arricchito di nuove sfumature e scenari inediti. Per la prima volta, Gomorra sposta il proprio occhio scenico dalle vele di Secondigliano ai vicoli del centro storico di Napoli. Da Palazzo Giusso, Bellini, a San Domenico Enzo e i suoi ragazzi diventano ottimi catalizzatori della movida giovanile, imponendosi con la loro cocaina tagliata a due (saluti al Principe) sul mercato centrale, occupato dai confederati.

L’aver abbandonato il desolante quadro di Secondigliano e l’aver spostato l’azione nel cuore di Napoli è stata un’ottima scelta narrativa, per l’impatto che quei luoghi hanno sugli spettatori che conoscono la città. Strade percorse un migliaio di volte, bar frequentati regolarmente, piazze di gioviale convivialità diventano marchiate dal passaggio della camorra. In linea con il transfert simpatetico che gli sceneggiatori di Gomorra, in primis Roberto Saviano, hanno sempre voluto suscitare negli spettatori, la scelta di spazi così condivisi, noti e quotidiani non può che essere perfetta per innescare un processo riflessivo sulla realtà in cui viviamo e su quanto le organizzazioni criminali influenzino i nostri ambiti d’azione – e non solo le periferie disagiate – più di quanto pensiamo.

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Il personaggio di Enzo è stato presentato con un background familiare interessante ed inedito. Sopravvissuto ad una faida familiare solo grazie alla promessa della sorella di non intromettersi negli affari camorristici, Enzo, influenzato dall’intraprendenza di Ciro, è pronto a riscrivere la propria storia e ad allontanarsi dal proprio passato. Rinunciando ad un ruolo da fantasma nelle dinamiche del centro storico, a cui la sorella con premura lo aveva relegato, Enzo appare il perfetto allievo dell’Immortale. Ciò che lo contraddistingue dalla serie precedente di ragazzi che abbiamo visto a Gomorra (O’ track, O’ principe ecc…) è la mancanza di arroganza, presunzione e volgarità. La sua personalità sembra mixare le peculiarità di Genny e Ciro della prima ora – l’ingenuità, la determinazione, il sentimento di rivalsa – senza quegli estremismi che hanno contraddistinto il carattere di questi ultimi, avviandosi verso un percorso personale, soggettivo e originale.
Il quinto episodio dà forma a nuovi assetti narrativi, attraverso una scrittura scenica coerente ed innovativa, pronta ad esplorare tematiche, personaggi e relazioni interpersonali esclusive, senza eseguire nessuna “operazione nostalgia”, segno di una serie tv che ha ancora molto da raccontare.

Episodio Sei

A Secondigliano mo o’ megl business che ci sta non è la droga, ma la fame!

Genny con questa battuta lapidaria, sul finire dell’episodio, sintetizza bene il suo nuovo progetto commerciale. Determinato a risollevare il proprio destino e a costruire un impero, Genny, per la prima volta in Gomorra, diviene l’artefice di una manovra di marketing astuta e proficua. Nel momento in cui la richiesta maggiore delle piazze non è la droga, ma il lavoro, Genny compra una rete di imprese fallite e, in accordo con il futuro sindaco Casillo, si aggiudica tutti gli appalti comunali. Una nuova camorra che ha come target non più la gioventù disagiata delle periferie, bensì la classe medio-bassa, i cui nuclei familiari sono distrutti dallo spettro della disoccupazione. Guadagnare sulla disperazione delle persone, sulla loro speranza di poter trovare un lavoro e sulla loro propensione ad ogni compromesso pur di ricevere in cambio una prospettiva futura più solida per la propria famiglia.

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La rappresentazione di questo dramma sociale è realizzata in modo altamente patetico, attraverso la micro-storyline di Lucio, lavoratore che in cambio di una tangente di 15.000 euro è costretto ad accettare condizioni di lavoro in nero improponibili e un salario minimo. Al primo tentativo di ribellione, Lucio diviene il capro espiatorio per l’iniziazione di Enzo. In modo suggestivo, connesso al training di Genny con Ciro della prima stagione, Enzo deve uccidere Lucio, per poter prepararsi alla guerra con i confederati. Come Genny, deve reprimere le proprie emozioni e iniziare ad agire in modo freddo e calcolato. Con la stessa esitazione e paura di Genny, Enzo osserva il dramma di quell’uomo, partecipa per qualche minuto alla sua quotidianità e poi lo uccide di fronte al figlio disabile, ponendo fine all’innocenza di quel ragazzo e alla sua, in un’anonima fermata dell’autobus.

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Questa storyline appare efficace sia come metamorfosi graduale di Enzo, sia perché interrompe, con una sosta enfatica, il descrittivismo di questo episodio, volto ad evidenziare i molteplici volti della Camorra. Simbolo dell’attenta indagine sociologica di Gomorra è la sua attenzione a descrivere i molteplici ambiti d’azione delle organizzazioni criminali e a non fermarsi a strutture stereotipate, ormai radicate nell’immaginario collettivo, riguardanti unicamente la droga. Il mercato del lavoro nero, le tangenti, gli appalti truccati, la speculazione sui morti sono i pilastri, in ogni dove e in ogni tempo, del business criminale e rappresentare tutto ciò, in una serie a forte impatto nazionale, è proficuo ed assolve all’obiettivo ideologico di Gomorra. 

Il sesto episodio termina con la creazione di una nuova alleanza, in cui Scianel appare protagonista, atta a difendere il proprio status quo e ad affermare il proprio potere contro gli usurpatori di Napoli Centro. Le ultime parole di Genny sono rivelatrici del macro-conflitto futuro e della nuova direzione scenica di Gomorra, intenzionata ad ampliare sempre di più le proprie possibilità narrative.

Genny: Secondigliano era solo un quartier e merd. Mio padre ci vidi qualcosa e l’ha fatto diventare il più    grande supermercato della droga d’Europa. Cirù, ti ricordi come ci chiamavano negli anni ’80 quelli di Napoli Centro?

Ciro: E scignetell. Ci trattavano come animali.

Genny: E solo dopo quel che fece mio padre iniziarono a dire ‘buongiorno’ e ‘per favore’. Ma ora ci dobbiamo prendere le piazze di Napoli Centro.

Scianel: E chisti chi so?

Ciro : So il cavallo di Troia nostro.

Ciro, Scianel, Patrizia e Gennaro, nonostante l’immensa conflittualità pregressa e i rancori reciproci, fanno la propria dichiarazione di guerra, e trasformano Enzo e i ragazzi di Forcella in un cavallo di Troia.
Non ci resta che attendere.

Porcamiseria
  • 9/10
    Storia - 9/10
  • 8/10
    Tecnica - 8/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
8.3/10

In breve

Due episodi che ben illustrano le nuove tematiche sociali affrontate, attraverso l’introduzione di nuovi personaggi e nuove dinamiche personali eccellenti.

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Porcamiseria

8.3

Due episodi che ben illustrano le nuove tematiche sociali affrontate, attraverso l'introduzione di nuovi personaggi e nuove dinamiche personali eccellenti.

Storia 9 Tecnica 8 Emozione 8
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