GLOW2×01 Viking Funeral

Qualcuno ha detto neon, lacca e tanto glitter? Gli anni 80' e il wrestling al femminile tornano su Netflix, all'insegna della battaglia per aumentare il potere contrattuale!

7.2

Anni 80, lacca e tutine attillate, il ritorno di GLOW è ormai giunto e le wrestlers si preparano a combattere – fuori dal ring ancora di più che dentro.

La stagione due della serie si apre con il ritorno dopo la pausa dalla produzione. Debbie (Betty Gilpin) che cerca di ritirare il suo costume dalla lavasecco, scoprendo che era stato erroneamente messo sotto il nome del suo (ex) marito, un nuovo set (ancora da assemblare), i nuovi contratti e i vestiti dell’anno scorso (ancora da lavare). Ma c’è un’altra novità che il nostro regista si era scordato di annunciare: la sostituta di Junkchain, Yolanda (Shakira Barrera) meglio conosciuta come Yo Yo. Essere “quella nuova” non è mai facile, e ancora di più quando devi indossare i panni (letteralmente, sudore compreso visto che nessuno ha lavato i costumi durante la pausa) di una persona che è stata così importante per la squadra. A tutto questo si aggiunge il fatto che Bash (Chris Lowell) e Sam (Marc Maron) sono concentrati sui preparativi e non sembrano intenzionati a cercare di riportare l’equilibrio nel gruppo. Sarà Ruth (Alison Brie), appropriandosi del nuovo regista Russel (Victor Quinaz), a cercare di tirare su il morale delle ragazze portandole molto semplicemente in un centro commerciale a girare alcune sequenze di apertura per lo show. Ed è proprio qui che vediamo un’esplosione di anni 80, fra vestiti, trucco, ambienti e risoluzione delle riprese di Russel. Lo show si è distinto fin dalla prima stagione per la forte caratterizzazione temporale della serie, e in questa seconda stagione conferma il suo impegno.

Questa serie prima di tutto parla di donne che si vogliono emancipare e affermare, che vogliono pagare le bollette da sole. GLOW non è solo un ring ma anche un modo per crescere insieme.

L’impegno a rappresentare quel periodo di tempo non è solo estetico, e da subito affrontiamo altre caratteristiche degli anni 80: maschilismo e stereotipi. Questa serie prima di tutto parla di donne che si vogliono emancipare e affermare, che vogliono pagare le bollette da sole. GLOW non è solo un ring ma anche un modo per crescere insieme. Ruth gira delle scene ottime al centro commerciale, che anche a detta del regista presentano del potenziale (e non solo perché sembra avere un discreto debole per lei), ma Sam non esita a stroncarle, perché? Perché qualcuno, e in particolare una donna che lavora per lui, ha preso l’iniziativa e ha creato qualcosa per cui anche gli altri che lavorano con lui la rispettano. I suoi problemi di autostima vengono prepotentemente a galla in questo momento, e purtroppo le conseguenze non saranno leggere, infatti qualcuno dovrà abbandonare la squadra. L’uomo sembra avere dei problemi con chiunque metta in discussione anche solo in minima parte la sua autorità, e in generale non riesce a comunicare con le donne. Così come durante il primo giorno di lavoro non riesce a trasmettere l’entusiasmo necessario alla sua squadra, anche negli affetti famigliari si dimostra chiuso in se stesso. Ha appena ritrovato sua figlia, ha la possibilità di riallacciare un rapporto con lei visto che lei stessa si è trasferita a casa sua, ma la sera quando torna a casa e la trova intenta a preparare del merch per la band del suo ragazzo riesce solo fargli presente che per lui questo periodo di convivenza è da intendersi come una situazione temporanea. La sua paura di creare un legame con una donna è ormai lampante, e questo potrebbe essere un problema per un allenatore di una squadra femminile di wrestling. Per quanto riguarda gli stereotipi, Arthie, in arte Beirut e in real life Sunita Mani, non ne può più di emettere suoni per ricordare il rumore degli spari e chiede un personaggio diverso che le corrisponda. Sembra che Sam però non sia della stessa opinione, e visto che non è in grado di prendere in considerazione un’idea che non sia sua, la mozione viene chiaramente rifiutata. Il fatto che la serie tratti la problematica e la presenti com’era negli anni 80 sembra quasi un modo per spingere al confronto con il maschilismo e gli stereotipi che sono presenti ad Hollywood, ma anche altrove, al giorno d’oggi. Quanto davvero è cambiato? Dopo i vari scandali che hanno colpito il mondo dello spettacolo recentemente, sicuramente lo show offre ottimi spunti di confronto con la realtà di oggi.

Ma Ruth non è l’unica a covare nuove idee e a dover lottare per esse. Anche Debbie vuole diventare parte attiva ed entrare a far parte della produzione, e per questo ingaggia il suo ex marito per qualche consiglio legale sul suo contratto. Sembra molto decisa ad ottenere quel che vuole, e decide di imporsi su Sam e Bash, più che a chiedere. Questa sembra essere la maggiore differenza fra Debbie e Ruth: la seconda il primo giorno dopo la pausa di produzione porta un regalo a Sam e gli fa presente quanto sia pronta a lavorare per il programma, Debbie invece va nel suo ufficio con le correzioni al contratto e pretende, mettendo Ruth alla porta (letteralmente).

Le tematiche trattate sono interessanti e l’ambientazione anni 80 è molto accattivante, ma se lo show si vuole mantenere al livello della prima stagione dovrà darci qualcosa in più. Abbiamo compreso che Debbie e Ruth cercheranno di partecipare di più allo show, ma le altre? Nella prima stagione la narrazione è completa: impariamo a conoscere ogni wrestler e le vediamo crescere e affrontare le difficoltà insieme da squadra, mentre ora sembrano essere messi più in evidenza i ruoli di Debbie e di Ruth. Non si tratta forse di uno show su un gruppo di wrestlers? Sarebbe forse più utile a livello di sceneggiatura coinvolgere anche le altre compagne di squadra per cercare anche di dare più energia all’inizio dello show. Se la première si focalizza solo su due si loro, la varietà di personaggi permetterebbe di abbracciare una grande quantità di tematiche, ma sapranno valorizzare questo aspetto? Solo il binge-whatcing saprà dircelo. Intanto sono aperte le scommesse su quanto tempo ci metterà Sam a esplodere dovendo dopo tanto tempo vivere e tenere in considerazione un altro essere vivente oltre che se stesso, sua figlia.

Porcamiseria
  • 6/10
    Storia - 6/10
  • 7.5/10
    Tecnica - 7.5/10
  • 8/10
    Emozione - 8/10
7.2/10

In breve

Le wrestlers sono tornate in pista, e hanno aumentato make up e budget per lo studio. GLOW rimane un ritratto socialmente ed esteticamente rappresentativo degli Stati Uniti negli anni ’80, maschilismo e stereotipi negativi inclusi. Ma rispetto alla prima stagione ci chiediamo, e le altre? Lo show parla di un gruppo di wrestlers, eppure non hanno tutte, più o meno, lo stesso screentime? Raccontare dettagliatamente ogni personaggio è sempre molto difficile, ma rappresenta uno dei punti forti dello show e andrebbe mantenuto. L’alternativa è diventare uno show di combattimenti coreografati con quattro persone principali che parlano. La tv-spazzatura insomma,

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Porcamiseria

7.2

Le wrestlers sono tornate in pista, e hanno aumentato make up e budget per lo studio. GLOW rimane un ritratto socialmente ed esteticamente rappresentativo degli Stati Uniti negli anni '80, maschilismo e stereotipi negativi inclusi. Ma rispetto alla prima stagione ci chiediamo, e le altre? Lo show parla di un gruppo di wrestlers, eppure non hanno tutte, più o meno, lo stesso screentime? Raccontare dettagliatamente ogni personaggio è sempre molto difficile, ma rappresenta uno dei punti forti dello show e andrebbe mantenuto. L'alternativa è diventare uno show di combattimenti coreografati con quattro persone principali che parlano. La tv-spazzatura insomma,

Storia 6 Tecnica 7.5 Emozione 8
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