Game Of Thrones7×01 Dragonstone

Ritorniamo a Westeros con Game of Thrones, assieme a Daenerys Targaryen. Sansa e Jon discutono di lealtà e della battaglia contro i non-morti, mentre Bran poco più a nord citofona alla Barriera. Cersei cerca nuove alleanze, mentre Samwell studia alla Cittadella, e Sandor Clegane cerca di redimere i propri peccati.

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Dopo così tanti mesi dall’ultimo episodio di Game of Thrones, è facile restare totalmente affascinati da Dragostone, che ci riporta finalmente a Westeros, esattamente dove eravamo rimasti, anche grazie al bellissimo montaggio riassuntivo del previously on… che richiama scene passate fino alla prima stagione. Il settimo anno per la serie è anche il suo primo anno atipico, con meno episodi a disposizione e una densità di contenuti da esporre potenzialmente più alta che in passato. Sin dal primo minuto, tuttavia, si capisce che non c’è spazio per i convenevoli.

Impossibile infatti non sussultare alla scena che anticipa l’epica sigla: Walder Frey chiama a raccolta tutti i suoi figli e nipoti per festeggiare, ma noi sappiamo benissimo che il sovrano dei Twins è morto per mano di Arya. Pochi secondi dopo il brindisi trionfale, il piano è svelato, mentre attorno alla vendicativa Stark ognuno dei Frey collassa avvelenato a morte. La giusta vendetta per il famigerato Red Wedding si consuma davanti ai nostri occhi, ormai in piedi sul divano a esultare:

Arya: Tell them the North remembers, tell them winter came for House Frey.

Game of Thrones 7x01 Dragonstone

Ritroviamo un’Arya che nulla ha da invidiare alla Nikita di Luc Besson, una giovane killer spietata in cerca di vendetta, determinata a terminare la sua famosa lista. Una piccola macchina da guerra, questo suggerito anche dalle inquadrature alle armi dei soldati Lannister che incontra lungo il cammino verso sud. Abituati ai predoni senza pietà intenti a depredare le Riverlands, questi soldati ci sembrano semplicemente dei bravi ragazzi che parlano placidi davanti al fuoco e offrono ristoro ad Arya, ridendo del suo “I’m going to kill the Queen”. C’è poco da ridere, perché questa vi ammazza tutti quanti nel sonno – e se iniziasse da Ed Sheeran?

Winterfell è salda sotto l’egida della famiglia Stark, con Jon Snow intento a discutere con Sansa e gli alleati sul destino dei traditori del nord: gli eredi dei Karstark e degli Umber sono solo dei ragazzini, e la proposta di sbarazzarsene non viene neppure presa in considerazione dal Re del Nord, nonostante l’incalzante retorica della sorella. Lyanna Mormont, come promesso dagli sceneggiatori, torna tagliente come l’abbiamo conosciuta, e ha la mano fermissima sul futuro delle sue forze militari, contravvenendo all’usanza di tenere solo uomini in guerra, e aprendo alle donne per il bene superiore di Westeros contro gli invasori non-morti.

Di nuovo c’è un richiamo al passato, con Sansa che ricorda suo malgrado quanto Cersei le abbia insegnato, nel suo “soggiorno” alla corte di King’s Landing. Il personaggio di Sansa è in continua evoluzione, ormai temprato dai soprusi e dai giochi di palazzo, e ci dà moltissima soddisfazione vedere come si sbarazza seccamente del petulante Lord Baelish, che resta sempre lì in mezzo, non si sa bene a che scopo se non quello di intrallazzare per il suo personalissimo tornaconto. Quasi passa inosservato l’arrivo di Bran e Meera alla Barriera, anticipando il probabile ricongiungimento con il resto della famiglia: senza fretta, tanto non si vedono da anni, che sarà mai.

A sud, Cersei è isolata, regina di al massimo tre regni e accerchiata da tutti i nemici della famiglia Lannister. Euron Greyjoy è il suo unico alleato disponibile, dovendo proprio raschiare il fondo del barile chiedendo aiuto a un pirata inaffidabile e traditore. Tra una battuta caustica e l’altra, il parallelo corre al dialogo tra Daenerys e Yara: la spocchia e la faccia tosta dev’essere un marchio di fabbrica della famiglia Greyjoy, e ci regala bellissimi momenti soprattutto ai danni di Jaime, che viene arrostito senza pietà. Una flotta e i mari liberi dai nemici in cambio della mano della Regina ed Euron Greyjoy sul Trono di Spade, ecco a cosa è disposta Cersei per mantenere il potere: tradire l’amore del fratello, nonostante l’assenza di una dinastia, nonostante le possibilità di mantenere il trono – e la testa – siano a sfavore.

Cersei: You think I listened to father for forty years and learned nothing?

Non sappiamo cosa Cersei possa aver imparato da Lord Tywin, ma non crediamo che il padre avrebbe appoggiato la sua scelta di uccidere metà del cast di Game of Thrones con l’altofuoco, visto che lo aveva a suo tempo impedito ad Aerys Targaryen.

Game of Thrones 7x01 Dragonstone

Ancora più a sud, nella Cittadella, un bellissimo montaggio ci racconta tra un conato e l’altro come se la passa Samwell Tarly: la sequenza di vasi da notte, merda, zuppe e padelle – tutte tragicamente simili – ha una cadenza così serrata che ci dà letteralmente il voltastomaco, empatizzando con le nausee tragicomiche del povero apprendista maestro.

Nonostante sia solo un allievo e non abbia accesso alla zona riservata della biblioteca, Sam ci entra lo stesso e trova ovviamente un’informazione preziosissima, ovvero un giacimento di ossidiana nei sotto Dragonstone – novità clamorosa laddove il nome praticamente suggerisce già tutto. Qui la sceneggiatura tesse già quello che dovrebbe succedere nei prossimi episodi, che essendo solo sette suggerirebbero una poderosa accelerata e un’assenza di quei punti morti che abbiamo alle volte visto nelle passate stagioni.

Allora perché Sandor Clegane? Il suo segmento ci lascia interdetti, e nonostante il richiamo emozionante alla famiglia incontrata anni prima insieme ad Arya, ad enfatizzare il cammino di redenzione del Mastino, non si capisce bene lo scopo di fargli improvvisamente leggere attraverso le fiamme in maniera così vivida e precisa, quando Melisandre, dall’alto del suo ruolo di sacerdotessa di R’hllor, ha preso in passato una solida cantonata.

Game of Thrones 7x01 Dragonstone

La Madre dei Draghi finalmente arriva a Dragonstone, sulle spiagge tempestose dove è stata partorita durante la rovina del regno di suo padre. La spiaggia, il portale e la lunga camminata verso il castello ci offrono una prospettiva nuova dello storico luogo dei sette regni, mentre la sala del trono e il famoso tavolo di Stannis sono un gradito richiamo al passato – con Tyrion e Yara pronti a giocare a Warhammer. Emilia Clarke appare splendida e determinata, completamente immedesimata nel suo ruolo di conquistatrice con una sola battuta ad effetto:

Daenerys: Shall we begin?

Nel nosocomio della Cittadella Jorah Mormont è colui che si chiede che fine abbia fatto la sua protetta, infettato gravemente dal greyscale: Samwell non sa nulla, ma le notizie sui draghi non tarderanno certo ad arrivare.

Nuove alleanze, vendette e un ritorno atteso da troppo tempo: Game of Thrones ci cattura di nuovo nel suo universo, seppur con qualche sbavatura nella sceneggiatura. Nonostante il numero ridotto di episodi a disposizione, la premiere si prende i suoi spazi come di consueto, indugiando su cameo celebri e personaggi apparentemente secondari, ma riportandoci sin da subito nel vivo delle vicende militari e politiche di Westeros. 4 Porcamiseria su 5.

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