Game Of Thrones5×10 Mother’s Mercy

Season Finale SerialFreaks si prepara al ritorno di Game of Thrones con un bel ripassone: la nostra recensione dello sconvolgente finale della quinta stagione e tutti i recap delle passate stagioni. Giusto perché di hype non ce n'era abbastanza.

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È finita, la quinta stagione di Game of Thrones – Il Trono di Spade è finalmente giunta al termine, e il titolo di questo episodio sarebbe dovuto essere “What the Actual Fuck”, perché è successo di tutto. Forse troppo, e forse troppo in fretta. Ma vediamolo nel dettaglio.

La Fuga

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Sansa approfitta della confusione dell’imminente battaglia per uscire dalla sua camera e andare alla vecchia torre per accendere il cero, segnale per Brienne di intervenire in suo soccorso. Peccato che con tempismo perfetto Brienne, avvertita da Podrick della scesa in campo di Stannis, decida di abbandonare il suo avamposto tipo 2 secondi prima, perché la sfiga non è mai abbastanza.

Dall’alto della torre Sansa segue l’esito del fallimentare attacco di Stannis, inizia a farsela sotto e sgambetta verso la sua stanza. Viene però intercettata da Reek e da Myranda, che la minaccia con un arco: non la vuole certo uccidere, ma tanto a Ramsay serve solo la parte utile per fare dei figli…

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Reek ci serve il suo colpo di scena: salva Sansa e spinge la stronza giù dal parapetto mandandola a schiantare – godo tantissimo, non saprei quantificare quanto – e insieme fuggono lungo le mura, proprio mentre Ramsay rientra vittorioso al castello. Carpe Diem Theon, prendi per mano Sansa e salta nel vuoto, sperando che la neve sia abbastanza profonda.

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La scena raccontata così sembra pazzesca, ma è durato tutto troppo in fretta, senza il tempo di creare aspettativa o tensione. La frenesia ci impedisce di agganciarci a ciò che succede sullo schermo, ma soprattutto abbiamo avuto una dimensione fin troppo parziale della svolta caratteriale di Theon, non essendoci mezzo dialogo che indichi la sua ritrovata umanità.

La Sconfitta

Il sacrificio della piccola Shireen sembra non essere servito a un piffero: all’indomani del falò sacrificale, mentre Melisandre tutta giuliva perché ha smesso di nevicare e loda il Signore R’hllor, Stannis viene informato che la metà dei suoi uomini ha disertato, e stiamo parlando della metà con i cavalli.

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Le disgrazie non arrivano mai da sole, e Sua Maestà scopre una Selyse impiccata appena fuori l’accampamento, dilaniata dalla morte della figlia. Si capisce che non c’è più speranza, ma Stannis resiste e procede stoicamente, tentando una battaglia che sa di perdere sin dall’inizio.

Ferito e zoppicante, Stannis viene intercettato da Brienne di Tarth, scesa in campo proprio per stanarlo. Brienne finalmente ottiene quello che ha sempre desiderato, la vendetta per la morte di Renly, anche se l’occasione è stata parecchio fortuita e giusto un po’ immeritata.

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 La Vendetta

Ser Meryn Trant, oltre ad essere uno schifoso pedofilo, è anche un sadico: di fronte a lui tre ragazzine vengono testate a colpi di bastone per vedere chi debba essere la prescelta. Una sola resiste senza problemi ai forti colpi, ed è la fortunata della serata.

Peccato che la ragazzina in questione sia Arya Stark: una volta soli, e dopo essersi presa un cazzottone nello stomaco, Arya si toglie la maschera (un po’ come Jaqen H’ghar nella seconda stagione) e attacca Ser Meryn pugnalandolo con un piccolo coltello prima agli occhi, poi al petto, tappandogli la bocca con uno straccio. Ferito, inerme e confuso, Trant subisce impotente il discorso di Arya, in uno dei momenti di tensione più forti della serie, culminante con l’esecuzione dell’uomo a cui Arya taglia la gola.

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Dopo aver ucciso Meryn la nostra piccola vendicatrice torna alla House of Black and White, ma ad aspettarla trova Jaqen H’ghar e l’altra inserviente malmostosa del tempio. Arya ha ucciso per motivi personali un uomo sottraendolo al giudizio del Dio dai Mille Volti, che ora reclama “una morte per una vita”: Arya si vede placcata dall’altra interviente, e teme che Jaqen la obblighi a bere l’acqua che dona la morte, ma è lui stesso a berla e morire.

Nulla è quel che sembra, perché esso non è realmente Jaqen, ma uno dei tanti Nessuno che vagano nel tempio. Presa dal panico Arya inizia a “sfogliare” via molte facce dal corpo, fino a che non vede il suo stesso volto sul cadavere: mentre ciò accade, Jaqen – o il tizio con la faccia di Jaqen, che ormai non si capisce più chi è chi – si rivolge alla piccola Stark con queste parole:

The faces are for no one. You are still someone, and to someone the faces are just like poison.

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Arya diventa quindi cieca, probabilmente avvelenata dopo aver toccato le maschere sul volto del cadavere ai suoi piedi. La storyline di Arya ha raggiunto il culmine in questa sequenza da brividi, con progressi futuri impossibili da prevedere. Non resta che aspettare (ben) un anno, anche per lei.

Il Bacio della Morte

Tempo di addii nel Dorne: Jaime e Myrcella, accompagnati dal fido Bronn e da Trystane, si imbarcano alla volta di King’s Landing. Al momento di congedarsi Ellaria saluta calorosamente la piccola Lannister, dandole un bacio a stampo sulle labbra. Forse un po’ esagerato, ma si sa che nel Dorne sono un po’ troie hanno usanze strane…

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Nelle cabine della nave Myrcella rivela a Jaime di sapere che è lui ad essere il suo vero padre, e ne è felice. Si abbracciano, col primo vero contatto tra padre e figlia, ma l’idillio ha presto fine, perché il naso di Myrcella inizia a sanguinare, e la principessa sviene tra le braccia di un frastornato Jaime.

Sul molo un altro naso sanguina: quello di Ellaria, che ha bagnato le sue labbra con un potente veleno per poter a sua volta avvelenare Myrcella, lo stesso veleno dato a Bronn nel settimo episodio. Soddisfatta della buona riuscita del suo piano, Ellaria beve l’antidoto.

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Questo colpo di scena finale risolleva un po’ le sorti della sceneggiatura ambientata nel Dorne, anche se riconferma la totale inutilità di Obara, Nymeria e Tyene, le serpi giocattolo buone solo a far vedere le minne.

Uomini senza Regina

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A Meereen troviamo Tyrion, Daario, Jorah e tutta la combriccola, spaesati senza più la loro Khaleesi; scopriamo che Tyrion parla un po’ di Alto Valyrian e che sarebbe perfetto come sostituto di Daenerys, ammesso che non confonda “che piacere rivederti” con “tua mamma ne ha visti più di Cersei”, mentre Jorah e Daario vanno a cercarla, dovunque sia finita.

Infatti, dove è finita Dany? Drogon l’ha portata a Nord, nelle pianure verdi dove cavalcava (in più sensi) un tempo insieme a Khal Drogo. Il drago, esausto e ferito, fa i capricci come un bambino il primo giorno di scuola, “dai mamma, ancora 5 minuti!”, con la differenza che probabilmente pesa una mezza tonnellata.

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Dany allora, capendo che forse era meglio iniziare dai Tamagotchi, se la passeggia nei dintorni, quando viene circondata da centinaia di dothraki! Dany lascia cadere un suo anello, forse nella speranza di lasciare una traccia: come si comporteranno i suoi ex sudditi a cavallo? La riconosceranno come la passata Khaleesi? In questa stagione non ci è dato sapere…

Tyrion viene raggiunto inaspettatamente dal vecchio amico Varys, sbucato fuori proprio davanti al palazzo di Meereen non si sa bene con quali mezzi, pronto ad aiutare il nostro nanetto nel governare una città che tutto sommato non è così dissimile da King’s Landing, e comunque fa curriculum.

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Espiazione

Cersei ha ceduto alla fame, alla sete, alla reclusione, all’assenza di cazzo: di fronte all’Alto Passero si pente e ammette di aver tradito il proprio marito, Robert Baratheon, ma solo con Lancel Lannister, respingendo le accuse di incesto.

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Il sommo sacerdote allora le concede di tornare a casa, anche se non è troppo convinto, e la avverte che ci sarà comunque un processo, mentre per aver confessato almeno di aver messo le corna a Robert le concede la Misericordia della Madre, obbligandola comunque all’espiazione.

Cersei, scalza, coi capelli tagliati (male) e completamente nuda, deve camminare dalla cattedrale fino al castello, in mezzo alla folla urlante e ingiuriosa. Sebbene all’inizio Cersei riesca a mantenere un certo contegno, i nervi presto si spezzano sotto il peso della vergogna, e i piedi le iniziano a sanguinare.

La scena è la punta di diamante dell’episodio, con una Lena Headey da Emmy, che è stata in grado di darci una regina spogliata della sua superbia ed estremamente vulnerabile. Tutto peraltro è fedelissimo ai libri, e il pathos comunicato nell’intera sequenza è davvero intenso.

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Arrivata al castello, Cersei viene accolta dallo zio Kevan Lannister, dall’orrendo faccione di Maester Pycelle e da Qyburn, l’unico che sembra avere realmente a cuore le sorti della regina madre. Le fa anche un regalo: una nuova Kingsguard, Ser Robert Strong. Ci troviamo in realtà davanti a Gregor Clegane (o tuttalpiù a una sua versione zombie trasformata superpotente), salvato dal veleno di Oberyn. Con delicatezza lo vediamo prendere in braccio Cersei, che dallo sguardo sembra già pensare ad ammazzare tutti.

Tradimento

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Jon Snow autorizza Samwell Tarly a recarsi ad Oldtown – città all’estremo sud di Westeros – per avere la possibilità di diventare Maester, e per portare con sé Gilly e il piccolo Sam in salvo, lontano da Castle Black. Lasciando andare il suo fidato amico Jon rimane solo ad accogliere le suppliche di Ser Davos, che lo implora di aiutare Stannis nell’attacco contro Winterfell.

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Ormai è troppo tardi: Melisandre torna con la coda tra le gambe, annunciando solo con lo sguardo la sconfitta totale, con una faccia triste triste triste da chi l’ha fatta grossa grossa grossa. In fondo ci hai solo creduto per quattro stagioni, e hai toppato sull’unica cosa di cui eri matematicamente certa. Sandrona, you had one job.

Dopo aver letto le risposte negative alla richiesta di aiuti per Castle Black, Jon viene attratto con l’inganno fuori dal suo ufficio, solo per essere tradito e pugnalato dai suoi stessi uomini, inclusi Ser Alliser e il bimbo leghista bastardo Olly, e lasciato a morire dissanguato a terra. “For The Watch” una sega, ma soprattutto che espediente del cazzo, nemmeno un cavallo con una carota.

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Io non ci credo che sia davvero morto, dai Melisandre deve fare qualcosa, boh tipo tirare su Jon in stile Beric Dondarrion, anche se l’attore Kit Harington ha dichiarato di aver lasciato il cast.


Veniamo ad una critica a freddo dell’episodio. Mi è piaciuto? Beh sì, ci sono delle scene meravigliose e cariche di adrenalina, da far venire la pelle d’oca. Mi riferisco ad Arya e a tutto al suo segmento, e all’avvelenamento di Myrcella proprio quando abbraccia suo padre, e alla magistrale interpretazione di Cersei nella lenta e inesorabile caduta nella vergogna.

Devo dire però che è tutto troppo, troppo veloce, troppo all’ultimo momento: non si ha tempo a metabolizzare un avvenimento che subito succede qualcos’altro, con un progredire schizofrenico e frammentato. Dieci episodi in questo caso sono troppo pochi, o perlomeno avrebbero potuto suddividerli diversamente in modo da far finire alcune storyline la settimana scorsa.

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È realmente necessario poi lasciarci col fiato sospeso per dieci mesi con un episodio così costruito? Indubbiamente la storia intriga e affascina, ma gli sceneggiatori sembra abbiano provato di tutto per arrivare a un season finale che sembra per certi versi il penultimo della stagione. Pessimi i segmenti del Dorne e altalenanti le vicende di Winterfell, rette solo da una grandissima Sophie Turner nel ruolo di Sansa.

Un plauso dall’inizio alla fine solo alla storia di Arya, agli intrighi di King’s Landing e alla grande svolta di Jon Snow e dei Night’s Watch. Buona la trasposizione dei progressi di Dany, nonostante l’effetto fast forward per Tyrion, rispetto al ritmo più lento dei libri. E Lord Baelish non aveva in serbo una sorpresa? Scarteremo il regalo l’anno prossimo.

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Questa stagione si regge in piedi perlopiù grazie a degli attori coi controcoglioni e alle ambientazioni pazzesche, poiché dovendo valutare ogni elemento con la dovuta cautela, si è avuta come l’impressione che la trama facesse tanto più acqua quanto più si discostasse dai libri di Martin.

Voto all’episodio: 4 porcamiseria su 5.

4

 

Voto alla stagione, col cuore colmo di tristezza e nonostante i voti alti dati episodio per episodio: 3 porcamiseria su 5. Bisogna anche un po’ valutare il pacchetto completo e bastonare, se necessario: il potenziale era altissimo, ma certi scivoloni già evidenziati le scorse settimane lasciano il segno.

3

 

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Tutti sconvolti. TUTTI. Una carneficina (e non sempre ci dispiace).

Ma si pensa anche al look.

 

 

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