Quanto mi piacciono i titoli dedicati alle casate! Il motto dei Martell precisamente dà il titolo a questo episodio di Game of Thrones – Il Trono di Spade, a rimarcare come durante la conquista dei Targaryen la loro sia stata l’unica casata a non doversi prostrare e giurare sottomissione al trono, ma anzi abbia ottenuto una posizione privilegiata tramite matrimoni combinati con membri della famiglia reale. Certamente non si parlerà solo delle terre di Dorne, ma andiamo con ordine.
Te lo si legge in faccia!
Nella House of Black and White, Arya Stark continua il suo peculiare allenamento per diventare Nessuno, ed è la volta di un simpatico giochino: riesci a mentire e dire la verità come se fossero indistinguibilmente la stessa cosa? Nel Game of Faces purtroppo Arya se la cava malissimo, finendo a terra a furia di bastonate, roba che nemmeno in un collegio di implacabili suore svizzere.
L’aspetto più interessante è l’abilità con cui Jaqen smaschera ogni bugia di Arya, anche quelle che lei ripete a sé stessa, come il tanto professato odio verso Sandor Clegane. Il loro legame a Westeros era più amichevole di quanto potesse apparire; lei stessa rimane decisamente incredula, e noi sorridiamo.
A salvarla dalla noiosa routine arriva un uomo misterioso, entrato nel tempio per porre fine alle sofferenze della sua piccola figlia malata. Arya racconta una balla clamorosa per convincere la ragazzina a bere l’acqua letale del pozzo, risultando effettivamente convincente, e le viene finalmente permesso di entrare nella sala più profonda del tempio.
Qui sono immagazzinate migliaia di facce di persone venute nel tempio a cercare la morte, e sebbene Arya non sia ancora pronta a diventare Nessuno, può ancora fare un passo intermedio, e diventare qualcun altro.
La storyline di Arya è quella dall’evoluzione più lenta, ma tutto ciò che riguarda il tempio del Dio dai Mille Volti mi continua ad affascinare, nella serie TV come nei libri, nei capitoli dedicati a lei.
I nani portano fortuna
Ser Jorah e Tyrion hanno tutta l’intenzione di farsi a piedi la strada fino a Meereen, e auguri ad attraversare mezzo continente. Fortuna che incontrano una nave di schiavisti che li imprigiona e li porta verso la Baia degli Schiavi – quando si dice culo fortuna! Forse non è esattamente un passo avanti, ma la lingua lunga di Tyrion come sempre gli salva la vita, anche se la situazione pare essersi fatta pericolosa.
Pochi progressi concreti, ma non manca il momento di riflessione tra i due, che finalmente si parlano da compagni di viaggio, e condividono alcune reciproche confidenze famigliari.
Come rinforzare un’alleanza
A King’s Landing non ci si annoia mai, dato che abbiamo non uno, ma ben due ospiti d’eccezione!
Il primo è Petyr Baelish, che riesce abilmente a divincolarsi dalla morsa sempre più asfissiante dei fanatici Sparrows, per andare a colloquio da Cersei. Come se la stanza non fosse già abbastanza in penombra, lo shade entra a gamba tesa quando si tratta della Regina Madre di Westeros, con le sue facce beffarde che confessano apertamente “sì, ho orchestrato io tutto quanto per far imprigionare Loras Tyrell, ma nessuno può incolparmi”.
Tuttavia, la questione delicata del momento non è tanto la fragilità dei rapporti con la casata di Highgarden, quanto i piani per il nord. Littlefinger punta su quello che gli riesce meglio: fare il doppio (Triplo? Quadruplo? Carpiato con avvitamento?) gioco, rivelando a Cersei del matrimonio tra Sansa Stark e Ramsay Bolton.
Cersei è nera, avvertendo il tradimento, ma viene rassicurata da Petyr: lascia che Baratheon e Bolton si macellino a vicenda e colpisci dopo la battaglia di Winterfell, annullando in un colpo solo ogni traditore e avversario.
Con chi non ci è dato saperlo, visto che Kevan Lannister a detta della nipote è un vigliacco, e Jaime è in “missione diplomatica”, ma ci pensa Petyr: fornirà l’assistenza dei cavalieri dell’Eyrie, che piomberanno sul nord al momento giusto, in cambio della nomina a Protettore del Nord.
Come al solito, Littlefinger sta trollando tutti: Cersei, Sansa, i Bolton, e pure noi che stiamo ad ascoltarlo, perché scommetto che non sapremo le sue vere intenzioni fino alla fine, e anche quando le sapremo non saremo mai sicuri della loro veridicità. Lui è davvero l’unico personaggio di Game of Thrones che sembra avere sotto controllo la situazione, da nord a sud, e non ne sbaglia una.
Una rosa piena di spine
Mi sono dilungato troppo nel tessere le lodi di Petyr Baelish, ma non mi sono certo dimenticato del secondo ospite del Cersei Lannister Show: Olenna Tyrell.
Se credevate che lo shade nella sala di Cersei fosse arrivato al massimo, ora dovrete mettere gli occhiali a visione notturna. Il colloquio tra le due gigastronze è quando di meglio potessi desiderare dall’inizio della stagione.
Chiaramente Cersei non è direttamente imputabile per l’arresto dell’erede dei Tyrell, ma le alzate di sopracciglio e le minacce velate (Velate sta cippa, ci tiene a rimarcare la signora Olenna) sono oro colato da cui plasmare infiniti meme. Nonostante la strenua difesa di Lady Tyrell, alla fine tutto passa nelle mani dell’High Sparrow e della sua inchiesta per determinare la legittimità dell’incarcerazione di Loras per fornicazione e perversione.
Margaery prova a difendere il fratello, ma la testimonianza dell’amante di Loras, l’ormai noto marchettaro Olyvar, inchioda entrambi: vengono arrestati sedutastante dai soldati della Chiesa, davanti a una Lady Olenna impotente e a una Cersei che nasconde a malapena il suo ghigno esultante.
Il leone e i serpenti
Jaime è nel pieno della sua “missione diplomatica” nel Dorne, e riesce finalmente a raggiungere i Water Gardens. Non fa in tempo a sgamare Myrcella mentre limona con Trystane Martell che viene fermato dalle Sand Snakes, alla ricerca della stessa persona ma con intento diametralmente opposto.
Il combattimento che segue mi lascia a metà tra il perplesso e l’ansioso: ero pronto a vedere qualche testa volare o perlomeno qualcuno di gravemente ferito, ma le Sand Snakes non sono così agili e temibili quanto volevano far credere. Non dico che mi aspettassi Jaime decapitato, ma tutti praticamente illesi – tranne una ferita di striscio a Bronn – e alla peggio arrestati forse è un esito un po’ forzato.
La parentesi amorosa tra Myrcella e Trystane ha un che di Romeo e Giulietta, con le due casate rivali sul piede di guerra mentre loro in questi anni si sono davvero innamorati. Non potrà che andare peggio, si sente nell’aria.
Chi diavolo ho sposato?
Sansa si prepara al matrimonio facendosi togliere la tinta nera, ormai non più necessaria (tanto quanto la sua copertura, così sottolineata nei libri), e indossando un orrendo abito da cerimonia con spalle di montone che farebbe venire un ictus a Enzo Miccio.
Ci pensa Myranda a lavare via la tinta, senza far mistero delle perversioni dell’erede dei Bolton. Sansa a una certa si scoccia e capisce le intenzioni della sgualdrina, levandosela di torno con questa quote meravigliosa:
I am Sansa Stark of Winterfell, this is my home, and you can’t frighten me.
La cerimonia di matrimonio viene portata avanti abbastanza solennemente, non senza disagio, a causa della presenza del povero Reek/Theon, costretto ad accompagnare Sansa all’altare.
Ma il peggio deve ancora arrivare: dopo la cerimonia, Ramsay reclama il suo diritto a consumare il suo matrimonio, e Reek nell’angolo è obbligato ad osservare in silenzio – e in lacrime – mentre Sansa, che a Winterfell ha visto crescere come fosse una sorella, viene praticamente stuprata. Che sia finalmente pronto a ribellarsi? Perché diciamocelo, prima o poi succederà.
Questo episodio ha un grosso punto forte non banale: non c’è bisogno di draghi, gente morta e altri esseri paranormali per fare una buona trama. Se poi ci metti anche i due personaggi con la mimica facciale più efficace in assoluto una contro l’altra e un finale decisamente disturbante il quadro è completo. Un piccolo appunto: le urla di protesta di Sansa e le lacrime di Theon mi hanno fatto venire i brividi, tanti brividi (e tanto disgusto, in senso buono), più del combattimento contro le Sand Snakes nei Water Gardens, a mio avviso evidente punto debole dell’episodio.
Facciamo pure 4 porcamiseria su 5, ma tendenti al 5, e passa la paura.
I vostri migliori tweet per questo episodio? Eccoli!
Elisa, soprattutto quando il suo birillo viene messo in discussione!
Una delle tue maggiori qualità Tyrion, è la capacità di invertarti storie plausibili sotto stress. Chapeau!! #TronodiSpade #TronodiSpadeIT
— Elisa (@elisarago87) May 18, 2015
Maria Luisa mancava giusto il prosecco
Tyrion e Jorah: momento confidenze e treccine ai capelli.#TronoDiSpade #Tronedì @SkyAtlanticHD
— Maria Luisa (@Maryelle_K) May 18, 2015
Stefania in effetti queste avventure sono un po’ meh…
È una stagione di missioni cretine #TronodiSpade
— Stefania Carini (@StefaniaCarini) May 18, 2015
In effetti Marco, la Palombelli avrebbe gestito meglio la situazione
Ma dove siamo a Forum?! #TronodiSpade #Tronedì
— Marco Fozzi (@Marco_Fozzi) May 18, 2015
Porcamiseria
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